Corteo, “ordinanza del questore arrivata a Comune chiuso”

I disordini e le violenze durante il corteo antagonista di sabato scorso a Piacenza hanno tenuto banco in apertura della seduta di venerdì del consiglio comunale durante le comunicazioni. Pesante l’attacco di Tommaso Foti (FdI) in merito alla gestione del corteo in città, in risposta al comunicato stampa dei giorni scorsi del Pd che attaccava il sindaco Patrizia Barbieri riguardo ai disordini che si sono verificati. 

“Sabato è stata scritta una delle peggiori pagine della storia della nostra città – apre la serie di interventi Gian Carlo Migli (FdI) -. Nella giornata che doveva essere dedicata alla tragedia delle Foibe, la manifestazione organizzata dal collettivo ControTendenza si è rivelata per quella che voleva essere, con vili delinquenti che, a volto coperto, hanno sparso violenza inaudita e terrore. Serve una condanna netta e condivisa, sono fatti da non sminuire come è stato fatto – continua -. La matrice di questa violenza è ben chiara: proviene dalla sinistra e dai centri sociali”.  Migli censura anche il comportamento di chi, pur sedendo in consiglio comunale (come Luigi Rabuffi, di Piacenza in Comune) che hanno partecipato alla manifestazione, oltre a quello dei consiglieri Pd che sono intervenuti attribuendo all’amministrazione la responsabilità del degenerare della manifestazione.È uno squallido tentativo – sostiene – di distogliere l’attenzione da quanto è successo”. 

Per Mauro Monti (Liberi) i fatti del 10 febbraio rappresentano una ferita, un triste ritorno al passato. Monti cita “Anthem” di Leonard Cohen: “There’s a crack in everything, that’s how the light gets in”. Come in ogni cosa c’è una crepa, ed è proprio così che la luce riesce ad entrare, così dobbiamo capire cosa abbiamo imparato dagli avvenimenti dello scorso sabato, dice l’esponente di Liberi.

“Sono d’accordo con il consigliere Monti, la giornata di sabato ha rappresentato una ferita per la nostra città” l’intervento di Davide Garilli, consigliere della Lega Nord . Ma come è nata questa manifestazione? Per il consigliere gli esiti erano prevedibili visto il “siparietto tra l’ex consigliere Carlo Pallavicini e il consigliere Pd Stefano Cugini, su a chi appartenesse la potestà sul tema dell’antifascismo”. Garilli ha inoltre censurato la partecipazione del consigliere Rabuffi alla manifestazione, così come ha definito una “deplorevole strumentalizzazione” l’intervento del Pd nei confronti del sindaco Barbieri. “L’antifascismo nel 2018 è una casacca da indossare per chi ormai non ha più nulla da dire in politica e non possono far altro se non lottare contro una pagina di storia conclusasi molti decenni fa – conclude il consigliere -. in poche parole al giorno d’oggi si può definire l’antifascismo con frase famosa, che qui non posso ripetere in consiglio comunale, di Paolo Villaggio”.

“La condanna del Pd è ferma, rispetto a quanto è accaduto – afferma Giorgia Buscarini (Pd) – non ci può essere antifascismo se si usa la violenza”. La consigliera riprende la collega Capucciati: “Nessuno di noi ha partecipato al corteo del pomeriggio, eravamo presenti alla manifestazione del mattino”. Roberto Colla (Piacenza Più) esprime “condanna ferma e netta agli episodi di violenza. Per me la ferita è stata triplice: come cittadino, come consigliere comunale e come appartenente a un corpo di polizia. Esprimo la massima solidarietà al collega ferito”.

“La politica deve fare un salto di qualità, a partire da noi che siamo in consiglio comunale – dice Sergio Dagnino (M5s) -. Dobbiamo superare questa contrapposizione inutile, vecchia e soprattutto dannosa per il Paese. Purtroppo siamo in campagna elettorale, una campagna elettorale fatta di continue accuse e ripicche, e soprattutto strumentalizzazioni, come è accaduto in questo episodio che noi condanniamo fermamente. Diversamente, non è possibile fare il bene della politica e del Paese. L’antifascismo però rimane un valore della nostra Costituzione, consigliere Garilli, non possiamo quindi cancellarlo con un colpo di spugna”.

Mauro Saccardi (Fi) interviene contro “l’antifascismo ideologico, che si riempe la bocca di democrazia e non vuole riconoscere all’avversario politico, sempre visto con odio e disprezzo, di avere democratica e pluralistica opportunità di presenza sul territorio”. Saccardi poi attacca sia l’ex consigliere Carlo Pallavicini e il consigliere Rabuffi. “Quest’ultimo scrive che “basta qualche cretino per rovinare una giornata in cui si è respirato profumo di libertà e di tolleranza”. Qui si vuole minimizzare o si è scarsi in matematica” dice Saccardi.

Michele Giardino (Fi) apprezza che sia arrivata, seppur conti e sfumature diverse, la condanna ai fatti di sabato scorso da parte dell’assemblea consiliare, nonostante la “sterile polemica del Pd nei confronti del sindaco”. “Le forze dell’ordine non sono ne’ di destra ne’ di sinistra – dice – sono il presidio dell’incolumità di tutti noi, garantiscono la nostra tutela e la pacifica convivenza”.

