“Contro il carabiniere la logica del branco”. Si consegna il terzo arrestato

Tre ordinanze di custodia cautelare già emesse emesse dal Gip e altrettanti soggetti che potrebbero essere nel mirino della Procura della Repubblica di Piacenza per l’aggressione al carabiniere durante il corteo antagonista di sabato scorso.

polizia arresto antagonista

Due gli arresti già eseguiti: in carcere sono finiti un 28enne della provincia di Torino, Giorgio Battagliola e un 23enne di nazionalità egiziana, Moustafa Elshennawi, residente a Pavia, ma di fatto domiciliato a Piacenza. Entrambi si trovano in carcere accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

A loro si aggiunge Lorenzo Canti, modenese di 23 anni appartenente al collettivo ‘Guernica’. Anche lui, come già i due manifestanti finiti in manette a Pavia e Torino per lo stesso fatto, avrebbe partecipato nell’aggressione al militare. Il giovane, accompagnato dal proprio legale, si è consegnato alla Questura di Bologna: colpito da misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del tribunale di Piacenza a seguito dell’attività investigativa condotta dal Nucleo Informativo dei carabinieri e dalla Digos di Piacenza, verrà portato alle Novate.

L’ egiziano 23enne aveva un appartamento e lavorava a Piacenza, in un’azienda di logistica.Dopo essere stato individuato a Belgioioso, nel Pavese, polizia e carabinieri lo hanno portato a Piacenza. Arrivato in caserma, è stato sottoposto a fotosegnalamento e trasferito alle Novate. Da quanto si è appreso, nella notte è stata anche perquisita la sua dimora nella zona cittadina della stazione. Qui è stata sequestrata la bandiera del sindacato Si Cobas, indossata durante la manifestazione, al quale pare che l’arrestato sia iscritto.

Secondo l’accusa avrebbe sottratto lo scudo al carabiniere per poi colpirlo, mentre il 28enne lo avrebbe colpito ripetutamente con un’asta di una bandiera i carabinieri che stavano fronteggiando il corteo, facendo cadere il militare.

Le indagini interforze eseguite da carabinieri e polizia sono coordinate dal Pubblico Ministero Roberto Fontana  e hanno portato finora alla denuncia di 11 persone.

Nell’ordinanza spiccata ieri dal gip viene sottolineata la logica del “branco” con la quale avrebbero agito gli accusati, identificati grazie al raffronto delle immagini della manifestazione di sabato con altri documenti filmati nell’archivio delle forze dell’ordine. La Procura potrebbe pensare di procedere con un giudizio immediato per i soggetti coinvolti nel pestaggio.

Nelle immagini le fasi dell’arrivo alla caserma Biselli di Piacenza dell’Arma alla presenza di polizia e carabinieri.

INTERVENTO SIAP PIACENZA – “Piena soddisfazione per i risultati investigativi raggiunti grazie alla collaborazione tra le forze di Polizia in più province del Paese, che hanno assicurato alla giustizia i vari responsabili del vile attacco agli uomini dello Stato in occasione degli scontri avvenuti a Piacenza il 10 febbraio in via S. Antonino”. Così il segretario provinciale del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) Sandro Chiaravalloti.

“Una risposta così è una garanzia di uno Stato che deve sempre più dare risposte concrete ai cittadini che necessitano di continue garanzie e certezze. Complimenti ai colleghi che hanno ancora una volta dimostrato grandi capacità investigative riconosciute da sempre”.

“Complimenti ai vertici, al Questore di Piacenza Ostuni e al Colonnello dei carabinieri Scattaretico che, con la loro presenza sul campo,  hanno dimostrato quanto la collaborazione e la sinergia sono gli strumenti  più efficaci utili a difendere la sicurezza dei cittadini sempre più bisognosi e assetati di giustizia. Speriamo si continui in questa direzione piena di motivazioni e collaborazione”.

BERGONZI (PD): “ORA PENE SEVERE” – “Complimenti alle forze dell’ordine e agli investigatori che, in pochi giorni, hanno portato all’arresto di tre persone ritenute responsabili del pestaggio del carabiniere durante il corteo antagonista di sabato scorso a Piacenza. Hanno svolto un ottimo lavoro investigativo: ora l’auspicio è che, una volta accertate le responsabilità, vengano applicate pene severe come richiede la gravità dei fatti compiuti”. Così l’onorevole Marco Bergonzi (Pd).

GAMBARINI (FI): “PENA ESEMPLARE PER I RESPONSABILI” – “Mi complimento con la Digos per aver individuato velocemente i responsabili degli scontri e della violenze avvenuti alcuni giorni fa a Piacenza in occasione del corteo antifascista. Ora, la giustizia farà il suo corso: se condannati questi delinquenti – un immigrato e due attivisti di centri sociali – meritano una pena esemplare perchè non è tollerabile che una città venga messa a ferro e fuoco e agenti di polizia vengano picchiati solo perchè fanno il proprio lavoro”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, candidata alla Camera per Forza Italia nel collegio plurinominale di Piacenza Parma Reggio Emilia.

MURELLI (LEGA) – “PREOCCUPAZIONE PER SALDATURA TRA SINDACATI DI ESTREMA SINISTRA E VIOLENTI” – «Soddisfazione per gli arresti e preoccupazione per la possibile saldatura tra sindacati di estrema sinistra e violenti. Ora la giustizia continui il suo corso e chi sarà riconosciuto colpevole sconti la pena fino in fondo». Lo afferma il candidato della Lega, Elena Murelli (proporzionale alla Camera del Collegio Piacenza-Parma-Reggio) commentando gli arresti di polizia e carabinieri, a Piacenza e Torino, dei presunti responsabili del pestaggio al carabiniere avvenuto durante gli incidenti del 10 febbraio a Piacenza. Per il candidato del Carroccio «è necessario ristabilire le regole e attuare un controllo più ferreo sui centri sociali, in particolare su quelli irregolari che andranno chiusi. Il timore è che un’idea distorta di fare politica porti le persone più ideologicamente orientate a giustificare la violenza. D’altra parte, con la campagna del Pd condita dal leit motiv “fascismo-nazismo-razzismo” il rischio è più che concreto». Murelli, inoltre, propone di istituire pene ad hoc – che siano certe – per chi aggredisce le Forze dell’ordine, sul modello dei Paesi del Nord Europa: «In Gran Bretagna, chi picchia un poliziotto viene subito arrestato, processato e, se condannato, passa qualche mese in carcere. Da noi, invece, quante volte abbiamo visto nei tribunali persone accusate di resistenza, lesioni e minacce ai poliziotti venire scarcerato dopo il processo per direttissima?». Murelli conclude: «C’è un altro dato che colpisce e cioè che gli incidenti avvengono spesso quando in piazza vanno centri sociali, estrema sinistra o frange più ideologizzate del sindacato. Quelle frange che si oppongono allo Stato, al buon senso e a tutti i cittadini, associazioni e partiti che invece manifestano in modo pacifico».

 

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