Salita al Pordenone, nel fine settimana oltre mille in cupola

IL VESCOVO CON UNA CINQUANTINA DI SACERDOTI ALLA SALITA

Nel solo fine settimana 1050 persone alla Salita e più di 300 alle manifestazioni collaterali.

Lunedì 4 giugno – a tre mesi esatti dal debutto – apertura eccezionale della Salita al Pordenone per il Vescovo di Piacenza, monsignor Gianni Ambrosio che è salito in “quota” insieme ad una 50 di sacerdoti.

Nel fine settimana la Salita è stata percorsa da 1.050 persone.

Frequentatissimi anche gli eventi collaterali: a quello sulla presentazione della ristampa dell’antico volume di padre Andrea Corna, sono stati distribuiti 126 volumi, mentre in questo momento sono prenotate, per la presentazione del volume sui Modi di dire, proverbi e detti in dialetto di Mons. Guido Tammi, in programma a Palazzo Galli, 247 persone.

Il giornalista e scrittore Renato Farina è tornato a Piacenza (dove era stato qualche settimana fa in qualità di relatore di una conferenza a Palazzo Galli, dove aveva trattato del rapporto tra i Papi e gli animali domestici) per recarsi alla Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna.

Accompagnato dalla moglie e dal fotografo piacentino Alessandro Bersani, l’opinionista di Libero ha compiuto il percorso che porta alla cupola affrescata dall’artista friulano insieme al presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani e al Superiore del Convento dei frati minori padre Secondo Ballati. Farina ha molto apprezzato il percorso di visita ed ha ammirato anche i due Panini esposti nella Sala del Duca.

«I putti affrescati dal Pordenone – ha commentato – hanno la stessa vivacità di quelli della Madonna Sistina di Raffaello». Un capolavoro che il giornalista ha raccontato di essere andato a vedere a Dresda rimanendone folgorato. L’opera – come a tutti noto – fu dipinta da Raffaello proprio per Piacenza, su committenza di Papa Giulio II, che voleva celebrare il passaggio della nostra città allo Stato Pontificio, nel 1512. Il quadro – destinato alla chiesa del convento di San Sisto – fu venduto nel 1754 ad Augusto III, principe elettore di Sassonia e re di Polonia, che offrì, oltre al denaro, una copia di Giuseppe Nogari da collocare in San Sisto.

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