Ceci, cascine abbattute per le tasse. Palmizio (Fi) scrive al Ministro

"E' sufficiente abbattere il tetto per non dover regolarizzare le cascine, così il paesaggio è ora ridotto ad un cumulo di macerie, ma, ironia della sorte, in regola per lo Stato"

“Premesso che le tasse sono un dovere, è anche vero che non possono essere applicate trasversalmente senza tenere conto di alcune situazioni”.

A dirlo è l’onorevole Elio Massimo Palmizio (Forza Italia), che ha presentato una interrogazione al Ministro dei Beni Culturali su quanto sta accadendo nell’area piacentina tra Ceci di Bobbio, Case Sotto e Sopra, e Menconico nel pavese.

Il Decreto legge 6 dicembre 2011 – spiega Palmizio – prevede che: “I fabbricati rurali iscritti nel catasto dei terreni ../..devono essere dichiarati al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre 2012../.. “. Alla scadenza del termine ultimo utile per la dichiarazione al catasto edilizio urbano, i fabbricati rurali ancora iscritti al catasto terreni e non ancora dichiarati risultavano più di 800 mila; l’Agenzia delle Entrate ha quindi inviato migliaia di avvisi bonari ai proprietari rintracciando anche discendenti che nemmeno sapevano di possedere questi fabbricati, fabbricati per lo più disabitati, cascine con pollai, piccole stalle o ricoveri per attrezzi”.

“Le località menzionate – prosegue – sono abitate per la maggior parte da pensionati (con una media di 600 euro mensili di pensione) o agricoltori e contadini ed i fabbricati in questione risultano essere storiche cascine fatte di sassi, risalenti ad oltre 200 anni fa, centinaia di “paesini – presepe”, dall’alto valore storico e culturale, che i residenti si vedono costretti a ridurre in macerie per evitare di pagare tasse insostenibili per il loro tenore di vita”.

“Il paradosso è che è sufficiente abbattere il tetto per non dover regolarizzare le cascine, così che il paesaggio che ci si trova davanti percorrendo le località è ora ridotto ad un cumulo di macerie, ora divenute anche pericolose, ma, ironia della sorte, in regola per lo Stato. Questa assurda situazione ha visto la demolizione dei tetti dei pollai e la distruzione del panorama storico e culturale di queste zone”.

“Ho quindi chiesto al Ministro – conclude – quali misure intenda adottare per salvaguardare il patrimonio artistico, storico e culturale delle località menzionate ed evitare che i cittadini residenti siano costretti a demolire totalmente o parzialmente i fabbricati e se non intenda prevedere un’area “no tax” o di agevolazione fiscale per aree di così importante valore storico, artistico e culturale”.