Successo per la piece sulla Sclerosi Multipla, raccolti fondi per Medicina Riabilitativa

Grande successo a Piacenza di “Stms” (Se Tu Mi Salverai), la piece teatrale sulla Sclerosi Multipla tratta dal libro di Francesca Salotti, avvocato. Tutto esaurito nelle due serate al San Matteo.

Lo spettacolo ha spiegato, con il linguaggio dei ragazzi, la malattia, tuttora incurabile, ed ha permesso una raccolta di fondi per donare al reparto Medicina Riabilitativa Estensiva dell’Ospedale di Piacenza delle strumentazioni all’avanguardia per le persone affette da Sclerosi Multipla. Presto lo spettacolo sarà rappresentato in altre città e in provincia di Piacenza.

Un’esperienza umana che ha coinvolto, come attrici protagoniste e come comparse, alcuni giovani piacentini.

Nina, la protagonista della storia, colpita da ragazza dalla Sclerosi Multipla, è stata interpretata da Maria Antonia Marchesi, 18anni, studentessa di Psicologia alla Cattolica di Milano. Il ruolo di Azzurra, l’amica di Nina, è stato interpretato da Esmeralda Righi, 13anni, studentessa del liceo artistico Cassinari. Anna, la migliore amica di Nina, l’ha impersonata Elisa Milani, 17 anni, studentessa del liceo classico Gioia.

Giovani anche le comparse. Nel ruolo di Simone, Pietro Fenucci; nel ruolo di Michele, Samuel Bateson; i vari dottori e personaggi: Matteo Balderacchi; le infermiere e altri personaggi: Alice Robbi; la signora in rosso, Francesca Salotti, autrice del romanzo “Se Tu Mi Salverai”. Al trucco: Elena Motta; alle scene: Santa Sanchez; sound: Giovanni Rosa.

Regista della piece Carolina Migli, che tiene un corso di avviamento professionale al teatro presso il circolo Chez Arte di via Taverna, dove sono state scelte, da Francesca Salotti, le giovani attrici.

“Questa scelta azzeccata delle ragazze attrici – commenta la regista Carolina Migli – ha anche reso il mio lavoro più arduo, non dal punto di vista tecnico, le attrici sono davvero già molto brave, ma dal punto di vista formativo ed emotivo. Come spiegare la malattia, la Sclerosi Multipla? Come interpretarla, mostrarla ad un pubblico senza essere scontate? Ho scelto di lavorare di contrasto”.

“Partendo da qui – prosegue – ho intrecciato i monologhi nelle diverse dimensioni temporali in scene molto dinamiche. Alle attrici l’arduo compito di rispettare un codice ben preciso: parlare tra di loro nella dimensione temporale presente e dialogare con il pubblico nella dimensione del ricordo. Il pubblico così è diventato un interlocutore attivo, una sorta di quarta amica, alla quale raccontare i segreti e le emozioni più recondite sulla Sclerosi Multipla”.

“Nei costumi – aggiunge la regista – ho voluto forti citazioni anni ’90, colori pop e fluo, la scenografia semplice fatta di cubi luminescenti utilizzati per creare diversi ambienti, per le musiche brani non scontati ed evocativi scelti con Francesca Salotti in un pomeriggio tra risate e ricordi di quando ci siamo conosciute da ragazzine, proprio all’età delle nostre interpreti”.

“Se devo fare bilancio, questo lavoro non è stato solo una sfida tecnica, ma mi ha fatto scoprire Francesca come scrittrice e mi ha fatto conoscere tre bellissime giovani donne”.

Francesca Salotti, autrice del volume “Se Tu Mi Salverai” da cui è stato tratto il testo teatrale, è ancora emozionata. Lei stessa è salita sul palco del San Matteo interpretando la “signora in rosso”, cioè la Sclerosi Multipla.

“Difficile – dice subito – descrivere l’emozione provata sul palco del San Matteo. Interpretare la Sclerosi Multipla, ossia la signora dell’abito rosso del quadro di Jack Vettriano è stata un’esperienza molto forte. Recitavo nel ruolo di un mio personaggio e insieme ai personaggi del mio libro in carne e ossa”.

“Questo spettacolo – prosegue – ha un valore aggiunto, per me. Non credo sia comune per un autore vedere rappresentato l’adattamento teatrale del proprio romanzo. Nel caso di Stms (Se Tu Mi Salverai) la cosa straordinaria è la bravura dei giovanissimi attori che, in un mese, hanno affrontato un testo, dal tema non semplice, donando la loro freschezza a favore di uno spettacolo che, grazie alla regia brillante di Carolina Migli, ha avuto un ritmo serrato e coinvolgente, per circa un’ora, senza tregua”.

Conclude Francesca Salotti: “Stms è un inno alla vita, all’amicizia, ai sentimenti al di là della malattia diagnosticata. E’ emozione e commozione, ma di fronte alle scelte fatte per trasmettere il messaggio: la speranza, da non abbandonare mai, e l’amore per la Vita che è più forte di una diagnosi, anche quella di Sclerosi Multipla, una malattia incurabile”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.