Io non sto con Peveri

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Io non sto con Peveri.

Della vicenda dell’imprenditore di Mottaziana condannato per tentato omicidio dopo tre gradi di giudizio avremmo preferito occuparcene il meno possibile.

Ma in questi giorni ci è toccato assistere a troppi esercizi di ambiguità, a un cerchiobottismo insostenibile. “Bisogna comprendere l’opinione pubblica esasperata…”: questo il refrain.

Ci sono principi non negoziabili, a dispetto dei like sui social e anche delle passerelle improvvide di Ministri alla ricerca di facile consenso.

Qualche litro di gasolio rubato non vale come una vita umana, anche quella di un ladro. Questo è il principio, se volete un po’ brutale, da cui non si recede.

Nel corso degli anni ho imparato che il garantismo è un valore tanto importante quanto difficile da applicare non solo a parole. E che non c’è mai da rallegrarsi quando un uomo va in prigione.

Ma troppe speculazioni politiche fuori luogo hanno costellato questi giorni seguiti alla sentenza della Cassazione per il signor Peveri.

A cominciare dal comportamento – inaccettabile per quanto mi riguarda – di rappresentanti delle istituzioni che hanno solidarizzato in pubblico con un condannato per tentato omicidio al terzo grado di giudizio.

E non venite a tirare in ballo la legittima difesa o altre questioni del genere, perchè in questo caso non c’entra nulla, come dicono le carte dei tre processi celebrati. E non possiamo alimentare l’ambiguità neppure in questo caso.

Non crediamo in una società di giustizieri fai da te. E a tutti quelli che “comprendono” chi ha rischiato di uccidere una persona, chiediamo: voi lo avreste fatto? Avreste il coraggio di impugnare un fucile e sparare – e magari di uccidere – un uomo disarmato?

Pensateci prima di rispondere d’impulso come si fa in uno squallido commento di Facebook, perchè anche il signor Peveri ha affermato che lui non sparerebbe più.

Mauro Ferri

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Commenti

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  1. Scritto da matteocorradini

    Concordo anche con le virgole. matteo