Omicidio di viale Dante, il marito resta in carcere

Omicidio di viale Dante a Piacenza, convalidato il fermo in carcere per  Xhevedt Mehemeti, il 57enne albanese accusato dell’omicidio della moglie 52enne, Elca Tereziu, trovata senza vita poco dopo le 16 del pomeriggio di domenica 27 maggio.

L’interrogatorio di garanzia si è tenuto nella mattina del 31 maggio alle Novate, di fronte al gip Stefania Di Rienzo e alla presenza del difensore di Mehemeti, l’avvocato Angelo Osvaldo Rovegno. Il gip ha convalidato il fermo e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal pubblico ministero. Oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, si sarebbe anche aggiunta quella di maltrattamenti in famiglia.

Un colloquio durato oltre un’ora e mezza, come riferisce il legale, in cui il 57enne ha risposto alle domande, ripercorrendo i fatti e riconfermando quanto già dichiarato in precedenza nel corso del lungo interrogatorio del pubblico ministero Antonio Colonna, tenutosi nella notte tra domenica 27 e lunedì 28 maggio al comando provinciale dei carabinieri. Mehemeti subito dopo la tragedia era infatti uscito dall’abitazione che condivideva con la moglie e il figlio 17enne, dove è avvenuto l’accoltellamento, presentandosi spontaneamente in caserma.

“Il mio assistito ha compreso la gravità di quello che ha fatto e ne porta il peso – spiega Rovegno -; prova un forte rimorso nei confronti della moglie e dei figli, e dice che, al di là del loro matrimonio difficile, ciò che ha fatto è ingiustificabile“.

Inoltre, secondo quanto riferisce il legale, gli istanti in cui si è consumato il delitto restano una “zona d’ombra“. Mehemeti aveva infatti ricostruito dettagliatamente l’origine e lo svolgersi della lite – a suo dire scatenata dalla gelosia della vittima e dal suo comportamento aggressivo -, dichiarando invece di non ricordare quel che era accaduto dopo che aveva impugnato il coltello da cucina, per rivolgerlo contro la coniuge.

Nel frattempo il medico legale Chen Yao, su incarico della Procura, ha eseguito l’autopsia sul corpo della vittima, da cui sarebbe emerso che è stata colpita più volte al collo e al corpo. La donna avrebbe inoltre cercato di difendersi, invano, dall’aggressione.

L’esito dovrà essere depositato entro 45 giorni. Il quadro dei rapporti famigliari è ancora al vaglio degli investigatori, che stanno proseguendo gli accertamenti.

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