“Piacenza ritrovi l’orgoglio della sua storia risorgimentale” fotogallery

Nel 170esimo anniversario della Plebiscito che sancì l’annessione di Piacenza al Piemonte nel maggio del 1848 , il consiglio comunale si riunisce per una seduta celebrativa alla Sala dei Teatini alla presenza delle autorità cittadine.

Un evento che ha visto il saluto del prefetto Maurizio Falco, il quale ha elogiato la primogenitura della nostra città. “Questa giornata – ha sottolineato il sindaco Patrizia Barbieri – offre l’occasione di riflettere su quanto, allora come oggi, sia importante la coesione nazionale. Piacenza fu anticipatrice di questo sentimento, e ora, in una società globalizzata, la nostra città trova orgoglio nella sua storia risorgimentale”.

Nelio Pavesi (Lega Nord) ha ricordato la figura di Giuseppe Verdi, “grande e convinto protagonista del Risorgimento” e di “Carlo Cattaneo, promotore di un pensiero politico federale da sempre sostenuto dalla Lega Nord”. “Oggi giustamente Piacenza ricorda con orgoglio ricorda il suo ruolo – interviene Sergio Pecorara (Forza Italia) -, con la piena consapevolezza di una città che non ha mai smesso di dimostrare grandezza e dignità”.

“Fratelli d’Italia ha già nel suo nome la ragione sociale e la sua opinione sul Risorgimento – afferma Tommaso Foti – Era giusto ricordare questo giorno, grazie al sindaco e sua eccellenza il prefetto per i loro interventi”. Christian Fiazza (Pd) ha posto l’accento su come, in questi giorni, si sovrappongano tante ricorrenze: l’omicidio di Aldo Moro, la Liberazione pagata con il sangue di tanti, il primo voto alle donne e i sindaci piacentini che ci hanno lasciato negli ultimi anni. “Ciascuno di noi, per propria parte, svolge con serietà e impegno il ruolo a servizio della comunità” ha detto.

“Sua eccellenza il prefetto ha parlato di italianità, io voglio mettere in evidenza la piacentinità, dalle origini romane della nostra comunità – ha aggiunto Antonio Levoni (Liberali) -. In questa giornata e in questa sede vorrei ricordare l’ex sindaco Roberto Reggi e l’onorevole Tommaso Foti, perché grazie al loro impegno congiunto ora possiamo fruire di questa bellissima Sala dei Teatini”.

“Oggi esprimiamo la soddisfazione e l’orgoglio di appartenenza a questa meravigliosa città – afferma Andrea Pugni (M5s) – che ha sostenuto l’unità nazionale 13 anni prima dell’unità d’Italia. Cerchiamo di non essere da meno degli ideali e della lungimiranza dei piacentini di allora”. “Una verità che continua ad essere trasmessa, senza essere ripensata, ha perso la sua forza vitale – dice Mauro Monti (Liberi) citando Von Balthasar -. Una frase che si adatta bene a questa giornata. Occorre riflettere su cosa significhino oggi quei valori. Promuovendo il bene comune è possibile uscire dai personalismi e contrapposizioni preconcette”.

Roberto Colla (Piacenza Più) condivide l’intervento dell’ex consigliera Lucia Rocchi, in occasione della ricorrenza dell’unità d’Italia, 7 anni fa, sul ruolo che ha la politica nel consentire agli elettori di poter svolgere il proprio ruolo. “Quello di oggi è un momento storico da valorizzare nel suo significato più profondo – interviene Gloria Zanardi (Gruppo Misto) – soprattutto nel momento attuale. Non deve essere solo un esercizio di retorica, ma il mantenere vivo il ricordo di quando abbiamo creduto in qualcosa e non in qualcuno”.

Conclude gli interventi Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune). “E’ importante aver celebrato questa ricorrenza in un contesto che è simbolo di democrazia e rappresentatività – dice -, allontanando la retorica della piacentinità che è simbolo di chiusura. Dobbiamo cercare nostra identità nel risorgimento. Il presidente del consiglio Giuseppe Caruso congeda i colleghi celebrando una “Piacenza che 170 anni fa si fece onore davanti a una Italia non ancora unita”.

 

LA VICENDA STORICAAlla città di Piacenza è concessa la medaglia d’oro istituita in riconoscimento delle benemerenze patriottiche perché, prima fra le città italiane, il 10 maggio 1848, con plebiscito pressoché unanime, votava la sua annessione al Piemonte meritando da Carlo Alberto l’appellativo di Primogenita.

È il regio decreto 322 del 27 gennaio 1941 ad assegnare alla nostra città la medaglia d’oro per le azioni «altamente patriottiche compiute dalle città italiane nel periodo del Risorgimento». La concessione di tale riconoscimento fa riferimento ad uno degli episodi più importanti della storia risorgimentale piacentina: il plebiscito di annessione al Piemonte. Nel maggio 1848 i piacentini sono chiamati a votare per l’aggregazione di Piacenza e del suo territorio al Piemonte: il 98% degli elettori esprime un parere favorevole all’unione.

L’esito trionfale è proclamato con solennità il 10 maggio nella chiesa di San Francesco. Il 14 una delegazione piacentina, composta da Pietro Gioia, Fabrizio Gavardi e Antonio Rebasti si reca al campo di Sommacampagna, vicino a Verona, per presentare al re Carlo Alberto il voto di Piacenza. A leggere l’esito e a proclamare «nella unione la indipendenza d’Italia», è Pietro Gioia, protagonista di questa pagina del Risorgimento piacentino.

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