De Micheli presenta il suo libro: “Più politiche attive del lavoro e meno assistenzialismo” foto

Una buona legge che ha ottenuto ottimi risultati. È la legge Marcora ideata dall'allora ministro democristiano, che consente ai lavoratori di riscattare la propria azienda in difficoltà per cercare di rilanciarla.

Una buona legge che ha ottenuto ottimi risultati. È la legge Marcora ideata dall’allora ministro democristiano, che consente ai lavoratori di riscattare la propria azienda in difficoltà per cercare di rilanciarla.

E la sua applicazione negli ultimi anni, attraverso i casi concreti, è il tema del libro che il Sottosegretario Paola De Micheli ha scritto a sei mani con il giornalista Stefano Imbruglia e il collega parlamentare Antonio Misiani: “Se chiudi ti compro” con la prestigiosa prefazione di Romano Prodi.

La prima presentazione piacentina del volume edito da Guerini & Associati si è tenuta a Bobbio, nel corso della Settimana della Letteratura alla presenza di Paola De Micheli, intervistata da Nicoletta Bracchi.

Dieci storie di imprese, quelle descritte nel libro, che sono state rigenerate grazie agli strumenti messi a disposizione dalla legge, ma soprattutto con la forza di volontà e la voglia di risalita delle persone coinvolte, dei dipendenti diventati proprietari-cooperatori.

Il governo insieme alle centrali cooperative – ha ricordato Paola De Micheli – è titolare di un fondo al quale i lavoratori possono chiedere le risorse per ridare vita alla loro imprese.

Dall’85 ad oggi ci sono state centinaia di aziende che hanno aderito al progetto e gli strumenti della legge sono ancora validi oggi, perché siamo entrati in una fase nuova per il sistema imprenditoriale italiano, una fase delicata di transizione.

Il passaggio generazionale in tante piccole imprese con i proprietari ultra sessantenni è diventato un problema – ha evidenziato Paola De Micheli – per questo vorremmo nei prossimi mesi aggiornare la legge Marcora per adeguarla al tema del ricambio generazionale.

Il fondo rotativo di investimento della legge è stato rifinanziato nell’ultima legge di bilancio, c’è bisogno di questa legge anche per dare un impulso alle politiche attive del lavoro.

Perché i lavoratori che sono stati espulsi dal mondo del lavoro possano rimettersi in gioco senza essere relegati nella sfera degli assistiti.

Il dramma della disoccupazione ha toccato tanti negli ultimi anni – ha fatto notare – a causa della crisi, cinque milioni di famiglie in Italia, e nel libro c’è una parte dedicata anche alla dimensione umana, all’impatto sulle vite reali delle persone.

C’è una fase in cui la colpa della perdita del lavoro viene addossata a un capro espiatorio, poi il disoccupato tende ad addebitare la responsabilità della sua condizione a se stesso.

Per questo è importante raccontare invece storie di speranza, di persone in carne ed ossa che davanti a un bivio hanno scelto. E che hanno trovato la strada per superare la crisi.

Con questo libro non facciamo un esercizio di eccesso di ottimismo ingiustificato, ma facciamo un’operazione di verità, per offrire la consapevolezza che nel paese reale ci sono gli strumenti per dare una svolta al proprio destino.

L’appello più politico del libro è legato alla necessità di spingere molto di più le politiche attive del lavoro. Per rendere davvero strumento di promozione sociale le risorse investite contro la disoccupazione.

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