Il segno di “Profondo giallo” tra fotografia e cinema

Non solo letteratura di genere a “Profondo giallo”, primo festival noir organizzato a Piacenza dal Comune insieme a molte altre realtà coinvolte nel mondo della cultura.

Scrittura, fumetto, musica, teatro, laboratori per ragazzi: una rassegna straordinariamente ricca di eventi terminata domenica scorsa, in cui fotografia e cinema non potevano mancare.

Con cinque mostre collaterali – ”Dampyr”,“Hellnoir”, “Giallo d’autore”, ”I luoghi del crimine”, Scena del crimine” – il cortile di Palazzo Farnese spalanca le porte (oltre che ai fumetti) al grande cinema d’autore e ai luoghi più famosi della cronaca nera italiana.

Mezzo d’espressione protagonista, la fotografia sembra quasi disegnare un legame ideale e discendente tra due delle mostre presenti, “Giallo d’autore” e “I luoghi del crimine”: dai rimandi simbolici che animano la prima al “nulla emotivo” in cui sfocia la seconda.

In “Giallo d’autore” (mostra fotografica sui capolavori assoluti del cinema noir), chiaro-scuro, luce di taglio, inquadrature dei personaggi dal basso o dall’alto e primi piani schiudono brividi custoditi nella memoria di ognuno; a suscitare orrore nei “Luoghi del crimine”, sono invece nomi diversi di località riprese in modo sempre uguale.

Negli scatti originali di Paola Dallavalle e Fulvio Guerrieri Cogne è infatti molto simile ad Avetrana, o a Novi Ligure: villette inquadrate frontalmente, senza contrasti di luce, che non lasciano spazio a interpretazioni soggettive. Ognuna centro di tutto o di nulla, poco importa.

Proprio nell’eco di un’immagine apparentemente “normale”, risuona forte il dramma della società contemporanea.
Dinamismo e simbolismo visivo della fotografia cinematografica, si incontrano e si scontrano quindi con la staticità dei luoghi di cronaca, ma il denominatore comune è unico: l’angoscia.

Trenta le fotografie raccolte in “Giallo d’autore”, scattate invece sui set di lavorazione di alcuni dei più prestigiosi film che hanno fatto la storia del Noir.

Il materiale mostra alcuni fotogrammi delle sequenze filmiche più significative, interpretate da attori e attrici diventati pietre miliari della cinematografia.

James Stewart, Ingrid Bergman, Grace Kelly sono solo alcuni nomi tra i più significativi.

Spiega l’origine della mostra Vittorio Fusco dell’associazione Cinemaniaci, proprietario della collezione fotografica: “Le foto che ho avuto il privilegio di esporre durante il festival provengono dl negozio di Parigi Cine-Doc, che vendeva fotografie, locandine e altro materiale cinematografico, realizzato da fotografi accreditati dalle case di produzione dei film”.

“È stato come fermare con gli occhi ricordi ed emozioni di capolavori del Cinema mondiale che ho sempre amato”.

“Le foto a cui tengo di più sono quelle dei film di Hitchcock (“Psycho”, “Vertigo”, “L’uomo che sapeva troppo”), veri capolavori del cinema. Molto importante per me è anche la foto di Aznavour in “Tirate sul Pianista” perché il regista Truffaut è quello che amo di più in assoluto”.

Ma nessuno dei maestri del genere, da Billy Wilder de “La fiamma del peccato” a Michael Curtiz di “Casablanca”, si può comunque dimenticare.

Un viaggio tra fotografia, fumetto e cinema di genere che si vorrebbe non finisse mai – quello nello spazio- mostre di Palazzo Farnese- perché ogni fotogramma o disegno continua a tramettere emozioni indelebili, passate e presenti.

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