Rimpatrio volontario dei profughi, venerdì il primo rientro in Mali foto

In Prefettura di Piacenza la giornata informativa del progetto “Back to the Future” per il Rimpatrio Volontario Assistito e Reintegrazione dei cittadini stranieri di paesi terzi

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Lunedì 6 febbraio alla Prefettura di Piacenza si è tenuta la giornata informativa del progetto “Back to the Future” per il Rimpatrio Volontario Assistito e Reintegrazione dei cittadini stranieri di paesi terzi.

Il progetto, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 vede come ente capofila il Gus – Gruppo Umana Solidarietà “Guido Puletti”, impegnato da anni in interventi di accoglienza integrata per richiedenti e titolari di protezione internazionale.

“Back to the Future” è un progetto che offre assistenza al ritorno nei paesi di origine di cittadini di paesi terzi nell’ambito di un percorso individuale di reintegrazione socio-economico per favorire un ritorno efficace e sostenibile.

PRIMO CASO DI RIENTRO A PIACENZA – Anche a Piacenza c’è un primo caso di un migrante proveniente dal Mali che ha deciso di avvalersi del percorso di rientro assistito e venerdì tornerà nel suo paese d’origine. 

Con l’incontro in Prefettura a Piacenza, il Gus ha quindi informato gli attori territoriali della provincia di Piacenza e dell’area che abbraccia tutto il Nord-Est, che operano nel settore dell’accoglienza e integrazione dei cittadini stranieri, migranti e rifugiati, circa le opportunità offerte dal progetto.

Salvatore Ippolito, collaboratore del Gruppo Umana Solidarietà nato nelle Marche e diventata rete nazionale, ha spiegato nel dettaglio progetto: “Il programma di rientro volontario assistito è destinato a tutti i migranti, sia richiedenti asilo, sia regolari e anche clandestini purchè non abbiano avuto a carico un’espulsione.

Il programma vuole facilitare il rientro nel paese d’origine, i costi sono a carico del Ministero dell’Interno e di un fondo europeo, il Fami, dedicato ai paesi membri. Il ritorno deve essere su base volontaria e può essere riconducibile a varie cause, perchè si è concluso un progetto migratorio come accadde a tanti italiani che si recarono all’estero, anche per chi è appena arrivato e si è reso conto che non è facile restare. Ci sono talvolta anche motivazioni familiari che spingono a tornare al proprio paese. I paesi da cui si scappa per problemi politici o militari sono quelli meno interessati da questo tipo di rientri”.  

Noi forniamo un biglietto aereo di ritorno, un aiuto da 400 euro iniziale prima della partenza e poi un aiuto alla reintegrazione al paese d’origine fino a 2mila euro, con questo pacchetto elaboriamo con la persona un programma individuale di reintegrazione e abbiamo bisogno di partner sul territorio per dare attuazione al programma.

Fino ad ora abbiamo 17 persone in fase di rientro, da Piacenza abbiamo avuto un caso di rientro nel Mali. Il nostro programma è uno dei cinque finanziati e ha 200 posti a disposizione per il rientro volontario, abbiamo iniziato da pochissimo ma vogliamo presentarci e promuoverci perchè tanti immigrati non conoscono questa possibilità sostenuta dallo Stato italiano”.

Secondo il responsabile nazionale del Gus Giovanni Lattanzi, quello presentato è un progetto nuovo: “Perchè mette in sinergia migrazione e cooperazione, noi siamo una ong che si occupa anche di cooperazione internazionale e per questo abbiamo messo a punto un piano che offre una prospettiva di reintegrazione alle persone nel loro paese di origine, accompagnandole in un percorso che comprende anche partenariati con associazioni umanitarie locali”.  

Il prefetto di Piacenza Anna Palombi ha specificato: “Questo progetto prevede non solo il viaggio di rientro in patria, ma anche aiuti per reinserirsi ed aprire un attività economica, ad esempio. Adesso c’è bisogno di questo tipo di intervento, perché – spiega – le commissioni territoriali, impegnate nel vagliare le posizioni dei richiedenti asilo, stanno in questo periodo procedendo a negare questo riconoscimento. Il rientro volontario assistito serve ad evitare espulsioni, inevitabili se, al rifiuto delle commissioni, si aggiunge anche quello del consiglio di stato”. 

“Grazie a quresto progetto, una persona, attualmente ospitata – ha aggiunto – a Piacenza, farà rientro nel suo Paese d’origine, il Mali, dove sarà aiutato ad aprire una propria attività. E questo è un successo, perché è il primo caso sul nostro territorio. L’incontro di oggi serve proprio a questo, a far conoscere l’opportunità rappresentata dal rimpatrio volontario assistito, grazie al coinvolgimento dei gestori. Attualmente in provincia sono presenti 950 profughi, e ne arriveranno altri 15 durante la settimana, ai quali dovremo trovare una collocazione, anche se non sappiamo ancora dove”. 

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