Diga del Brugneto, Gazzolo: “Dialogo aperto con la Liguria per trovare intesa” foto

La Regione Emilia-Romagna già a inizio febbraio ha chiesto la convocazione di un nuovo incontro, con due punti all’ordine del giorno: l’uso della risorsa idrica a fini irrigui per il territorio piacentino e il rinnovo della concessione interregionale ad uso idroelettrico per la Liguria

Bologna – Dialogo aperto con la Liguria sulla diga del Brugneto, in provincia di Piacenza. La Regione Emilia-Romagna già a inizio febbraio ha chiesto la convocazione di un nuovo incontro, con due punti all’ordine del giorno: l’uso della risorsa idrica a fini irrigui per il territorio piacentino e il rinnovo della concessione interregionale ad uso idroelettrico per la Liguria.

Lo ha spiegato oggi in Assemblea legislativa l’assessore alle Politiche ambientali, Paola Gazzolo, rispondendo a un question time. “Dalla Liguria, attraverso l’assessore Giacomo Giampedrone che lo ha ribadito anche agli organi di stampa, ci è stata confermata la disponibilità a ragionare insieme per trovare soluzioni utili a soddisfare entrambi i territori: l’Emilia-Romagna per il fabbisogno irriguo, la città di Genova per quello idropotabile. Puntiamo all’uso pienamente sostenibile della risorsa idrica, fondamentale anche per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, che incidono direttamente sulla quantità di acqua disponibile”.

La sperimentazione sul rilascio aggiuntivo dall’invaso del Brugneto è stata avviata nel 2013 grazie all’intesa sottoscritta tra le due Regioni. In questi tre anni l’accordo ha permesso di definire il quadro conoscitivo e di aggiornare i dati relativi alla disponibilità della risorsa idrica e del suo utilizzo, tenendo conto sia dei fabbisogni idropotabili e irrigui, sia dei processi idrologici e idraulici.

“Dati importanti e utili – ha concluso Gazzolo – per definire gli scenari di sfruttamento futuri, che tengano in considerazione le necessità di uso plurimo dell’acqua e le esigenze di tutela dell’ecosistema fluviale. Siamo determinati a ricercare una nuova intesa e stiamo lavorando per raggiungere questo obiettivo”.

MALOBERTI: “POLITICA RESPONSABILE DELLA SITUAZIONE” – “Esiste una soluzione per risolvere l’emergenza siccità della diga del Brugneto, che fino ad ora è rimasta inascoltata”. A dirlo è Giampaolo Maloberti, ex consigliere provinciale e socio del consorzio Rivo Villano, che ricorda quando “nel 2012, con un ordine del giorno voluto dal sottoscritto e votato dalla maggioranza di centrodestra, nell’ultima amministrazione provinciale democraticamente eletta, si decretò – giustamente – di riquantificare l’acqua da rilasciare”.

“Oggi la capienza corrisponde a 25 milioni di metri cubi, di cui, stando agli accordi presi tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Liguria, durante il periodo estivo ne vengono rilasciati 2,5 milioni verso il Trebbia, a fini irrigui. Con il provvedimento votato, si sarebbero dovuti contenere solo 12 milioni nell’invaso, aumentando notevolmente la quantità di acqua a disposizione dei coltivatori piacentini».

Maloberti spiega il motivo di quella specifica misura: “Genova necessita di 1 milione d’acqua al mese, quindi – anche se non piovesse per un anno intero – il fabbisogno sarebbe garantito, facendone così defluire di più verso il Trebbia. La politica si è resa incapace di valutare obiettivamente la situazione, rendendosi responsabile della grave carenza degli ultimi giorni”. 

“Alla presentazione, con toni entusiastici da parte dell’assessore Gazzolo, del protocollo sperimentale durato 3 anni che prevedeva un rilascio aggiuntivo di 1,5 milioni di metri cubi, fui l’unico a dire che il problema non era risolto perché il fabbisogno idrico della vallata era ben superiore. Si conferma l’inutilità del Contratto di Fiume, che dovrebbe operare per la riqualificazione del Trebbia, in collaborazione con il comune di Genova, specificatamente per il problema del rilascio del Brugneto: come sempre succede in Italia, quando non si vogliono risolvere i problemi, si organizzano tavoli, commissioni e cabine di regia. Le poltrone crescono, gli stipendi pure, e i disagi restano. Basta ragionarci, dibattere, cercare di capire, trovare le colture meno idroesigenti. Le banane? I cactus allevando cammelli?”. 

