Confindustria in assemblea, Rota: “Per favore, facciamo il nuovo ospedale” VIDEO fotogallery

“Non voglio fare pressioni al sindaco perchè non mi compete, ma dico: per favore facciamo il nuovo ospedale, ne ha bisogno il territorio e l’attrattività del nostro territorio, perché possiamo avere come valore aggiunto un’ospedale moderno ed efficiente. Non mi interessa dove verrà fatto il nuovo ospedale, la scelta spetta alla politica, ma vorrei tanto entro il prossimo anno, quando finirà il mio mandato, poter posare insieme al sindaco la prima pietra”.

Così il presidente di Confindustria Piacenza Alberto Rota a margine dell’assemblea dell’associazione degli industriali, ospitata lunedì pomeriggio all’auditorium Mazzocchi dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Ospite dell’appuntamento il direttore scientifico dell’istituto italiano di Tecnologia di Genova, Roberto Cingolani, che parlerà di “Vivere e lavorare con le nuove tecnologie”.

“L’anno è stato più che positivo – ha detto Rota commentando gli indicatori economici -, la congiuntura semestrale ha riportato dati di crescita sul fatturato globale, interno ed estero, con uno 0,83% sulla crescita occupazionale che è miglior risultato in Emilia Romagna. Penso che il nostro mercato ormai sia il mondo, le aziende devono internazionalizzarsi e digitalizzarsi per aumentare e migliorare le nostre prestazioni dal punto di vista produttivo. L’innovazione è necessaria per mantenere il passo”.

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IL SINDACO: “PIACENZA PUO’ VOLARE ALTO” – I saluti di apertura sono stati affidati al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri:Piacenza può volare alto, l’ho detto durante la prima edizione degli Stati Generali della Ricerca – ha detto – io non sono ottimista, credo nel valore delle nostre imprese e delle nostre università.  Insieme dobbiamo costruire la nostra città, questo lo scopo del tavolo di confronto che abbiamo attivato nei mesi scorsi e che sarà esteso ad altri soggetti. Abbiamo davanti sfide importanti da vincere’.

“Le nostre imprese e i nostri imprenditori si aspettano una burocrazia più veloce. Sappiamo che questa è una delle esigenze più sentite e ne abbiamo avuto prova come amministrazioni. Non dobbiamo arrenderci e affrontare questa sfida quotidiana – aggiunge il presidente della Provincia di Piacenza Francesco Rolleri -. Lo abbiamo visto con la riforma delle province e la riduzione di risorse. Potevamo limitarci a sopravvivere, invece grazie a razionalizzazione della spesa e alienazioni siamo riusciti a investire 33 milioni di euro in opere di viabilità e scuole. Adesso stiamo per dare finalmente risposta all’esigenza di palestre per le scuole piacentine, nell’ex laboratorio pontieri. Insieme al comune capoluogo stiamo inoltre predisponendo una soluzione alla carenza di aule per le scuole superiori”.

ROTA: “ALCUNI GAP DA COLMARE” – Il Presidente Rota ha poi risposto alle domande del docente della Cattolica Fornari. A Piacenza è facile fare impresa? “Sì, qui non è un’impresa fare impresa, per fare un gioco di parole. Ciò non toglie che in alcune Regioni al di là del Po la burocrazia sia molto più snella. Sotto il profilo dell’occupazione siamo al terzo posto in Italia, la nostra Regione ha ottime performance di crescita”.

“Abbiamo però alcuni gap da colmare: il primo riguarda le infrastrutture, dobbiamo migliorare i collegamenti ferroviari con Milano, va realizzata al Mediana di collegamento con altri territori. Poi, sul fronte delle risorse umane, va potenziato il progetto di alternanza scuola – lavoro. C’è la grande sfida della digitalizzazione delle imprese, la classe dirigente delle nostre imprese e, a cascata i lavoratori, vanno informati e formati, in modo da poter cogliere questa opportunità”.

NUOVE TECNOLOGIE ANCORA POCO CONOSCIUTE – Daniele Fornari, docente dell’università Cattolica e direttore del laboratorio Rem, ha presentato l’esito di un’indagine condotta, insieme agli studenti, sulla diffusione del piano Industria 4.0 voluto dall’ex ministro Calenda nelle aziende piacentine. Hanno partecipato all’indagine 64 aziende del territorio, realtà che hanno visto una crescita positiva negli ultimi due anni, + 2,1% nel 2016 e + 6,5% nel 2017. “Un tasso di sviluppo eccellente” dice Fornari.

Quanto hanno investito nelle nuove tecnologie? Il 3,5% del proprio giro di affari, una scelta questa compiuta dall’80% degli intervistati, che ha adottato alcune misure previste dal piano Calenda (soprattutto il superammortamento degli investimenti).

