La propaganda e la realtà

Più informazioni su

La propaganda e la realtà. E’ sempre stato così, quindi non c’è da scandalizzarsi.

La politica vive anche dell’esasperazione di alcuni temi, dell’uso strumentale degli argomenti, in particolare quelli che sono in grado di creare o spostare consenso. Ma poi c’è la realtà e l’essenziale è non perdere il contatto con il paese “reale”, quello in cui ci troviamo immersi tutti noi, ogni giorno. Coi suoi problemi, i suoi cambiamenti, anche quelli che talvolta non si vedono.

Prendiamo una provincia a caso, la nostra. Territorio tranquillo con la percentuale di bambini stranieri nelle scuole elementari più alta d’Italia. Il 26,6 % di iscritti alla scuola primaria nello scorso anno scolastico. Tornare ancora una volta su questo tema forse è un po’ ossessivo – lo riconosco – proprio perchè gli stranieri cittadini di Piacenza non sono un problema nella realtà. Non generano tensioni, non dovrebbero fare notizia.

Ma nel mondo della propaganda si parla sempre o quasi di loro. Come nel recente caso del nuovo regolamento per l’assegnazione delle case popolari approvato dall’amministrazione comunale, che si propone di mettere “al primo posto i piacentini”. Come qualcuno ha fatto notare: quali sarebbero i piacentini? Quelli che hanno un albero genealogico senza contaminazioni forestiere o tutti quelli che vivono a Piacenza da un certo numero di anni, provenienti anche da fuori? Che pagano regolarmente le tasse e contribuiscono all’economia locale.

Piacenza e tanti comuni della sua provincia sono un modello nazionale di integrazione dei cittadini di origine straniera. E lo sono da diversi anni ormai, a prescindere dal colore politico degli amministratori locali. Questa è la realtà. Un modello, perchè siamo la provincia con la maggior concentrazione di cittadini stranieri in Emilia Romagna, perchè ci sono comuni come Castelsangiovanni dove la percentuale di cittadini stranieri è la più alta in Regione. E in questi anni non è successo proprio niente. Non ci sono state le barricate, non ci sono state proteste o rivolte di piazza.

Semplicemente la convivenza funziona, si è innervata nelle comunità locali, si realizza ogni giorno sui banchi di scuola. Dove i bambini giocano, imparano, litigano senza guardare al colore della pelle o alla provenienza geografica dei propri compagni. Ma a nessuno interessa sbandierare questo modello. Nessuna autocelebrazione, nemmeno uno straccio di convegno per raccontare questa indubbia eccellenza locale. Perché la realtà spesso non interessa.

A volte la sensazione è quella di vivere in una bolla, quella della propaganda che si occupa solo dei temi in grado di alimentarla. E i media che le vanno dietro e la bolla cresce, e poi cresce ancora. Siamo dunque migliori dell’immagine che la propaganda propone di noi stessi per chiederci il voto? Minacciati, impauriti, incazzati… ignari delle conquiste realizzate insieme in questi anni.

La questione è contorta, me ne rendo conto. Poi capitano storie come questa e la realtà riprende il sopravvento. Di certo i nostri figli e nipoti, che vivono la loro infanzia nella scuola multietnica e integrata, saranno migliori di noi.

Mauro Ferri

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.