Pet Therapy contro le demenze senili. Il progetto alla “Duemiglia” di Piacenza

Bilancio decisamente positivo per il progetto “Ludopet” che si è appena concluso alla Casa Residenza Anziani “Duemiglia” di Piacenza, gestita da gruppo “Sereni Orizzonti”.

Protagonista assoluta dei dieci incontri settimanali di pet therapy Morgana, una giovane esemplare di golden retriever particolarmente intelligente e affettuosa, addestrata a soccorrere i dispersi in superficie o travolti da macerie. “A condurla a questi attesi appuntamenti del mercoledì – spiegano i responsabili della residenza – sono state ogni volta due educatrici del gruppo cinofilo “La Lupa”. Nel corso delle loro lezioni, Marzia e Daniela hanno insegnato le regole per un approccio corretto a un cane: come premiarlo e accarezzarlo, imporgli un preciso comando o fargli percorrere un percorso particolare (sulle scale o attraverso i cerchi)”.

Progetto Ludopet alla Casa Residenza Anziani Duemiglia

“Gli incontri si sono svolti per la maggior parte dei giorni nella sala comune del piano terra della struttura – raccontano – con gli ospiti disposti in cerchio intorno alle istruttrici e a Morgana. Ognuno di loro a turno ha potuto darle un comando per poi premiarla con un croccantino e tante carezze. A beneficiare del contatto con l’animale sono stati anche gli ospiti allettati ai vari piani, che hanno immediatamente stabilito un forte contatto empatico con l’animale”.

Progetto Ludopet alla Casa Residenza Anziani Duemiglia

“L’obiettivo del progetto di “Sereni Orizzonti”” – aggiungono dalla “Duemiglia” – era d’altronde proprio quello di accrescere l’autostima degli ospiti non autosufficienti, con effetti benefici sia psicologici che comportamentali. Diversi studi hanno ormai dimostrato l’utilità della pet therapy nel trattamento delle demenze senili: semplici sequenze come dare un ordine, premiare un comportamento adeguato e accarezzare attivano numerose competenze cognitive, di abilità e memoria che con questa patologia tendono ad inaridirsi”.

“Con la loro semplice presenza – evidenziano – gli animali possono scatenare reazioni emotive positive e intense, favorendo il riemergere di ricordi e la disponibilità al dialogo. Persino nel caso di ospiti affetti da Alzheimer nello stadio avanzato, chiusi in sé stessi e ormai quasi immobili, la comunicazione non verbale con un animale (accarezzare, sentire il calore e la morbidezza della pelliccia, sentirsi leccare le mani) procura un senso di sicurezza e di calma, facendo uscire per un attimo dall’apatia o dalla condizione di ansia”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.