Bilancio di previsione, Passoni “Efficientamento della macchina comunale” foto

E’ iniziata “l’opera di efficientamento, più che di razionalizzazione” della macchina comunale di Piacenza. E’ questa la stella polare del bilancio di previsione 2018-2020, presentata in commissione dall’assessore Paolo Passoni, nella seduta condotta dal vice presidente Francesco Rabboni.

L’assessore mette subito le cose in chiaro: non ci sono squilibri di bilancio, “perché le entrate e le uscite procedono di pari passo”. Ma questo non significa che non sia necessario, per le casse comunali, una “contrazione delle spese, pur mantenendo una buona qualità dei servizi”. “Abbiamo già iniziato – sottolinea -, con una diversa impostazione su cose che prima venivano considerate come spese storiche“.

L’assessore torna più volte sui tagli apportati alla Fondazione Teatri (contestati anche dai consiglieri regionali Pd Gianluigi Molinari e Katia Tarasconi) e sulle polemiche scaturite dalla riduzione di contributi a associazioni che operano nel settore della cultura e di organizzazione di eventi (pur senza essere citato, il pensiero va al Piacenza Jazz Fest di Gianni Azzali).

“Ci sono attività che devono iniziare a camminare sulle proprie gambe – osserva Passoni -, perché non è possibile che si debba ricorrere solo a finanziamenti comunali”. Un sostegno va cercato, semmai, da sponsor privati, dice Passoni. “Ho visto cose bellissime organizzate con poche risorse. Anche la nostra candidatura a capitale della Cultura ha visto un investimento contenuto, a differenza di altre città che hanno invece speso cifre più consistenti. I risultati non sono mancati, visto l’inserimento di Piacenza nella short list“.

Ma non finisce solo la cultura, sotto la lente di ingrandimento. Tra le attività da sottoporre a verifica finisce anche la spesa sociale. “Va ridefinito – sostiene Passoni – un equilibrio sostenibile tra risorse pubbliche e welfare locale“. Vera nota dolente del bilancio è la difficoltà di sostenere investimenti e dare gambe al piano delle opere pubbliche. “Chiuso anche il bilancio consuntivo 2017  in primavera faremo un’analisi per vedere quali sarà possibile realizzare – anticipa -. Per finanziarle è possibile ricorrere alla vendita di proprietà immobiliari del Comune, ma di certo non si può fare cassa dall’oggi al domani. A questo proposito, l’amministrazione valuterà la cessione di quote delle partecipate comunali“.

I NUMERI – Il bilancio vede il pareggio finanziario, tra entrate e uscite, a 205 milioni e 29mila euro. Ammontano a 76 milioni di euro le entrate correnti (di natura tributaria) che restano sostanzialmente invariate, nel 2018, rispetto al 2017. Per il 2019 è un aumento, con il ritocco dell’addizionale Irpef (da 8 milioni a 6o0mila euro si passerà a 11 milioni e 130mila euro) previsto però, sottolinea Passoni, solo come clausola di salvaguardia. Per il 2018 le aliquote non saranno toccate. Anche le entrate Imu (26 milioni e 620 mila euro) restano uguali al 2017, la Tasi è a quota 3 milioni e 950mila euro, la Tari a 20 milioni a 782mila euro.

Tra le entrate figurano anche i trasferimenti da amministrazioni pubbliche e europee, pari a 5 milioni e 400 mila euro, mentre 27 milioni di euro arrivano da entrate extratributarie. Di questi, 14 milioni di euro arrivano dalle rette di servizi erogati (nidi, mense e canoni di occupazione di suolo pubblico), e oltre 5 milioni da multe dovute a violazioni del codice della strada. Altri 11 milioni di euro arrivano invece dallo Stato, grazie al bando periferie, e serviranno alla riqualificazione del comparto di piazza Cittadella. Gli oneri di urbanizzazione raggiungono invece quota 3 milioni e 245mila euro.

Sul fronte delle spese, a fare la parte del leone sono quelle del personale, con l’accantonamento di 612 mila euro, per il 2018, destinati all’adeguamento contrattuale dei dipendenti comunali. A questi si aggiungeranno altri accantonamenti destinati al piano delle assunzioni già annunciato: 470mila euro per l’anno 2018, un milione e 117 mila per l’anno 2019 e un milione e 400mila euro per l’anno 2020. “Andremo a coprire pensionamenti, ma arriveranno anche risorse fresche in Comune” – dice Passoni.

Sul fronte degli investimenti, sono previsti 30 milioni di euro destinati in gran parte alle opere pubbliche (circa 23 milioni), che si riducono poi nel 2019 e nel 2020. Aumentati gli stanziamenti per le università: i contributi per Cattolica e Politecnico ammontano a 125mila euro ciascuno.

Nel bilancio, che chiude con un avanzo di 764mila euro, sono previsti anche accantonamenti per le società partecipate che hanno comunicato al Comune la chiusura in passivo dell’esercizio 2017. Si tratta di Asp (disavanzo di 187 mila euro, quota in capo al Comune – 176 mila euro) e Piacenza Expo (- 400 mila euro, di cui quota in capo al Comune pari a – 217mila euro).

DIBATTITO E CONCLUSIONI – Il documento viene approvato dalla maggioranza, che però non resta compatta. Nelio Pavesi esprime a nome della Lega un voto di astensione, dovuto alla previsione di aumento dell’addizionale Irpef nel 2019, un passaggio che, a suo dire, non è stato concordato all’interno della maggioranza. Piacenza in Comune e Liberi non partecipano al voto, Pd, M5s e Piacenza più esprimono voto contrario.

Christian Fiazza (Pd) annuncia che “presteremo grande attenzione alle partecipate, tema molto delicato”, Nicola Domeneghetti (FdI-An) suggerisce che l’amministrazione possa accendere mutui per finanziare gli investimenti di cui ha bisogno, “cosa preferibile alla vendita di quote di partecipate che possono dare utili”. Ipotesi questa che viene condivisa anche da Andrea Pugni (M5s) stante il basso indebitamento dell’ente. Mauro Monti (Liberi) chiede dove l’amministrazione voglia intervenire per razionalizzare le spese, “al di là dello spostamento di cifre da un capitolo all’altro. Quali sono gli interventi significativi?”.

Su Piacenza Capitale della Cultura, Giulia Piroli (Pd) dice che “vedremo venerdì (quando si saprà l’esito delle candidature, ndr) quale sarà il risultato”. Questa amministrazione da un lato taglia, dall’altro aumenta le spese, osserva la consigliera, con il ricorso a un portavoce e a un capo di gabinetto. Stefano Cugini (Pd) chiede invece un chiarimento sulla prospettata riduzione delle spese dedicate al welfare.

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