A 23 anni da Srebrenica il convegno: “Refugees never forget”

Nell’ambito delle iniziative del progetto Sprar di accoglienza ai richiedenti asilo, in occasione del 20 giugno, Giornata internazionale del migrante e del rifugiato, la cooperativa sociale L’Ippogrifo ha organizzato, in collaborazione con la comunità Bosniaca di Piacenza, attraverso l’associazione Bosnia Erzegovina oltre i confini, un convengo internazionale, dal titolo: “Srebrenica Refugees, Never Forget”.

Infatti, l’11 luglio, quindi molto vicino alla data prescelta, sarà il 23esimo anniversario del genocidio di Srebrenica.

In particolare la giornata di studi si concentrerà sulla questione relativa ai sopravvissuti di quella tragedia, che sono stati i primi rifugiati giunti in Europa (e in Italia) dopo la seconda guerra mondiale.

La loro storia è strettamente collegata con quanto accaduto il 12 e 13 Luglio 1995 a Potocari:

on July 12 and 13, 1995, when the people in Potočari were loaded onto buses, mostly women, children and elderly, prearranged by the VRS. Men of military age, including boys between 12 and 15 years of age and elderly people “who could barely walk”, were separated from the crowd boarding the buses. e separation process continued throughout 12 and 13 July. Those who were allowed to board the buses were taken to the territory controlled by the Army of BiH- which represents forcible transfer of a population as a crime against humanity.

Questo brano è tratto dalllo Humanitarian Law Center Report on the Deportation of Srebrenica Refugees, pubblicato nel luglio 2017 a Belgrado.

L’incontro ricorderà anche questo storico documento, redatto 22 anni dopo gli eventi.

Quello che è accaduto 23 anni fa a poche centinaia di chilometri dai nostri confini presenta diversi, tragici, punti in comune con quanto sta avvenendo oggi altrove, pensiamo alla Libia, alla Siria, allo Yemen, all’Iraq o anche al Bangladesh.

Pertanto la giornata di studi non intende essere strettamente commemorativa o celebrativa, ma mira ad essere un laboratorio che consideri quanto accaduto nella ex Yugoslavia come un avvertimento e una lezione per comprendere meglio la situazione attuale in alcune zone del mondo.

Il convegno non si focalizzerà sull’immagine del migrante forzato come giovane-africano-che-arriva-col-barcone. Il concetto di rifugiato, richiedente asilo, migrante forzato, e, più in generale l’idea di Human Mobility, sono assai più ampi rispetto alla percezione di invasione che qualcuno ha in Europa.

Il faut rendre le Réfugié célèbre, diceva Hannah Arendt. Uno degli obiettivi di questo incontro, di cui verranno pubblicati gli atti, è proprio quello di allargare l’orizzonte su queste tematiche.

Interverranno, per la prima volta a Piacenza:

-Sua Eccellenza il Gran Mufti Emerito della Bosnia ed Herzegovina, Mustafa Ceric (una delle principali autori islamiche del mondo)

-Il Ministro degli Esteri della repubblica di Bosnia ed Erzegovina, Igor Crnadak

-La Prof. Lara J. Nettlefield, Professore associato alla Columbia University, New York, fra i massimi esperti a livello internazionale sulla crisi della ex-Jugoslavia. Autrice del volume “Srebrenica in the Aftermath of Genocide”

-Il Dr. Semso Osmanovic, sopravvissuto alla strage di Srebrenica, autore di una tesi di dottorato sull’argomento all’Università di Trieste.

Nei giorni precedenti all’evento i giovani della comunità bosniaca piacentina e i beneficiari del progetto Sprar si incontreranno per una cena in cui verranno presentati piatti della tradizione bosniaca e dei paesi di provenienza degli attuali beneficiari Sprar (Mali, Gambia, Nigeria, Afghanistan, Pakistan, Guinea).

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