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Colpo di stato fallito in Turchia: non è la prima volta L’ANALISI

Non è la prima volta che i militari cercano di esternare il loro dissenso nei confronti del governo turco. Quello di questa notte, infatti, è il quarto tentativo di colpo di stato militare

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Non è la prima volta che i militari cercano di esternare il loro dissenso nei confronti del governo turco. Quello di questa notte, infatti, è il quarto tentativo di colpo di stato militare dopo quelli del 1960, 1971 e 1980.

In realtà ce ne fu uno anche nel 1997, giusto per rispettare la tradizione, ma che non vide carri armati e soldati nelle strade, perché fu un colpo di stato epistolare: i militari si limitarono ad inviare una lettera al capo del governo intimandogli di rassegnare le dimissioni.

Nella notte del 15 luglio 2016, verso le 22.00 (le 24.00 in Turchia) un gruppo di generali ha tentato di rovesciare il governo del Presidente Erdogan e di prenderne il potere. Questa volta non si sono limitati ad inviare una lettera, una sorta di dichiarazione d’intenti, ma sono passati ai fatti.

Soldati e carri armati si sono riversati per le strade di Ankara e Istanbul, mentre nei cieli volteggiavano elicotteri e caccia F16. Un’azione che avrebbe lasciato in terra decine di morti ed un centinaio di feriti, negli scontri tra polizia e militari golpisti.

Il Presidente Erdogan, dal suo smartphone, mentre si trovava in volo su un jet privato diretto verso un Paese europeo che gli desse asilo dopo il rifiuto della Germania, ha fatto sapere che sta bene, che è ancora il Presidente turco ed ha incoraggiato il popolo a scendere in piazza per opporsi ai golpisti.

Erdogan è al potere da molti, forse troppi anni, a capo del partito islamista AKP. Un lungo periodo presidenziale nel quale, soprattutto negli ultimi anni, è prevalsa una politica di grande ambiguità, soprattutto nei confronti della lotta al terrorismo islamico. Secondo alcuni, addirittura, il governo di Erdogan avrebbe venduto armi all’Isis, in cambio di petrolio. Accuse che hanno fatto fortemente arrabbiare il “presidentissimo”, al punto da iniziare una campagna violenta contro la stampa “antiregime” e la polizia nelle strade a fermare i manifestanti con l’uso della violenza.

Il tentativo di golpe di questa notte, fortunatamente non riuscito, si colloca proprio all’interno di un malcontento generale, e dei Generali, che chiede ad Erdogan maggiore chiarezza sullo stato di diritto acquisito negli anni e su un Paese che sta avendo forti difficoltà a proiettarsi verso il futuro.

“Il tentativo di golpe è stato sventato”. Lo dice direttamente il Presidente Erdogan al suo rientro all’aeroporto di Istanbul; “coloro che lo hanno pianificato, pagheranno duramente”, aggiunge. Di questo non ne abbiamo alcun dubbio.

Le forze filo governative, soprattutto quelle interne all’esercito, hanno prevalso sui golpisti. Gli artefici del tentativo di golpe pare siano stati arrestati, dopo ore di combattimenti tra golpisti e filo-governativi con anche l’uso di qualche ordigno esplosivo.

Al suo rientro ad Istanbul, il Presidente Erdogan, avrebbe affermato, forte della certezza che il golpe fosse stato effettivamente sventato “io sono accanto al mio popolo, non me ne vado da nessuna parte”. Lo avrebbe affermato subito dopo essere sceso dal suo jet privato al rientro da un tentativo di fuga all’estero, proprio nei momenti in cui, forse, la sua presenza nel Paese sarebbe stata di grande aiuto.

Questa notte non vi è alcun dubbio che la Turchia ha sfiorato la guerra civile. La tensione nella notte è salita alle stelle. Centinaia di civili sono scesi in strada nelle due città in risposta all’appello anti golpista lanciato dal premier Erdogan e si sono scontrati con gruppi che invece sostenevano l’azione dei militari. Fortunatamente il Paese ha mostrato di avere un sistema democratico forte, provvisto di quegli anticorpi necessari ad evitarne la destabilizzazione.

Quanto accaduto questa notte dovrebbe essere un forte monito verso l’ambiguità politica di Erdogan, ma al tempo stesso potrebbe essere utilizzato, da Erdogan stesso, come una ulteriore legittimazione del suo mandato. Vedremo quali scenari ci riserveranno le prossime ore, le prossime settimane.

Per informazioni in tempo reale sulla situazione in Turchia:
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/15/colpo-di-stato-in-turchia-carri-armati-ed-f16-su-ankara_432c117d-f188-423f-9f72-05260b0cc20c.html
 
Andrea Lodi (economix@piacenzasera.it)

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