Coca di alta qualità a domicilio per un giro da 30mila euro al mese foto

Coca di alta qualità a domicilio per un giro d’affari da 30mila euro al mese.

Procura Questore

Questo il quadro ricostruito dagli agenti della squadra mobile guidata da Serena Pieri nell’ambito di un’indagine che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari, sette per spaccio di stupefacenti (sei a Piacenza e una a Brescia) e una per favoreggiamento (sempre a Piacenza)

L’indagine, durata oltre un anno e coordinata dal sostituto procuratore Matteo Centini, ha fatto emergere una rete di vendita di cocaina radicata in città, che poteva contare su almeno un centinaio di clienti della “Piacenza facoltosa”.

In carcere sono finiti un 33enne albanese di Brescia e un 43enne di Piacenza, rispettivamente ritenuti dagli inquirenti il “fornitore all’ingrosso” e il “responsabile” della rete di spaccio cittadino, già finito in manette a maggio 2017 insieme a una coppia di militari del Genio Pontieri (35 anni lui 25 lei) perché accusati del possesso di 4 etti di cocaina.

Per quest’ultimi, a loro volta destinatari delle misure, sono stati disposti rispettivamente gli arresti domiciliari e l’obbligo di firma.

Ai domiciliari sono finiti anche un 41enne, la compagna del 43enne, di 28 anni, che secondo gli investigatori si occupava anche di fornire campioni di urina “pulita” ai consumatori che temevano di incappare nei controlli e un 44enne, ex socio del primo che avrebbe poi proseguito lo spaccio in “proprio” e che deve rispondere anche dell’accusa di estorsione. Obbligo di firma per un 34enne che deve rispondere di favoreggiamento.

L‘inchiesta si è divisa in due fasi, come spiegato dalla dirigente della squadra mobile: la prima, volta ad appurare il traffico di stupefacenti, è culminata nell’arresto del maggio scorso, mentre nella seconda lo sguardo è stato esteso anche ad altri soggetti coinvolti nel giro, nonché ai “clienti affezionati”

Accertamenti tecnici, quali intercettazioni telefoniche e ambientali, rese complesse dalla prudenza del 43enne, che cambiava frequentemente utenza telefonica e utilizzava auto a noleggio.

Gli inquirenti hanno ascoltato più di 100 persone per delineare la modalità con cui avveniva lo spaccio; secondo quanto emerso, la coca veniva quasi sempre consegnata a domicilio o, in alcuni, casi, in incontri che avvenivano in bar o locali del centro storico cittadino.

Cessioni (anche sei o sette al giorno) per un giro d’affari complessivo da circa 30mila euro mensili, che al solo 43enne avrebbero fruttato circa 8mila euro al mese, tanto che quest’ultimo avrebbe ricorso ad un impiego fittizio in un’imprese edile per giustificare gli alti guadagni e il suo tenore di vita.

“Un fenomeno vasto e difficile da accertare dato che la vendita non avveniva in strada e veniva effettuata da persone che si presentavano “bene” a professionisti con un’ampia disponibilità economica – hanno sottolineato il sostituto procuratore Matteo Centini e il procuratore capo Salvatore Cappelleri, che hanno ringraziato la squadra mobile per il lavoro svolto.

Soddisfazione per il questore Pietro Ostuni, il quale ha ribadito che la legalità va sempre affermata e l’importanza delle campagne di informazione e sensibilizzazione sui danni causati dal consumo di droga.

 

 

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