Polizia, da oggi i nuovi distintivi “Un giorno atteso da 38 anni”

“Un giorno importante, che aspettavamo da 38 anni”.

Con queste parole il questore di Piacenza, Pietro Ostuni – presente in un incontro in Prefettura insieme al vice-prefetto di Piacenza, Leonardo Bianco e a diverse autorità civili e militari – ha voluto celebrare la presentazione dei nuovi distintivi di qualifica della Polizia di Stato che dalla mattinata del 12 luglio verranno indossati da oltre 98mila agenti su tutto il territorio nazionale e sanciranno la definitiva separazione del Corpo dall’ambito militare, iniziata nel 1981 con il decreto di smilitarizzazione del servizio.

“Questa per noi è una giornata emozionante – afferma Ostuni -, siamo orgogliosi di essere una forza di polizia a ordinamento civile, pur avendo massimo rispetto per le altre forze di polizia a ordinamento militare con cui collaboriamo. Però era giusto segnare questa distinzione, che significa per noi maggiore impegno nell’essere vicini alla collettività e andare incontro ai bisogni degli altri”.

La cerimonia ufficiale era andata in scena a Roma al Palazzo della Consulta nella giornata dell’11 luglio, anniversario della Polizia di Stato, alla presenza delle più alte cariche istituzionali. Nello specifico, la novità è stata introdotta dal decreto interdirettoriale del 5 aprile 2018, che ha appunto definito i nuovi distintivi e che si inquadra nell’ambito del processo di revisione dei ruoli delle forze di polizia previsto dal decreto legislativo 95/2017. I nuovi distintivi di qualifica, disegnati da Michele D’Andrea, esperto di araldica, presentano come simbolo principale un’aquila, “segno della lotta e della vittoria sul male”.

presentazione dei nuovi distintivi della polizia in prefettura

Un simbolo che si pone in continuità tra passato e presente, in quanto quest’animale, che quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919, è storicamente l’emblema dell’Istituzione.

“Con le ali spiegate – si legge in una nota diramata dal dipartimento della Pubblica sicurezza -, le zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, la testa rivolta a sinistra e ornata dalla corona murata di cinque torri e uno scudo sannito con il monogramma “RI” in petto, l’aquila continua ad esprimere il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà”.

“Compaiono – prosegue la circolare -,  invece, per la prima volta, altri simboli a caratterizzare le diverse qualifiche. Per il ruolo agenti ed assistenti: il plinto araldico, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio; per il ruolo sovrintendenti: il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall’esperienza; ed infine per i funzionari compare la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese. I distintivi, uguali per tutti i ruoli, differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature”.

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