A Veleia arrivano le “Invasioni Barbariche” di Scarpati e Barbero. L’intervista

Nuovo appuntamento, stasera 10 luglio dalle 21 e 30, con la rassegna di Teatro Antico a Veleia di Lugagnano (Piacenza). Protagonisti della rassegna, curata da Paola Pedrazzini, saranno Giulio Scarpati e Alessandro Barbero.

In scena uno spettacolo dedicato alle “Invasioni Barbariche”, un viaggio tra epos e storia guidato da Alessandro Barbero, storico, docente universitario, scrittore vincitore del premio Strega, saggista, articolista de Il Sole 24 Ore, volto noto di programmi cult come Il tempo e la Storia o Superquark, e Giulio Scarpati, grande e amatissimo attore, attivo in tv (protagonista di una fortunata serie), cinema (David di Donatello per Il giudice ragazzino) e teatro. Proprio a Barbero abbiamo posto alcune domande.

Da storico medievista, quanto è rimasto oggi del Medioevo?

La nostra è una civiltà antichissima (anche se a giudicare dalla stupidità dominante non si direbbe), e ogni stratificazione storica ha lasciato tracce. Il Medioevo ci ha lasciato i salumi e gli occhiali, i ravioli e il parmigiano, i comuni e le università, il celibato ecclesiastico e l’idea che è giusto ribellarsi contro un potere tirannico, san Francesco e Dante, le cattedrali gotiche e i centri storici di tante nostre città.

Gli storici dei diversi paesi europei hanno definito l’arrivo dei barbari come invasioni (francesi e italiani) e come migrazioni (critici tedeschi), qual è la sua posizione?

Sono state entrambe le cose. Erano migrazioni di popoli che cercavano nuove terre in cui stabilirsi, ma sono diventate invasioni nel momento in cui non sono più avvenute in modo relativamente pacifico e in accordo con il governo e le leggi dell’impero romano.

Viaggi, migrazioni e invasioni un tema classico e dunque molto contemporaneo, invasioni o migrazioni quelle che portano i politici a costruire le barriere lei cosa ne pensa?

Penso sia un problema troppo grave per tollerare risposte semplificate come quelle che danno oggi la politica e gli intellettuali. Il passato dell’umanità insegna che migrare è nella natura degli esseri umani e che l’immigrazione può essere una grande risorsa, ma anche che non si tratta di processi innocui, anzi che possono produrre conseguenze drammatiche e destabilizzanti se non sono gestiti e governati con chiarezza.

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