Geofluid fa 40 anni, in aumento gli espositori “Anche se in Italia non si fanno grandi opere”

La fiera più importante di Piacenza, che compie 40 anni, e cresce ancora (in numero di espositori e spazi occupati), “nonostante in Italia non si facciano le gradi opere infrastrutturali che interessano gli operatori”.

E’ stata presentata nella sede di Confindustria Piacenza l’edizione 2018 di Geofluid, la manifestazione fieristica di Piacenza Expo in programma dal 3 al 6 ottobre sul tema dell’estrazione e trasporto dei fluidi sotterranei. Ma non si parlerà solo di petrolio, una grande attenzione sarà riservata allo sviluppo settore del Geotech e alle grandi opere di trasporto dei fluidi.

Un’edizione che vede la crescita del 10 per cento di espositori, in particolare provenienti dall’estero, con circa 12mila presenze attese negli spazi ampliati di Piacenza Expo.

A fare gli onori di casa Marco Livelli, vicepresidente di Confindustria, il quale ha sottolineato l’importanza per Piacenza di Geofluid: “Una fiera che ha un ottimo rapporto tra i contatti che è in grado di creare e il suo costo complessivo, questo è il principale indicatore di qualità. Un altro indicatore importante sono i 32 incontri e convegni del programma”.

Il presidente di Piacenza Expo Giuseppe Cavalli ha ammesso che “Geofluid è per noi la fiera numero uno, che ci consente di stare in piedi dal punto di vista economico”.

“Nei prossimi mesi abbiamo in cantiere 3-4 manifestazioni di nicchia, in particolare sul tema dell’edilizia e delle costruzioni, la prima dopo Geofluid è il Gic, le Giornate italiane del calcestruzzo all’inizio di novembre. Si tratta di eventi che si adattano alle caratteristiche della nostra fiera e che valorizzeranno a pieno la nostra collocazione logistica”.

Attilio Foletti ha fornito i numeri della manifestazione: 287 espositori diretti e 355 brand, 47 le ditte dall’estero. “Attendiamo circa 12mila visitatori anche con tour operator – ha ricordato.

“La parte convegnistica è formata da 32 incontri non solo sui temi delle perforazioni e del drilling. Quest’anno abbiamo aggiunto infatti una sezione ‘green’ per sviluppare il discorso legato alla fase di transizione energetica dal petrolio al gas e alla geotermia. In questo settore lavoriamo su un terreno fertile di associazioni e imprese che sono già operative sul tema”.

Fabio Potestà, responsabile del mercato estero di Geofluid, ha fatto notare: “Per fare una buona fiera non serve una fiera di grandi dimensioni, ma altre caratteristiche, come la professionalità e la flessibilità e il lavoro fatto da Piacenza Expo è stato importante”.

“Il mercato italiano delle grandi opere oggi langue – ha proseguito – e i maggiori operatori lavorano nella maggior parte all’estero, nonostante questo scenario al Geofluid abbiamo registrato una crescita del 47 per cento delle aziende espositrici estere.

Nelle ultime edizioni del Geofluid sono aumentati anche i visitatori provenienti dai paesi stranieri, intorno al 30 per cento del totale. Il mondo imprenditoriale del Geofluid conta sui grandi progetti infrastrutturali che si realizzano soprattutto all’estero.

Purtroppo oggi in Italia manca una visione in tema di infrastrutture e del loro rinnovamento, ma la vicenda del crollo del ponte a Genova ci deve far riflettere a fondo. Serve una svolta: o capiamo che dobbiamo cambiare, o ne pagheremo le conseguenze”.