Bobbio Film Festival nel segno di Bernardo Bertolucci

Italia 2018

Regia

Giancarlo Fontana

Giuseppe Stasi

Sceneggiatura

Fabio Bonifacci

con

Fabio De Luigi

Miriam Leone

Barbara Bouchet

Fotografia Valerio Azzali

Montaggio Giancarlo Fontana

Musica Francesco Cerasi

Scenografia Paki Meduri

Costumi Monica Gaetani

Durata 100 minuti

Distribuzione 01 Distribution

La trama

Simone Recchia è il più intransigente ma anche il più maldestro dei finanzieri dal momento che si innamora di Claudia, una giovane restauratrice che riesce a tirare avanti grazie alla pensione della nonna. Ma quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la bancarotta, Claudia si trova con le spalle al muro. E con la complicità delle amiche escogita un piano per continuare ad incassare la pensione.

Questa commedia nera, neanche troppo nera per la verità ma per i nostri standard lo è, regala a chi la vede un grande senso di soddisfazione per svariate ragioni. Per prima cosa è diretta a quattro mani da due registi poco più che trentenni, che conoscono bene il territorio dal quale tenersi lontani. La loro regia è fresca, vivace, ricca di spunti e citazioni di matrice anglo-americana, che asseconda la storia con uno sguardo originale. La pressoché perfetta sceneggiatura di Fabio Bonifacci non temporeggia mai, lasciando che ogni scena conduca alla successiva tra battute, humour nero e un filo di suspense che non guasta. Fabio De Luigi è un irreprensibile e innamorato maresciallo dei finanzieri, una parte che gli permette di rivelare nuove sfumature di sé rispetto ai personaggi che in precedenza ha portato al cinema. Lucia Ocone e Marina Rocco sono irresistibili come complici del crimine, il congelamento della defunta nonna per poter continuare a percepirne la pensione. La co-protagonista Miriam Leone non è nuova al genere brillante e in questo film spicca un balzo in avanti, colorando con l’istinto il suo personaggio, sempre in bilico tra ironia, romanticismo e farsa. Una lode spetta anche alla nonna quando è viva, interpretata da Barbara Bouchet, quando è morta, interpretata da un manichino del reparto effetti speciali, e a Eros Pagni che è l’indimenticabile Augusto di Bordighera. Le regole del gioco entro le quali Metti la nonna in freezer si muove sono affidabili ed è il rispetto delle stesse da parte degli autori a garantirne la tenuta. Fino alla fine la narrazione scorre fluida e le sterzate della storia emergono in modo naturale. Siccome lo spunto del film arriva da un reale fatto di cronaca, c’è anche spazio per leggere tra le righe che onestà e disonestà sono sempre in un equilibrio traballante.

Antonio Bracco, www.comingsoon.it

Martedì 7 agosto

Commenti

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