Terme di Bobbio, “riportare l’area a una destinazione d’uso utile alla vallata”

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Comitato terme di Bobbio a firma di Silvana Allesti, sulla attuale situazione delle Terme e delle villette e sugli  strumenti per un uso pubblico di S. Martino. 

La nota stampa del Comitato Terme di Bobbio – Che prospettive per il terreno di S. Martino / Terme di Bobbio dopo il fallimento della 3^ asta? Ci sono possibilità per destinarlo ad interessi pubblici, anziché privati? Lo scorso 24 aprile l’asta del terreno di S. Martino – 55mila mq alla periferia di Bobbio – visibile dalla ss45, con la schiera di villette degradate, non ha avuto offerte.

Il tribunale di Torino che si occupa del fallimento della società proprietaria, la “Terme di Bobbio Village” non ha ancora reso noto se ci sarà una ulteriore asta, oppure se attiverà una trattativa privata. In termini generali, la trattativa privata è una procedura di contrattazione controllata dal giudice amministrativo. Questo per limitare la discrezionalità in favore di trasparenza, imparzialità e concorrenza. Proprio per avere la miglior trasparenza possibile sulla situazione del terreno di S. Martino il Comitato Terme ha inviato il 30/1/18 al tribunale di Torino una lettera di osservazioni sulla perizia fallimentare.

Segnalando come nella perizia si sorvoli sul vincolo che lega l’area di S. Martino con l’area delle Terme. Vincolo sancito da atti pubblici -Accordi di Programma firmati dal comune- che non possono esser ignorati in nome di interessi privati. Sia che il tribunale fallimentare decida per una nuova apertura d’asta oppure che decida per una trattativa privata, l’obiettivo del Comitato Terme è di richiamare ad una destinazione d’uso di S. Martino coerente. Con i suoi vincoli paesaggistici – fascia di rispetto di m. 150 dal fiume Trebbia – e con i bisogni del territorio e della valle.

Partiamo dalla domanda :“Di che cosa hanno bisogno questa valle e suoi abitanti?”Avremo molteplici risposte, che vanno dal ripristino del verde originario, al bisogno di risolvere il parcheggio selvaggio lungo la ss45, organizzando un parcheggio con navetta per chi vuole far bagni in Trebbia. Aree attrezzate per bikers. E altre ancora. Fino a risposte più impegnative, che richiedono analisi accurate, ma non per questo meno utili. Tuttavia, quello che ora è urgente non è tanto definire cosa sia un utilizzo adeguato, ma la procedura. Perché una scelta di interesse pubblico possa essere attivata.

Il Comitato richiama l’attenzione sugli strumenti che rendono percorribile una destinazione d’uso di interesse pubblico. Strumenti che la recente legge regionale n. 24 del 21 dic. 2017 offre; con l’ art 14 si specifica la possibilità di individuare, demolire o trasformare le opere incongrue presenti sul territorio,

Con l’art 12 su “contributi regionali per il riuso e la rigenerazione urbana”, il Comma 1 afferma : “su indicazioni delle amministrazioni comunali la Regione può dare contributi …. per l’acquisizione di opere incongrue, la loro demolizione e trasformazione”, anche utilizzando l’esproprio.

Per far rientrare il terreno di S. Martino in quanto stabilito dalla legge 24 il primo passaggio richiede che il comune di Bobbio dichiari l’area degradata, in quanto deturpata da opere incongrue. Non solo. Nell’eventualità che sul terreno sia in corso una trattativa privata e che si concluda con acquirenti con intenzioni edificatorie, dichiarare S. Martino area degradata permetterebbe all’amministrazione comunale di usare la procedura degli “ accordi di cessione”, prevista dall’art. 14.

Con gli accordi di cessione gli acquirenti di un terreno dichiarato degradato non possono agire senza tener conto, in sede di Piano Urbanistico Generale, degli obiettivi preventivamente fissati dal comune per la riqualificazione di quel terreno.

Pertanto con questi strumenti è possibile o un intervento della Regione – contributi per l’esproprio – o un accordo di cessione nel quale il Comune può condizionare, in sede di Piano UrbanisticoGenerale, la destinazione d’uso dell’area. Che S. Martino sia area degradata è evidente. Inoltre le motivazioni per cui era stata dichiarata edificabile e le concessioni edilizie sono decadute da lungo tempo. E non ha alcuna opera di urbanizzazione, neppure iniziata.

L’insieme di questi elementi ha scaricato sul territorio una situazione di oggettivo degrado che l’amministrazione comunale di Bobbio ora ha la possibilità di modificare in nome dell’interesse comune di tutta la valle. In conclusione, il Comitato Terme – costituitosi lo scorso novembre al termine di un’assemblea pubblica – ritiene ora necessaria una scelta da parte dell’amministrazione di Bobbio. Per riportare, dopo anni di fallimenti, il terreno di s. Martino ad una destinazione d’uso utile all’intera vallata. Le condizioni ci sono e gli strumenti normativi pure.

E’ una scelta politica e di programmazione lungimirante, su cui con prossime iniziative contiamo di allargare il consenso degli amministratori di valle, provincia e regione. Una scelta su cui oggi pesa in modo decisivo l’indirizzo che deciderà di assumere l’amministrazione di Bobbio.

Silvana Allesti, a nome del Comitato Terme

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