Grana Padano, il Consorzio:”Nessun piano definito da sottoscrivere”

Grana Padano, continua il dibattito dopo la mobilitazione promossa da Confagricoltura Piacenza, che ha invitato gli interessati a non sottoscrivere temporaneamnete il piano di produttività proposto dal Consorzio, responsabile secondo l’associazione di aver “posto in difficoltà gli agricoltori che hanno ragionevolmente incrementato i quantitativi di latte prodotto a fronte della fine del regime delle quote latte e degli investimenti fatti in azienda, anche grazie ai piani di sviluppo sostenuti con i Psr, non riscontrando però nel Consorzio la medesima volontà di sviluppo”.

Ad intervenire nuovamente è il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano, in una nota a firma del presidente Nicola Cesare Baldrighi, che diffida Confagricoltura Piacenza dall‘azione di raccolta firme sul documento “per l’assegnazione delle quote di produzione del Grana Padano Dop agli allevatori” “almeno finché il confronto non sarà risolto”.

“Ad oggi infatti – si legge nella nota – non vi è alcun piano definito e deliberato dal Cda, che sarà valutato nelle sedi competenti, quindi tantomeno vi è alcuna possibilità di sottoscriverlo.

Sul tema si esprime anche il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti: “Gli eventi di queste ultime ore hanno più il sapore di un’iniziativa estemporanea e improvvisata che – anziché produrre trasparenza – contribuiscono ad intorbidire le acque con il rischio di creare ottimali condizioni e quindi benefici solo a coloro che non rispettano le regole, a danno dell’intero sistema. Si fa sempre più fondato – prosegue il presidente – il sospetto che dietro queste vicende estive si nasconda un puparo che – anziché esporsi in prima persona – manda avanti i pupi i quali cedono alle lusinghe di promesse impossibili”.

Secondo Crotti “occorre innanzitutto restituire valore al prodotto che rappresenta l’Italia nel mondo, con il conseguente aumento della remunerazione del latte alla stalla e politiche urgenti di contrasto allo sviluppo e alla diffusione dei similari”.

Anche Confcooperative Piacenza affida ad un comunicato stampa la propria posizione, invitando l’associazione ad abbandonare polemiche preventive. 

“Da 16 anni adottiamo Piani produttivi che hanno sempre portato risultati all’intero settore venendo approvati da oltre il 90 per cento dei soci del Consorzio e sottoscritti dagli allevatori, come previsto dalla legge. Accettiamo suggerimenti e siamo disposti a parlarne nelle sedi opportune, chiediamo però che prima di criticare almeno si conosca e si valuti nei dettagli. Ci sembra inutile fare una polemica preventiva”.

Parole di Giancarlo Pedretti, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Piacenza che tramite Fedagri segue la cooperazione agricola. Proprio Confcooperative prende atto dei movimenti in essere nel settore del Grana padano Dop, dove Confagricoltura Piacenza con un’iniziativa unilaterale sta mettendo in atto azioni con l’intento di non consentire l’adozione del Piano Produttivo che, obbligatoriamente, progetta e gestisce anno per anno i livelli del noto formaggio Dop, al fine di adeguare l’offerta alla domanda.

“Dobbiamo ricordarci – prosegue Pedretti – come funzionava prima del Piano produttivo e anche dei vantaggi portati nel corso di questi anni. Forse ci si dimentica degli interventi dell’Aima e dei piani di abbattimento di circa un milione di capi che dall’adozione del Piano non si sono più resi necessari. Con la normativa attuale si garantisce la tenuta complessiva del sistema attraverso la definizione di un prezzo del Grana Padano adeguato, consentendo al contempo una crescita ad allevatori e trasformatori”.

“Se ognuno pensasse esclusivamente ai propri interessi si registrerebbe una ricaduta pesante direttamente sugli allevatori, che sarebbero i primi a subirne le conseguenze. Con il Piano invece si assicura la salvaguardia di tutti e non del singolo operatore del settore. La fine del regime delle quote latte ha portato a una forte spinta produttiva per la produzione italiana che attualmente copre l’80 per cento del fabbisogno nazionale”.

“Gran parte di questo latte ha dato origine ai formaggi generici a pasta dura (similgrana); è evidente che questi prodotti ci fanno concorrenza, ma è impensabile che il Grana Padano possa far rientrare questo latte nella propria filiera. La vera sfida sta nel dare valore e distintività al nostro prodotto, sulle cui qualità nessuno può obiettare”.

Fedagri è “aperta a ogni tipo di confronto democratico ma tiene a precisare che i Piani fin qui adottati sono sempre stati approvati seguendo l’iter previsto e sviluppato nel corso degli anni. Eventuale modifiche, sempre possibili, devono comunque essere discusse ed approvate nelle sedi opportune sotto l’egida del Ministero”.

Nel ribadire che il Piano produttivo può essere sicuramente perfettibile, Confcooperative “auspica che il dibattito fra le parti in causa possa avere una finalità costruttiva ma nei termini e nei modi opportuni: sollecitare la non adesione agli allevatori basandosi su un documento non ancora presentato è un comportamento scorretto e strumentale”.

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