Il nuovo ospedale “spiegato” dal sindaco Barbieri LA LETTERA

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri con alcune osservazioni relative al nostro articolo pubblicato sabato scorso che ricostruisce la vicenda del nuovo ospedale. Nella sua missiva il sindaco sottolinea la presenza di “inesattezze, dimenticanze e mistificazioni” nella ricostruzione da noi redatta (con tanto di link agli articoli).

Ciascun lettore può farsi un’idea confrontando il nostro articolo e le osservazioni del sindaco. Ecco il testo integrale

Buongiorno Direttore Ferri,

dal momento che l’articolo pubblicato il 20 luglio sul sito che lei dirige più che risultare una spiegazione “fatta bene” della vicenda del nuovo ospedale di Piacenza rischia di essere passibile di richiesta di rettifica ai sensi della legge sulla stampa, tante sono le inesattezze, le dimenticanze e le mistificazioni in esso contenute, invio questo breve scritto, senza alcuna pretesa di spiegazione esaustiva di un argomento complesso, ma con la certezza che vorrà pubblicarlo – quanto meno quale contributo a un democratico confronto di idee – a differenza di altri interventi sull’argomento che, probabilmente non trovando il suo consenso, non hanno avuto invece questa sorte.

Dopo che la Regione Emilia-Romagna, nel 2015, ipotizzò la costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza, il Sindaco Dosi sottoscrisse un accordo con il Demanio diretto allora da Roberto Reggi, pensando di destinare al previsto nosocomio l’area dell’ex caserma Lusignani, delle dimensioni di 88mila metri quadri. In subordine, veniva indicata come possibile localizzazione l’area dell’ex Pertite, di 270mila metri quadri: quella stessa area che solo pochi anni prima era stata oggetto prima di un girotondo – a cui parteciparono sia Reggi che Dosi – e poi di un referendum consultivo, nel quale più di 30mila piacentini chiesero di mantenerla completamente a verde. Per alcuni – e in primis per la sinistra evidentemente – insignificanti particolari, per altri indicazioni chiare di un volere popolare.

Nel corso della campagna elettorale del 2017, la coalizione di centrodestra da me rappresentata in qualità di candidato sindaco, espresse tutti i suoi dubbi – ha fatto bene a sottolinearlo con tanta enfasi dottor Ferri, perché i fatti ci hanno dato completa ragione – non tanto sulla necessità di un nuovo ospedale, richiesta condivisa anche dal comparto medico e sanitario piacentino, ma più che altro sull’ubicazione dello stesso, sui contorni del tanto sbandierato protocollo d’intesa, a partire dall’imputazione dei costi da sostenere, e non ultimo sulla destinazione dell’attuale nosocomio. Elementi per noi talmente importanti da essere inseriti in grassetto dalla Giunta Barbieri nella delibera che sarà al vaglio del consiglio comunale dei prossimi giorni.

Dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni comunali del 2017, su entrambe le aree originariamente indicate dalla sinistra come sede del nuovo ospedale si addensarono alcuni oggettivi evidenti impedimenti di ordine tecnico che, seppur artatamente celati dall’agenda setting piacentino, rappresentavano la pietra tombale di quelle ipotesi. I primi approfondimenti di ordine tecnico dell’Asl – e non di Patrizia Barbieri – esplicitati poi nello studio di prefattibilità consegnato dall’azienda sanitaria lo scorso aprile, evidenziavano l’esigenza di un’area di almeno 160mila metri quadri con possibilità di espansione futura: più o meno il doppio della dimensione della caserma Lusignani…

Sui 270 mila metri quadri della Pertite, al contrario, il nuovo ospedale ci sarebbe stato, ma così facendo si tradiva prima di tutto la richiesta di oltre 30mila persone – tra cui , forse, anche Reggi e Dosi e forse anche quei sindacati oggi tanto prodighi di consigli – di mantenere quell’area completamente a parco urbano. A parte questo non secondario aspetto, che un’oculata e seria amministrazione deve valutare, non si può nascondere che l’accordo stipulato tra Reggi-Dosi e il Ministero della Difesa era subordinato alla localizzazione di una nuova pista carri per l’esercito, con costi a carico del Comune di Piacenza di circa 2milioni e mezzo di euro. Senza considerare le spese per le demolizioni dei fabbricati che insistono sull’area e dell’incognita bonifica che ancora aleggia sui terreni della Pertite. Di quale gratuità stiamo quindi parlando?

Quanto al fatto che sia tramontata l’originaria ipotesi, per la scelta dell’area, di un iter attraverso la presentazione di manifestazioni di interesse, sono sempre più convinta che sia stata la scelta migliore e più sensata. In quel caso, infatti, avremmo potuto assistere o alla non presentazione di offerte o, più probabilmente, all’avanzare di una serie di proposte da parte di privati proprietari di aree che avrebbero potuto non essere idonee da un punto di vista tecnico per la localizzazione del nuovo ospedale, in base alle esigenze e richieste dell’Asl e agli studi e approfondimenti compiuti dai tecnici di Asl, Comune e Provincia di Piacenza. Eventualità, queste, che non avrebbero fatto altro che appesantire l’iter e allungare i tempi per la scelta, non rendendo certo un buon servizio alla città.

Quanto poi all’anima ambientalista che tutti coloro che hanno “tradito” la Pertite riscoprono oggi a difesa dei terreni della Farnesiana, mi si consenta solo questa breve considerazione: esiste una sola possibilità che la costruzione di un ospedale venga effettuata senza usare cemento? E se un nuovo nosocomio è necessario, così come ritiene la maggioranza della città da destra a sinistra, sarebbe responsabile bloccarne la costruzione per il timore di un consumo di suolo che in alcun modo potrebbe essere evitato?

Mi auguro, dottor Ferri, che questo intervento, possa in qualche modo contribuire a ricostruire la realtà dei fatti contro le non corrette informazioni che fanno il male della città, oltre che della professione giornalistica.

Patrizia Barbieri
Sindaco di Piacenza

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