“No alla legge Fiano” il consiglio approva. Pullman del Pd a Como

La risoluzione ha ottenuto 22 voti a favore (tutto il centrodestra più Liberi), contrario il centrosinistra e Sergio Dagnino del Movimento 5 Stelle. A favore invece l'altro consigliere a 5 Stelle Andrea Pugni

Nel corso della seduta del consiglio comunale di Piacenza ha ottenuto l’ok dall’assemblea la risoluzione presentata da un gruppo di consiglieri di centrodestra per chiedere che la legge Fiano (contro l’apologia del fascismo) non venga approvata dal Parlamento. 

La risoluzione ha ottenuto 22 voti a favore (tutto il centrodestra più Liberi), con l’eccezione dell’astenuto Michele Giardino (Fi); contrario il centrosinistra e Sergio Dagnino del Movimento 5 Stelle. A favore invece l’altro consigliere a 5 Stelle Andrea Pugni.

Nel provvedimento – illustrato in aula da Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) – viene sostenuto che “nell’ordinamento italiano sono già in vigore norme coerenti con il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana. Non si vede, quindi, ragione, se non di propaganda politica di illiberale costrizione della libertà d’espressione”.

L’esponente di Fratelli d’Italia ha definito la Legge Fiano un provvedimento che mira a “processare le idee con intento liberticida”.

“Non possiamo permettere che lo Stato – ha aggiunto – , a seconda delle maggioranze che si formano in Parlamento, metta fuorilegge le idee. Dobbiamo fare controlli più accurati sulla finalità di certe associazioni, per capire se sono formare da pensatori convinti o agenti provocatori”. 

Di tutt’altro avviso la consigliera dem Giulia Piroli: “E’ una legge che precisa i termini dell’apologia del fascismo, entrando nel dettaglio di alcuni comportamenti e azioni, come la vendita di gadgets e icone fasciste. Inoltre certi gesti come il saluto romano spesso banalizzati, sottendono una violenza che non è semplice folklore, che di questi tempi non si può sottovalutare”.

Secondo Davide Garilli della Lega Nord “fascismo e comunismo sono idee anacronistiche e l’antifascismo è una battaglia contro cadaveri di un’epoca che è finita”. 

Michele Giardino (Forza Italia) ha riflettuto: “E’ un bel tema adatto a un convegno, mi asterrò su questo tema e lo farò su tutte le tematiche che in futuro coinvolgeranno in modo improprio il consiglio comunale”. 

Luigi Rabuffi (Piacenza Comune) nell’annunciare il suo voto contrario alla risoluzione ha evidenziato: “La libertà di manifestare sarà sempre garantita purchè non si contrabbandi un’ideologia che la Costituzione ha escluso dal nostro ordinamento”.

Per Massimo Trespidi (Liberi) “dell’iniziativa di Fiano non se ne sentiva il bisogno, perchè le leggi di Scelba che ci sono sufficienti. La storia va studiata e imparata. Non abbiamo bisogno di riproporre una guerra civile che abbiamo superato”.

L’esponente dei Cinque Stelle Sergio Dagnino ha motivato il suo voto contrario: “Provo avversione verso qualunque tipo di sopruso, a partire da quello verbale. Siamo in Italia e per la nostra storia vedere un saluto fascista in strada mi causa avversione. La violenza nelle parole è da condannare allo stesso modo di quella fisica”.

Manifestazione antifascista a Como sabato 9 dicembre – Un pullman da Piacenza a Como per partecipare alla manifestazione indetta dal Partito Democratico il 9 dicembre prossimo contro ogni intolleranza e contro il fascismo. 

Lo ha annunciato in consiglio comunale il capogruppo dem Christian Fiazza nel commentare il blitz degli skinheads nella sede dell’associazione di volontariato “Como senza frontiere”, a cui hanno partecipato anche tre piacentini.

Ricordiamo che tutti gli skin, nelle immagini del VIDEO che ha fatto il giro d’Italia, sono stati denunciati per violenza privata.

“Siamo amareggiati e sorpresi per quello che è accaduto a Como – ha detto Fiazza nel corso delle comunicazioni iniziali – dopo aver visto le immagini del video. Crediamo che il pericolo sia la sottovalutazione dell’ignoranza”.

“Anche se le parole del proclama letto nel corso del blitz – ha fatto notare – esprimevano l’opinione del movimento, si coglieva tuttavia un’atmosfera minacciosa e di intimidazione psicologica. E’ la modalità con cui è avvenuta l’azione che è inaccettabile. I valori del rispetto non hanno un colore politico”.  
 

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