“Quando ci si renderà conto, una volta per tutte, – conclude Maloberti – dell’importanza che il settore agricolo riveste nell’economia della provincia, anche in termini occupazionali di manodopera fissa e stagionale, sarà troppo tardi. Le eccellenze delle nostre terre rappresentano cultura, tradizione e indotto. E queste derivano da colture irrigue che necessitano di acqua per lo più provenienti da acque superficiali ricordando che il ricorso alle falde sotterranee molto probabilmente arreca maggior danni ambientali”.

Foti (Fdi-An): “No alla politica del cappello in mano” – Botta e risposta tra Tommaso Foti (Fdi-An) e Paola Gazzolo, assessore regionale alla Difesa del suolo, Protezione civile e Politiche ambientali, sulla concessione dell’invaso del Brugneto, che – scrive Foti –  “include l’impegno a rilasciare defluire in alveo 2,5 milioni di metri cubi di acqua nel periodo dal 16 maggio al 15 settembre di ogni anno” sulla base di un disciplinare “ormai datato” che risale al 1960, quando – aggiunge – la situazione era ben diversa: da allora, infatti, “i fabbisogni degli acquedotti di Genova si sono drasticamente ridotti per la diminuzione della popolazione, ma soprattutto per la drastica contrazione di attività dell’industria siderurgica”.

Di qui, la richiesta di Foti alla Giunta di valutare la modifica di un disciplinare che “risulta desueto e non risponde più alle esigenze del territorio e degli agricoltori piacentini” e per “evitare che, ogni anno, l’area piacentina debba mendicare rilasci d’acqua supplementari”. Il 12 luglio 2013 – ricorda – fu stipulata tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria e la Società Mediterranea delle Acque Spa, incaricata dal Comune di Genova ad attuare il rilascio, una convenzione che, relativamente al maggiore rilascio di acqua dall’invaso del Brugneto nel periodo estivo, prevedeva la possibilità di maggiorare il deflusso di acqua dall’invaso del Brugneto al fiume Trebbia per un triennio, nel periodo 16 maggio-15 settembre, per un volume fino a 1,5 milioni di metri cubi.

Recenti dichiarazioni del competente assessore regionale della Liguria – aggiunge – escludono la possibilità di correggere questa convenzione, anche per “sottrarre a società Mediterranea Acque ogni discrezionalità, per di più esclusiva, sul rilascio dell’acqua”, e di rinnovarla. “Un disastro annunciato – rileva il consigliere – e il risultato di una fuga in avanti della politica e delle organizzazioni di categoria”, mentre “appare indispensabile tornare a rivendicare i sacrosanti diritti piacentini”.

“Un tema all’ordine del giorno”, conclude Foti, riportando notizie stampa di oggi, tra cui una dichiarazione del presidente del Consorzio di bonifica che chiede “i motivi del silenzio della Regione”, ricordando che il territorio piacentino abbia “accettato di bruciare i rifiuti di Genova, in cambio di maggiore attenzione sul tema dell’acqua”.

Comunicato di Fabio Callori – Vice Coordinatore Regionale di Forza Italia – Regione Emilia Romagna  – in merito alla situazione legata alla Diga del Brugneto
 
“Ritengo veramente inaccettabile la situazione   legata al  mancato rinnovo  del “patto” per il rilascio aggiuntivo  di acqua a favore della Valle piacentina. Totalmente  assenti l’Amministrazione Regionale, Provinciale e Comunale che, insieme all’assessore regionale piacentino, e quindi ben conscio di tale problema,  sono del tutto latitanti. E’ una partita alquanto importante che coinvolge l’intero territorio piacentino ma questo inefficiente modo di “fare politica” non riesce ad attenere risultati definitivi.

Era il 06 agosto del 2015 quando il Presidente della Regione si fregiava di aver stipulato un accordo straordinario  tra le regioni Emilia Romagna e  Liguria per il rilascio di 600 mila metri cubi di acqua in più  a tutela delle  necessità ambientali del Fiume Trebbia e in  risposta ai bisogni irrigui dell’agricoltura piacentina. Soddisfazione era stata espressa dal Presidente Bonaccini per il beneficio che ne avrebbero ottenuto le comunità rivierasche del Trebbia, oltre che liguri anche emiliane.

Oggi, a oltre un anno di distanza, si ripresenta l’annosa situazione a dimostrazione  che occorre sempre agire con cautela nelle affermazioni trionfali; come evidente  di vittoria definitiva non si tratta. E’ necessario, immediatamente e senza indugi, convocare un tavolo interregionale con  la supervisione governativa per siglare un accordo che tuteli sia  il settore agricolo altrimenti in seria difficoltà sia il  territorio piacentino che, allo stato attuale, ha l’incertezza di come affrontare e superare il periodo estivo.”
 

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