Comunicato stampa Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) a sostegno di Telefono Rosa Piacenza
E’ con un insieme di sentimenti piuttosto diversi tra loro che oggi ho visitato il Centro Antiviolenza “La Città delle Donne” – Telefono Rosa di Piacenza .
Da un lato, provo rispetto e gratitudine nei confronti delle professioniste e delle volontarie del Servizio, che dal 1994 si preoccupano di contrastare il fenomeno della violenza di genere.
Da tanti anni, con tenacia ed affrontando svariate difficoltà – anche di tipo burocratico ed amministrativo – si prendono cura delle donne vittime di violenze di ogni tipo: fisica, psicologica, sessuale, religiosa ed economica. Queste donne coraggiose mettono in campo un’ampia gamma di professionalità, molto spesso gratuitamente, affinché altre donne, talvolta insieme alle loro figlie e figli, possano uscire da situazioni di abuso e di svantaggio e possano ricominciare una vita libera da paure e sopraffazioni.
Nel solo anno 2016, a Piacenza, presso la sede del Centro e/o telefonicamente, sono state accolte ed ascoltate 328 donne. Di queste, 240 sono state persone con una “nuova” richiesta, mentre 88 erano già seguite negli anni precedenti. Le attività svolte soddisfano davvero un’ampia gamma di necessità: sostegno legale, ricerca di un lavoro, laboratori professionali, sostegno psicologico, laboratori di lingua italiana, sostegno nel lungo e difficile riscatto dalla violenza subita.
Le due strutture protette, invece, hanno ospitato (ovvero, messo in protezione) 24 donne con 32 minori. In questo momento, le strutture hanno in carico cinque donne e sette minori.
Questi dati strabiliano, e non possono che suscitare ammirazione per la grande mole di lavoro che sottendono. Contemporaneamente, sono indignato, addolorato ed anche molto preoccupato: analizzando i dati nazionali (per fortuna, quelli locali non raggiungono queste proporzioni), si evince chiaramente che il fenomeno della violenza di genere non è affatto in dimissione.
Nel 2016, in Italia sono state 120 le donne uccise dal compagno, dal marito, dal fidanzato o da un uomo che diceva di amarle. E dal primo gennaio 2017 a oggi sarebbero almeno oltre 20 le donne uccise per mano maschile: una vittima ogni tre giorni, circa. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (circa il 72%) in famiglia.
Per fortuna, a Piacenza un Centro Antiviolenza c’è e funziona molto bene: ma i dati ci mostrano che non possiamo affatto abbassare la guardia.
Credo che “La Città delle Donne – Telefono Rosa” meriti tutto l’aiuto che l’amministrazione comunale può fornire. A partire dal mantenimento degli alloggi ad indirizzo segreto e riservato, per proseguire con il Patrocinio del Comune alle iniziative organizzate dal Centro, sino alla garanzia di una completa autonomia, da parte del Centro Antiviolenza, sia nella gestione dei fondi che – a livello regionale e nazionale – vengono erogati a questo servizio, sia nella gestione delle strutture protette messe a disposizione dal Comune al Telefono Rosa.
Sono anche fermamente convinto del fatto che le volontarie e le professioniste che si occupano delle donne da tanti anni siano portatrici di un livello di preparazione tale da renderle più che autorevoli nella gestione di ogni aspetto del Servizio e che l’Amministrazione debba mettersi in ascolto ed al supporto di chi, in tanti anni, ha saputo dimostrare la propria tenacia ed il proprio valore al servizio della dignità e della salvaguardia delle cittadine in difficoltà.