“Anche Piacenza dichiari l’emergenza climatica” 5mila giovani in corteo fotogallery

Appuntamento a Barriera Genova a Piacenza per la nuova mobilitazione indetta dai Fridays for Future Piacenza.

Gli studenti scendono in piazza per il clima in tutta l’Italia venerdì 27 settembre e anche nella nostra città dalle 9 in poi i giovani hanno iniziato a radunarsi con cartelli e striscioni. Nella fotogallery alcuni momenti dell’avvio del corteo. Oltre 5mila i partecipanti alla manifestazione, secondo gli organizzatori.

Le parole di Daniele Rossetti portavoce del movimento piacentino di Fridays for Future

“Sull’ambiente vogliamo che le parole diventino fatti – ha affermato – oggi iniziamo a raccogliere le firme per la ‘Dec’ la dichiarazione di emergenza climatica, già approvata in Regione Emilia Romagna e a Parma e vogliamo che sia approvata anche a Piacenza, dentro ci sono proposte concrete per perseguire l’abbassamento della C02”. E sulla partecipazione alla manifestazione ha aggiunto: “Siamo molto contenti che il messaggio per il clima sia trasversale e tocchi tanti giovani di generazioni diverse”.

La manifestazione, è stato specificato, è pacifica e apartitica, pertanto si invita i partecipanti a non portare simboli di partito. “E’ un appuntamento molto importante, perché è il terzo sciopero globale per il clima – hanno sottolineato gli organizzatori -, si trova al culmine della Climate Action Week che si sta tenendo in tutto il mondo. In piazza stanno scendendo milioni di studenti e lavoratori per manifestare in nome del loro diritto al futuro e al mantenere vivibile il pianeta. E’ molto importante che anche a Piacenza i ragazzi e coloro che lo desiderano partecipino con entusiasmo a questa mobilitazione, perché dobbiamo lanciare un messaggio molto forte a tutte le istituzioni”.

“L’attenzione nei confronti dell’ambiente è il tema politico, ovviamente non inteso in senso partitico, maggiormente sentito tra i ragazzi è quello su cui sono maggiormente informati e rispetto al quale hanno molto da dire”.

 

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Una sensibilità che non si traduce solo nel partecipare a manifestazioni, ma che si mette in atto in tante piccole azioni concrete – hanno aggiunto – dal rinunciare alle bottigliette di plastica, sostituendole con borracce, al diminuire spostamenti in auto, usando i mezzi pubblici o la bicicletta.

Anche il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, la piacentina Paola De Micheli ha commentato sui social la giornata di sciopero per il clima:

UGL GIOVANI “NO A SCIOPERO “AUTORIZZATO”” – Sulla giornata si registra l’intervento di UGL Giovani, critico sulla circolare del ministro dell’Istruzione che “autorizza” le assenza per il corteo sul clima (“La circolare che ho fatto invita le scuole ad accettare la motivazione “ha partecipato allo sciopero per il clima” – ha poi precisato il Ministro, spiegando che “la giustificazione va fatta comunque”): “Rivendichiamo il diritto a partecipare ad uno sciopero libero e non “autorizzato” – scrive UGL -, o peggio stimolato dallo stesso governo che dovrebbe farsi artefice di vere e strutturali azioni per migliorare la situazione climatica. Quindi non andando a gravare ulteriormente i lavoratori con tasse green, ma richiedendo che tutti gli Stati come la Cina, gli Usa o l’India smettano di costruire nuove centrali a carbone e rispettino i patti internazionali sull’emergenza climatica”.

“Come Ugl Giovani – aggiungono – preferiremmo invitare tutti gli studenti e le studentesse che venerdì non sono andati a scuola a fare una bella scampagnata green e scioperare autonomamente in qualsiasi altro giorno, o sotto un ambasciata di qualche stato asiatico dove sicuramente non vedremo mai la nostra “amata” Greta. Il problema di Greta è molto semplice, una protesta non potrà mai essere efficace se supportata dai potenti, dietro ONE Campaign, tra i supporters, c’è il marchio Coca Cola che ogni anno produce 3 milioni di tonnellate di plastica e Cargill che appartiene ai cinque grandi colossi della carne che produce più gas serra delle grandi compagnie petrolifere”.