Da ex carabiniere, Andrea Pugni (M5s) non poteva non esprimere solidarietà al militare ferito. In merito alla candidatura a Capitale della Cultura, Pugni riconosce il maggior “peso” della città Ducale. La scelta di Parma rappresenta comunque un’occasione per lavorare insieme, sottolinea il consigliere pentastellato.

Dopo gli attacchi ricevuti, Luigi Rabuffi prende la parola per rispondere. “In una giornata in cui in tutta Italia si è parlato di democrazia, a Piacenza abbiamo assistito a un episodio di violenza inqualificabile – dice -. La violenza è sempre da condannare. Chi ricorre alla violenza perde sempre, ed esprimo la mia solidarietà al carabiniere che si trovava a Piacenza per guadagnarsi una giornata di lavoro. A lui va la mia solidarietà piena e incondizionata. Ma la violenza non è solo fisica, lo posso dire visti gli attacchi ricevuto da chi non mi conosce neppure. Ricordo che la nostra Costituzione è di tutti, e non si può interpretare a piacere, come purtroppo accade. Non va garantita agibilità politica a chi semina odio e intolleranza”.

“Io festeggerò quando la nostra Costituzione sarà anche anti comunista – spiega Antonio Levoni (Liberali) -, e lo dico da figlio di uno dei partigiani piacentini più importanti. Da un corteo si può sempre uscire e prendere le distanze”. Questa vicenda, dice l’esponente liberale, ha penalizzato la nostra città: a questa cattiva pubblicità sarebbe infatti imputabile la mancata scelta di Piacenza come capitale della cultura”.

Tommaso Foti (FdI-An) prende la parola per far presente che “la manifestazione non ha leso solo i diritti dei lavoratori della polizia e dei carabinieri, ma ha compromesso anche i diritti politici. Lo scorso sabato abbiamo dovuto spostare il nostro banchetto, perché il corteo sarebbe passato vicino a noi. Io ho acconsentito solo per motivi di buon senso – dice -. E anche domani, con l’arrivo di Roberto Fiore (Forza Nuova) potrebbero esserci dei problemi”. Riguardo alle responsabilità del sindaco, nella gestione della sicurezza pubblica, Foti di essere rimasto stupito dell’attacco arrivato dal Pd. “L’ordinanza del questore, relativa alle procedure da adottare per il corteo del 10 febbraio, è arrivata in Comune alle 17 e 23 di venerdì 9, quando l’ufficio protocollo chiude alle 13” dice.

“Nessuno sapeva dove e come sarebbe passato il corteo – aggiunge -. E l’unico compito attribuito al Comune era di cancellare eventuali scritte sui muri” attacca Foti. “I manifestanti non hanno danneggiato vetrine o abitazioni – continua il consigliere -, ma il bersaglio erano polizia e carabinieri, a Piacenza come Bologna”.

“Ha ragione il consigliere Foti, i responsabili degli scontri non sono antifascisti ma dei delinquenti, che hanno aggredito in modo premeditato le forze dell’ordine” conclude Christian Fiazza (Pd).

ALTRI INTERVENTI –  Nelio Pavesi (Lega) riflette su come gran parte della microcriminalità e dei reati legati alla droga siano imputabili, in Emilia Romagna, alla presenza di stranieri e di come spetti alla politica dare una risposta. Lorella Capucciati (Lega) porta all’attenzione dell’aula la tragedia di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi a Macerata. L’esponente leghista critica inoltre la partecipazione dei rappresentanti Pd alla manifestazione contro i fascismi, tenutasi sempre sabato 10 febbraio La consiglierasi congratula con la giunta per il risultato raggiunto con Piacenza Capitale della Cultura, e auspica la collaborazione con Parma. 

Giulia Piroli (Pd), in merito alla nomina della capitale italiana della Cultura per il 2020, estende le congratulazioni a tutta la città, per il risultato ottenuto. ‘Vediamo il bicchiere mezzo pieno – dice – anche Parma nel 2016 ha perso, la nostra partecipazione sarà di buon auspicio per gli anni a venire’.

Gloria Zanardi (Gruppo Misto) spiega le motivazioni che l’hanno spinta ad abbandonare il gruppo consiliare guidato da Massimo Trespidi. “Ho deciso di sostenere Forza Italia alle prossime elezioni. Sono sempre stata di Forza Italia, mi sono allontanata dal partito per motivi di carattere politico, in contrasto con la dirigenza – dice la consigliera -. Ora ho deciso di riavvicinarmi a Forza Italia, perché a liste chiuso ho viso che sono state scelte persone di spessore, nonché miei amici. La mia è una scelta personale, libera e autonoma”. Sempre da Zanardi è arrivata una forte condanna alle manifestazioni dello scorso sabato. “Sono stufa di vedere applicata una doppia morale. E’ stato irrispettoso anche il primo corteo: il 10 febbraio è la giornata dedicata alle vittime delle Foibe”.

Commenti

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  1. Scritto da veronica

    sarà vero, sarà falso, sarà…….ma davvero pensavamo che Piacenza sarebbe stata proclamata “capitale della cultura”?…………