Una festa peruviana per l’Antonino d’Oro al vescovo missionario Domenico Berni fotogallery

Una festa peruviana per accogliere nella basilica di Piacenza Monsignor Domenico Berni, vescovo emerito della prelatura di Chuquibambilla (Perù), che ha ricevuto l’Antonino d’Oro 2019.

Nelle foto e video alcuni momenti della cerimonia che ha visto il saluto al vescovo della comunità peruviana di Piacenza.

Il riconoscimento è stato come da tradizione consegnato personalmente dal vescovo Gianni Ambrosio a conclusione della solenne celebrazione eucaristica. Il premio al vescovo Berni è un tributo alla sua persona e a tutti i missionari sparsi nel mondo.

Inoltre tale onorificenza è stata idealmente consegnata anche alla comunità italo-peruviana presente a Piacenza che è intervenuta durante il rito. “Vogliamo ringraziarla infinitamente monsignor Domenico Berni – ha affermato un rappresentante – per l’incredibile lavoro svolto nella nostra comunità di Chuquibambilla e perchè lei ha saputo realizzare il sogno richiamato da papa Francesco di una chiesa povera per i poveri”. Una ringraziamento pronunciato anche nella lingua madre degli indigeni.

Una bella realtà, perfettamente integrata nella nostra città, la comunità peruviana, che ha saputo condividere da subito le proprie tradizioni culturali e religiose con le nostre. I canti della festa del “Senor de los Milagros’ hanno accompagnato la cerimonia.

Monsignor Berni nel suo breve discorso di ringraziamento ha ammesso la sua sorpresa nel ricevere l’Antonino d’Oro. “Ho vissuto la maggior parte della mia vita, 47 anni, fuori da questo paese. Pensavo di essere quasi sconosciuto in questa terra, ma i mezzi di comunicazione hanno fatto il loro lavoro, parlando tanto di me. Il merito di tutto quello che si è detto di me, non è tutto mio. Per questo voglio dedicare questo riconoscimento a tutti coloro che sono stati miei collaboratori, sono tanti e non posso citarli tutti”.

Cerimonia Antonino d'Oro 2019

“Ai volontari religiosi e laici, anche ai tanti giovani volontari italiani che attraverso l’operazione Mato Grosso sono stati una testimonianza di solidarietà, e voglio dedicarlo alla popolazione del Perù: sono stato pastore in una porzione limitata di quel paese, pastore di gente semplice, campesinos, che mi hanno accettato e dimostrato tanta pazienza nei miei confronti. Un ringraziamento anche a tutti i missionari piacentini”.

Nella sua omelia il vescovo Gianni Ambrosio ha ricordato la figura di S. Antonino, patrono di Piacenza: “Ogni anno resto sempre molto stupito, sono passati oltre 1700 anni dalla morte di questo giovane, ma la memoria del nostro patrono continua ad essere viva, amata. Il culto di questo santo continua ad essere una delle forme più antiche di devozione religiosa e civile”.

La consegna dell'Antonino d'Oro 2019

“Fa parte della nostra storia, storia di vita e di amore, perché ha dato la vita per Gesù e per la nostra salvezza. Noi siamo dentro questa storia sacra. A lui possiamo rivolgere una domanda, quale possa essere il futuro della nostra città. Lui risponderebbe che il futuro si costruisce insieme, insieme alla comunità tutta e insieme a Dio. La comunità piacentina ha scelto Antonino come santo patrono perché in lui ha visto l’amore, perché ha dato la vita per amore”.

LA MOTIVAZIONE DEL PREMIO – “Il conferimento del premio – si sottolinea in una nota – vuole essere un atto di stima e di gratitudine nei confronti di un figlio della nostra chiesa piacentina-bobbiese che ha dedicato quasi cinquantanni della sua vita alla missione in Perù, prima come sacerdote e poi come vescovo, svolgendo sempre il suo ministero con passione, umiltà e fedeltà nei confronti del popolo a lui affidato e in particolare verso i più poveri”.

“Ha operato in un territorio impervio e montuoso, nel cuore della Cordigliera delle Ande, dove abitano, in località situate tra i 3000 e i 5000 metri, migliaia di persone tra le più povere del Perù i cosiddetti “indigeni della sierra”, cioè della montagna. Persone geograficamente isolate, lontane dal mare e dalla foresta amazzonica costrette tuttora a una vita dura di agricoltura e pastorizia, priva di strade e di efficienti servizi basilari come educazione, salute, energia elettrica, telefono, acqua”.

“In questo contesto, monsignor Berni prodigandosi senza riserve nell’attività di evangelizzazione e di promozione umana, ha dato continuità e sviluppo all’azione missionaria dei padri agostiniani iniziata nel 1968 per volontà di San Paolo VI. Con le sue parole e con il suo stile di vita, umile e riservato, ha saputo mostrare il senso e la bellezza contenute nella vocazione sacerdotale. E tutto questo è un grande dono, in un contesto culturale e sciale come il nostro in cui la figura del prete è spesso esposta, per vari motivi, al rischio di perdere di significato e di credibilità agli occhi di molti”.

“Nella testimonianza di vita di monsignor Domenico Berni, riconosciamo alcuni “tratti” che possono essere presi come riferimento da tutti coloro che desiderano vivere con gioia e responsabilità la propria vocazione cristiana. In lui emergono una grande passione per l’annuncio del vangelo e per la vita di ogni persona, in particolare quella più debole e ferita”.

“Colpisce il suo desiderio di essere un “pastore con l’odore delle pecore”, vivendo a contatto con la gente, con i suoi preti, condividendone gioie e dolori, vivendo con loro come un vero fratello e un vero padre, facendo lui stesso la scelta della povertà evangelica quasi a voler incarnare il sogno richiamato anche da papa Francesco nella sua famosa espressione: “Ah, come vorrei una chiesa povera per i poveri”. Una chiesa quindi che non solo si mette a servizio dei poveri ma si lascia educare da essi per scoprire l’unica vera ricchezza che salva: il Vangelo”.

Per tali motivi il Capitolo dei Canonici ha valutato opportuno assegnare a monsignor Domenico Bersi questo prestigioso premio, “come doveroso tributo alla sua persona e a tutti i missionari sparsi nel mondo. Inoltre tale onorificenza è idealmente consegnata anche alla comunità italo-peruana presente a Piacenza. Una bella realtà, perfettamente integrata nella nostra città, che ha saputo condividere da subito le proprie tradizioni culturali e religiose con le nostre. Con gioia ricordiamo la festa del “Senor de los Milagros’ più volte celebrata anche nella nostra Basilica di Sant’Antonino”.

Il premio “Antonino d’oro”, giunto alla 34esima edizione, viene annualmente sponsorizzato e patrocinato dalla Famiglia Piasinteina.

Domenico BerniNasce a Piane di Carniglia, in provincia di Parma, diocesi di Piacenza-Bobbio, il 26 maggio 1940. Viene ordinato sacerdote nell’Ordine di Sant’Agostino il 29 giugno 1966. Dopo aver conseguito il dottorato in diritto canonico e civile alla Pontificia Università Lateranense, nel 1971 viene inviato come missionario in Perù. Distinguendosi per le sue qualità umane, cristiane, sacerdotali e pastorali, San Giovanni Paolo 11, nel 1989, lo nomina vescovo prelato di Chuquibambilla.

Il 10 settembre 1989 viene consacrato vescovo nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia. Gli viene affidata la cura pastorale della prelatura di Chuquibambilla che eserciterà fino al 24 aprile 2018, termine del suo mandato per raggiunti limiti di età.

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