Sport e disabili “Ora impianti adeguati, stessi diritti e stessi doveri”

Sport e disabili a Piacenza. In questi anni la platea delle persone disabili che si sono avvicinate allo sport, grazie anche all'attività del Cip (Centro Paralimpico italiano) si è ampliata parecchio

Sport e disabili a Piacenza. In questi anni la platea delle persone disabili che si sono avvicinate allo sport, grazie anche all’attività del Cip (Centro Paralimpico italiano) si è ampliata parecchio.

Per questo servono strutture sportive adeguate e anche una mentalità più inclusiva da parte del mondo dello sport. 

Abbiamo chiesto al Cip di Piacenza di formulare alcune domande per la nuova amministrazione comunale sul tema del rapporto tra lo sport e la disabilità.

Riportiamo le risposte che erano pervenute dallo staff di Patrizia Barbieri appena prima del secondo turno del voto che l’ha eletta sindaco. Per motivi di tempo non erano state pubblicate.

Crediamo che oggi ci siano i presupposti perchè quanto promesso possa trovare realizzazione nella realtà. Ecco le domande e le risposte

1)   Che cosa dovrebbe fare la nuova amministrazione per favorire l’inserimento dei ragazzi disabili nelle società sportive convenzionali dato che in questo momento nulla viene fatto di istituzionale e le società stesse, la maggior parte, sono restie a questo inserimento?
 
Se si parte dal concetto che lo sport é una componente della persona e che il disabile é prima di tutto una persona, poi anche disabile, una amministrazione comunale deve difendere questo valore culturalmente acquisito.
 
In quello che una amministrazione deve attuare non può fare distinzione tra sport di disabili e sport di normodotati, stessi diritti e stessi doveri. Se considera lo sport dei normodotati più importante dello sport dei disabili ha già sbagliato in partenza.
 
2)   Che cosa dovrebbe fare la nuova amministrazione per favorire l’ attività sportiva paralimpica nelle strutture comunali gestite direttamente o indirettamente dall’amministrazione dato che alcune, pur essendo  accessibili,  andrebbero strutturalmente adattate al tipo di disabilità che ne richiede l’uso?
 
L’ utilizzo degli impianti sportivi deve essere equo tra i due tipi di sport e quindi l’assegnazione nell’ uso deve essere paritetico. Se alcuni impianti non sono adatti allo sport disabili, vanno modificati e adattati alle esigenze della richiesta.
 
3)   Che cosa dovrebbe fare la nuova amministrazione comunale attraverso l’ufficio sport per meglio gestire gli impianti comunali e provinciali, dato che gli impianti dopo un certo orario la gestione passa dagli istituti scolastici alla gestione comunale, tenendo conto che la priorità é quasi sempre data alle società convenzionali “importanti” lasciando qualche briciola all’attività paralimpica
 

Le assegnazioni alle società sportive convenzionali devono tenere conto di una doppia necessità:
nel bando deve essere inserito l’obbligo di lasciare spazio anche all’ attività disabili in base a un certo numero di ore, possibilmente gratuita o comunque a tariffe agevolate; se sono impianti a gestione diretta dell’ amministrazione si devono prevedere gli stessi principi e gli impianti devono essere assegnati, nei limiti della realtà cittadina allo sport disabili.
 
4)    Cosa ne pensa la nuova amministrazione della creazione di una cittadella paralimpica dedicata ad almeno i 15 sport attualmente praticati che in questo modo avrebbero impianti normali e adattati indipendenti (non ci vogliono impianti megagalattici, bastano semplici impianti tradizionali), cittadella dotata di servizi pubblici di linea o apposite navette?
 
La “cittadella” dello sport paralimpico, sfruttando ad esempio gli impianti militari dismessi, risolverebbe molti problemi evitando anche di contrapporre impianti adatti alla disabilità e quindi da modificare ad altri che possono restare immutati strutturalmente. Risolverebbero il problema del trasporto limitandolo a una “navetta” che ha solo un percorso da fare. In questa cittadella si darebbe sede soprattutto a polisportive disabili e/o miste.