Violenze al corteo, scarcerato uno degli arrestati. Polledri: “Stupore e rabbia”

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E’ uscito dal carcere Moustafa Elshennawi, il 23enne egiziano arrestato a seguito delle violenze al corteo antifascista a Piacenza dello scorso 10 febbraio con l’accusa di essere uno degli aggressori del carabiniere Luca Belvedere. Secondo gli inquirenti avrebbe sottratto lo scudo al militare dell’Arma per poi colpirlo.

L’uomo, da quanto si è appreso, ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo il ricorso al tribunale del Riesame.

“La liberazione di Moustafa – afferma il sindacato Si Cobas – è solo il primo di una serie di passaggi necessari a liberare tutti i protagonisti di quella grande giornata di lotta antirazzista. Chiediamo con forza la liberazione di tutti i compagni arrestati per i fatti di Piacenza e una piena assoluzione per loro e per i compagni piacentini colpiti da denunce e perquisizioni.
La necessità di lottare contro il razzismo e le sue sedi è sotto gli occhi di tutti: quotidianamente si succedono gli atti di terrorismo a matrice fascista e leghista contro immigrati o le intimidazioni contro esponenti delle lotte sociali e sindacali”.

Polledri: “Stupore, amarezza e rabbia” – “Stupore, amarezza e rabbia. Sono questi i sentimenti provati alla notizia della scarcerazioni di Moustafa Elshennawi, il più accanito nell’aggressione a Luca Belvedere, il carabiniere picchiato selvaggiamente dai centri sociali a Piacenza durante il corteo antifascista che riportò alcune contusioni alla spalla”. Così l’assessore comunale Massimo Polledri.

“Tutta la mia solidarietà al carabiniere coinvolto, alle Forze di Polizia e agli uomini onesti; trovo gravissimo che la giustizia in questo paese possa consentire ad una persona di picchiare un carabiniere durante una manifestazione e non lasciarlo poi in carcere. In questo momento, mi vergogno fortemente del mio Paese; spero almeno che l’azienda piacentina nel quale lavora prenda provvedimenti in merito”.

“Provo vergogna – aggunge Polledri – anche per tutte quelle persone che, nel nome dell’antifascismo si comportano come il peggiore dei squadristi. Piacenza non arretra nel suo panorama di civiltà, il comportamento del sindacato Si Cobas in difesa del manifestante egiziano, lo ritengo un atto violento: chi inneggia a queste manifestazioni di violenza deve essere isolato”.

“Definire una manifestazione antifascista un vile attacco ad un carabiniere, sottraendogli lo scudo e scaraventarglielo ripetutamente addosso, – conclude – è una chiara istigazione alla violenza.”

Gambarini (FI): “Assurdo leggere che c’è chi osanna la violenza del 10 febbraio” – “Esce dal carcere l’egiziano accusato di aver picchiato un carabiniere duranti gli scontri tra centri sociali e forze dell’ordine avvenuti il 10 febbraio scorso a Piacenza. Il gruppo di cui fa parte esulta e parla degli scontri come ‘grande giornata di lotta antirazzista’. Sono davvero dichiarazioni che non stanno nè in cielo, nè in terra: la violenza è da condannare senza sè e senza ma. Invece, leggo che c’è chi la osanna, dimenticandosi che quel giorno la città fu danneggiata e diverse persone rimasero ferite. Chi ha causato gli scontri e ferito persone deve avere una punizione giusta ma severa, dato che, a quanto pare, gli ‘antifascisti’ sono gli squadristi del 2018”.

Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr).

Foto dal profilo Facebook del Si Cobas Piacenza

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