“Bisogna cambiare il modello di sviluppo. Finché vivremo in un sistema liberal capitalista non si cambierà niente e fin quando  il profitto e il libero mercato saranno i modelli che segue l’economia l’inquinamento non diminuirà. A fronte dell’infanzia di Greta che viene rubata dai “Grandi” ci sono milioni di bambini che fanno gli schiavi per sorreggere il sistema che Greta non ha alcuna intenzione di combattere. A questi bambini e a chi li rappresenta non verrà sicuramente dato spazio all’Onu perché direbbero veramente come stanno le cose”.

“La scuola – concludono – deve rappresentare il posto dove i ragazzi crescono, si confrontano e si formano come persone e come parte integrante e attiva del popolo e non può diventare il luogo dove il non rispetto delle regole viene istituzionalizzato dall’organo che invece dovrebbe controllarlo. Concedere o autorizzare una manifestazione o uno sciopero è diseducativo e controproducente perché non responsabilizzando la protesta si vanificano i sacrifici e si rendono inefficaci tutte le richieste. Lo scontro generazionale finisce quando viene permesso”.

CALLORI (FdI) “CAMBIAMENTO CLIMATICO, MANTRA SENZA SIGNIFICATO SPECIFICO” – Opinione decisamente negativa sulla manifestazione è poi quella del consigliere regionale piacentino Fabio Callori (FdI): “Un’isteria collettiva – afferma -. Nessun ragionamento e nessun approfondimento vero stanno accompagnando la discesa in piazza degli studenti contro i cambiamenti climatici”.

“Un mantra, quello del cambiamento climatico, privato ormai di un significato specifico. E’ entrato, infatti, nel linguaggio comune grazie al bombardamento dei media mainstream, della propaganda del business internazionale green e della politica sfiatata del neo ambientalismo progressista. Anche se illustri scienziati, anche in Italia, hanno contestato l’allarmismo parossistico, sostenendo che non c’è urgenza, né una situazione di crisi senza rimedio. Dunque, ci sarebbe da chiedersi chi soffia sul fuoco”.

“E certamente – prosegue – non aiuta ad affrontare il tema con spirito laico e solide basi scientifiche la ‘sparata’ del neo ministro all’Istruzione grillino, Lorenzo Fioramonti, che dopo lo sfondone sulla tassa per le merendine e per le bibite gassate, se ne è uscito promettendo una giustificazione generalizzata per le assenze scolastiche causa sciopero per il clima. Suggerimento applaudito da qualcuno, a mio avviso irresponsabilmente, meno condiviso da altri professionisti della scuola”.

“Molto più intelligente ed educativo – afferma Callori – sarebbe stato organizzare delle giornate di studio sul clima e sulle buone pratiche ambientali nelle scuole, poggiate su approfondimenti a 360 gradi e non su slogan e propaganda politica. Perché non si può nascondere che gli scioperi odierni e molti dei cartelli sfilati con gli studenti non avevano nulla a che fare con l’ambiente, ma molto a che vedere con l’odio e l’intolleranza politica della sinistra nei confronti degli avversari”.

“Ovvio che a guidare molti di questi giovani, probabilmente inconsapevoli di essere strumentalizzati, ci sono state forze politiche come il Pd, che avendo perso tutti i punti di riferimento storici si è buttato nella religione ambientalista, senza curarsi del fatto che sposare acriticamente e strumentalmente questa battaglia può significare un grave danno per la nostra società e il nostro sistema economico”.

“Dunque – conclude -, attenzione e tutela dell’ambiente sì, ma basandosi su un confronto continuo tra conoscenze scientifiche solide e la nostra realtà sociale e economica”.

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