Non merita di essere così. Non si fermi più il progetto di Piazza Cittadella

C’è un luogo di Piacenza che da ormai troppo tempo vive in una situazione indegna della sua storia, dei monumenti che custodisce, della sua funzione urbana.

E’ un luogo che ha smarrito quasi completamente la sua identità, trasformandosi  in una distesa di auto malamente posteggiate, una sorta di simbolo dell’inciviltà automobilistica. Oggi almeno ci sono le linee che delimitano i posteggi, ma in sostanza poco cambia rispetto a un anno fa (nella foto).

Come si può accettare di ridurre così uno spazio che ospita una scuola, un mercato, uno dei complessi monumentali più importanti della nostra città, e confina con aree al centro di importanti processi di trasformazione?

E’ ancora possibile tollerare quell’edificio fatiscente e completamente abbandonato, da tempo destinato alla demolizione e che invece è ancora lì, simbolo della mancata rivitalizzazione della piazza?

La nostra città – come si desume dai dati sulle concentrazioni degli inquinanti di questo periodo – ha un’aria sempre più irrespirabile e necessita di nuovi incentivi alla mobilità urbana a basso impatto ambientale.

Una città, per la sua conformazione geografica “schiacciata” sul corso del Po, che – nella zona nord in particolare a ridosso del centro storico – ha bisogno di nuovi parcheggi che possano rimuovere le auto (e il loro apporto inquinante) dalle strade.

Costruire un posteggio sotterraneo prossimo al centro – in grado di rimuovere dalla superficie l’obbrobrio delle auto – come avviene ed è avvenuto in tante città italiane e straniere delle dimensioni della nostra, non può restare una chimera. Non possiamo permettercelo.

Si tratta di un progetto che – dopo le vicissitudini amministrative del passato – con ogni probabilità necessita di essere adeguato in sede esecutiva ai mutamenti intervenuti negli ultimi anni e integrato con le altre trasformazioni urbanistiche in corso.

Un progetto che ha attraversato più amministrazioni comunali di colori politici opposti e che dopo l’ultimo pronunciamento dell’attuale giunta, necessita soprattutto di essere attuato.

Non possiamo ridurci a un paese, a una città, dove soltanto l’immobilismo vince. Immobilismo frutto del conflitto senza fine, come fuga dalla responsabilità, dal dovere di decidere, di rispondere alle chiamate della democrazia.

Se dovessi scrivere un appello a sostegno del progetto di trasformazione di Piazza Cittadella e Piazza Casali, lo farei così.

Mauro Ferri

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