La prima intervista del Ministro De Micheli: “Basta no politici ai cantieri”

Un’intervista “pesante”, nella quale sono già messe in chiaro alcune questioni importanti legate al suo ruolo di Ministro delle Infrastrutture e Trasporti: la Tav, i cantieri da sbloccare, i porti “chiusi” e le concessioni autostradali. E si affronta anche il tema della rigenerazione urbana e delle periferie che riguarda anche la nostra città.

Paola De Micheli, nel suo primo giorno al ministero parla a “La Stampa” dei suoi propositi di lavoro. Ecco un estratto dell’intervista concessa ad Alessandro Barbera:

Paola De Micheli è nella stanza del ministro delle Infrastrutture da tre ore. Apre un fascicolo giallo. È la lista delle richieste di incontri depositate in segreteria. Le conta: 256. Sorride. Durante l’intervista si forma la fila dei dirigenti che attendono di vederla: altre dieci persone. Il televisore manda le immagini del giuramento del mattino con la famiglia venuta da Piacenza, dove lei torna il week-end. «Questo ufficio è più grande dell’appartamento che divido con Pietro qui a Roma».

Pietro è il figlio, ha tre anni e mezzo, sta per iniziare la scuola materna. Corre su e giù, si nasconde sotto l’enorme scrivania. «Vorrei attrezzare uno spazio per farlo stare qui il pomeriggio. Non ho fatto un figlio perché lo cresca qualcun altro». Annuncia che si dimetterà da numero due del Pd – «non è compatibile con questo impegno» – annuncia il no alla politica dei porti chiusi: «Uno slogan senza senso per nascondere la verità». Non ha ancora fatto il passaggio di consegne con Danilo Toninelli, ammette di essere a una distanza siderale dal suo approccio, non invece dai Cinque Stelle: «Se andiamo avanti così potremo fare assieme molte cose buone per il Paese».

Lei è uno dei pochi ministri del Nord in questo governo. È stato un caso?

«È un caso che ci siano complessivamente più persone del Sud, ma considero la mia presenza qui come un preciso segnale al Nord. In questo ministero si gestisce un pezzo importante del futuro dell’Italia».

Non è un regalo alle ragioni della Lega?

«La Lega in quattordici mesi non ha risolto un problema. Al massimo li ha ingigantiti: infrastrutture, fisco, autonomia».

Beh, un problema al Nord l’ha risolto, anche se con il vostro aiuto e contro la volontà del nuovo alleato: la Tav Torino-Lione. Non è così?

«Come è andata quella vicenda è noto a tutti. Ora l’opera deve procedere il più rapidamente possibile».

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