Minacce e sequestro per estorcere 300 euro: quattro arresti in Valdarda foto

Prelevati dalla propria abitazione di Lugagnano, tenuti in "ostaggio" per circa 5 ore e poi obbligati a consegnare 300 euro in contanti. Un grave episodio che ha fatto scattare le indagini dei carabinieri della compagnia di Fiorenzuola, culminate nell'arresto di 4 soggetti.

Prelevati dalla propria abitazione di Lugagnano (Piacenza), minacciati con delle armi, tenuti in “ostaggio” per circa 5 ore e poi obbligati a consegnare alla “banda” 300 euro in contanti.

Un grave episodio avvenuto in Val d’Arda il 20 marzo scorso, terminato con l‘arresto di un 51enne residente a Fiorenzuola, pluripregiudicato, ritenuto dagli inquirenti il “capo” del gruppo. Insieme a lui il nipote 27enne, sempre residente a Fiorenzuola, un 32enne di Cadeo e un altro 27enne con residenza a Lugagnano, ma da un po’ di tempo domiciliato di fatto a Salsomaggiore Terme.

Per tutti l’accusa è di sequestro di persona, estorsione e detenzione e porto abusivo di armi.
Vittima un loro conoscente di 34 anni e il fratello; il primo, subito dopo l’accaduto, si era rivolto ai militari della locale stazione dei carabinieri, facendo scattare le indagini condotte dalla compagnia di Fiorenzuola, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Matteo Centini. 

Il fatto è accaduto nella notte del 20 marzo scorso: secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 34enne ha ricevuto “la visita” di due degli uomini coinvolti nell’agguato, di cui uno armato di pistola, i quali, a suon di minacce, chiedevano che versasse loro 800 euro.

Di fronte al suo rifiuto lo hanno prelevato per condurlo a Fiorenzuola e parlare direttamente con il più anziano del gruppo. Una situazione a cui ha assistito anche il fratello del 34enne, il quale, temendo che potesse accadergli qualcosa, ha deciso di seguirli.

Entrambi sono stati accompagnati in auto nell’abitazione del 51enne, a Fiorenzuola, dov’era presente anche il quarto complice.

Lì sono rimasti dalle 3 alle 8 del mattino, sotto la costante minaccia di pistola, coltello e manganello, impossibilitati a muoversi fino all’orario di apertura della banca, quando avrebbero costretto il 34enne a ritirare la somma direttamente allo sportello, ridotta a 300 euro in attesa di ricevere il resto in futuro. I fratelli sono stati accompagnati alla filiale e hanno fatto quanto richiesto, ma subito dopo il 34enne si è recato alla stazione dei carabinieri di Lugagnano, denunciando l’accaduto.

La vicenda ha trovato riscontro negli accertamenti tecnici condotti insieme ai militari del nucleo operativo del Norm e l’ausilio di un’unità del nucleo cinofili di Padova, con cui è stata perquisita l’abitazione del presunto “capo”, dove però non è stata rinvenuta la pistola.

Gli elementi raccolti hanno portato all’emissione di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite il 7 aprile scorso

INTERVISTA AL COMANDANTE PROVINCIALE  DELL’ARMA SCATTARETICO
 

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