Avanza ancora la cementificazione a Piacenza: in un anno “divorati” 47 ettari

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Cresce il territorio cementificato in provincia di Piacenza, che arriva al 9,3% del totale con una perdita tra il 2016 e il 2017 di 47 ettari.

I dati emergono dal Rapporto ISPRA-SNPA sul “Consumo di Suolo in Italia 2018”, presentato alla Camera dei Deputati. In questa edizione, l’Istituto aggiorna i dati e approfondisce gli studi analizzando anche il territorio compromesso dai cantieri all’interno delle aree vincolate.

L’Emilia-Romagna risulta essere la quarta regione in Italia per suolo consumato, con un territorio “cementificato” pari al 9,87% del totale, dietro a Lombardia (che con il 12,99% arriva a sfiorare il 13%), Veneto (12,35%) e Campania (10,36%).

Nella nostra regione tra le provincie più “cementificate” figurano Rimini (13,7% del territorio totale), Reggio Emilia (12,3%) e Modena (11,8%). Parma risulta essere la provincia con il maggior incremento di suolo consumato tra il 2016 ed il 2017 (+ 0,42%, pari a 135 ettari): e proprio della provincia di Parma è il comune italiano che ha costruito di più nell’ultimo anno, Sissa Trecasali, principalmente – evidenzia il rapporto – a causa della realizzazione della nuova Tirreno-Brennero.

Piacenza è invece la provincia dell’Emilia Romagna con il maggior consumo di suolo pro capite, pari a 836 (metri quadrati/abitante), graduatoria nella quale svettano i comuni di Zerba e Cerignale a causa dell’alto tasso di spopolamento.

IL “CASO” CASTELSANGIOVANNI – Al nostro territorio è dedicato anche uno dei “casi significativi” presi in esame dal report, che riguarda i nuovi depositi e poli commerciali – da 11,4 ettari – di due multinazionali della logistica e del bricolage all’interno dell’area industriale del Comune di Castel San Giovanni (nella foto sotto).

“Nei 44 chilometri quadrati della sua superficie, dove vivono poco meno di 14.000 persone – viene evidenziato – nell’ultimo anno si è registrato un consumo di suolo totale di 16 ettari, più della metà dei quali dovuti all’espansione dei poli citati, mentre quattro ettari potrebbero essere potenzialmente reversibili perché attualmente occupati da un cantiere”.

Polo logistico Castello - Rapporto Ispra

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