Ma quanto sono innovative le aziende piacentine? Il 41% degli intervistati può essere definito “low digital”, il 39% è “medium digital”, il restante 20% invece è “high digital”. Questi ultimi, dice Fornari, hanno visto un aumento del proprio giro d’affari che ha sfiorato le due cifre, fermandosi al 9,8%.

In quali settori di attività si è investito nel campo digitale? Principalmente nella logistica 44,1% e nella produzione 42,1%.

Dati confortanti che cozzano però contro alcuni vincoli: il 36,7% dei dipendenti delle aziende piacentine è rappresentato da operai non specializzati, l’età media “avanzata” dei lavoratori, che raggiunge i 42 anni, e il basso livello di conoscenza.

“Abbiamo chiesto alle aziende di darsi un voto, rispetto al loro livello di conoscenza delle nuove tecnologie. Il voto medio non ha – dice Fornari – raggiunto la sufficienza, gli imprenditori stessi si sono dati un 5”. Una situazione che si spiega con la insufficiente attività di formazione su questo tema: su 68 giornate, in media, dedicate all’aggiornamento, solo 6 sono state dedicate a Industria 4.0. E il 72% delle imprese intervistate non ne ha svolta neppure una. “Industria 4.0 sta accelerando il passo – sottolinea Fornari – occorre non restare indietro e perdere concrete opportunità di crescita”.

CINGOLANI E LA “SOSTENIBILITA’ TECNOLOGICA” – “Miliardi di transistor in un chip minuscolo attraverso il quale è possibile fare un numero elevatissimo di calcoli in pochi secondi. Non c’è niente di digitale ma è tutto nell’hardware la rivoluzione di questi anni”.

Sono le parole dell’ospite d’onore Roberto Cingolani davanti alla platea di Confindustria. “Non dimentichiamolo perché i linguaggi anche quelli digitali sono destinati a cambiare, mentre è la tecnologia quella sulla quale occorre investire”.

“C’è una correlazione tra le zone dove sono concentrati conflitti mondiali, flussi migratori e disponibilità di energia per gli esseri umani” – ha aggiunto utilizzando una suggestione per fotografare la situazione del nostro pianeta. “La tecnologia deve essere metabolizzata dalle popolazioni altrimenti si rischiano danni, e per questo serve una società informata. La sostenibilità tecnologica è uno dei temi del nostro tempo”.

“Siamo pronti ad una minoranza del pianeta che aspira a vivere fino a 120 anni? E il resto del pianeta? Le nostre tecnologie sono adatte a ridurre il gap aumentando il livello medio? Questo è l’obiettivo vero attraverso alcune priorità: la medicina del futuro, la sostenibilità, l’energia, macchine intelligenti e nanotecnologie, digital humanities”.

“Il lavoro – ha concluso – è destinato a cambiare, ma i lavori cognitivi ripetitivi tenderanno a diminuire. Il vero problema da affrontare è il ripensamento della formazione delle persone nell’arco di tutta la loro vita per renderle adatte ad un cambiamento che sarà veloce e costante. Mai in questo momento é importante il pensiero laterale”.

Cingolani è direttore scientifico dell’istituto italiano di Tecnologia di Genova che ha l’obiettivo “di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale”. La costruzione dei laboratori dell’IIT è iniziata nel 2006 si è conclusa nel 2009.

Lo staff complessivo di IIT conta 1632 persone provenienti da oltre 55 Paesi. L’area scientifica è rappresentata da circa il 80% del personale. Il 46% dei ricercatori proviene dall’estero: di questi, il 32% è costituito da stranieri e il 14% da italiani rientrati. Oggi il personale scientifico è composto dal 7% Principal Investigator, 11% ricercatori e tecnologi di staff, 40% post doc, oltre 42% studenti di dottorato. Età media 34 anni. 41% donne / 59 % uomini.

La produzione di IIT ad oggi (Dicembre 2017) vanta 10745 pubblicazioni, oltre 170 progetti Europei e 19 ERC, più di 600 titoli di brevetti attivi, 18 start up costituite e 26 in fase di lancio. Dal 2009 l’attività scientifica è stata ulteriormente rafforzata con la creazione di 11 centri di ricerca IIT nel territorio nazionale (a Torino, due a Milano, Trento, Roma, due a Pisa, Napoli, Lecce, Ferrara e Venezia) e due outstation all’estero (MIT ed Harvard negli USA) che, unitamente al Laboratorio Centrale di Genova, sviluppano i programmi di ricerca del piano strategico 2018-2023.

E’ di maggio 2018 la notizia della nuova mano bionica HANNES – Pronta la mano hi-tech che piega le dita e afferra oggetti con un’efficienza pari al 90% di quella di una mano naturale. È la protesi robotica che non richiede bisturi e più economica di quelle attuali, nata in Italia nel Rehab Technologies Lab, il laboratorio congiunto nato nel dicembre 2013 dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit).

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