Capannone confiscato alla mafia a Calendasco, venduti anche gli ultimi mezzi

“Oggi abbiamo compiuto l’ultimo passo verso la restituzione completa alla legalità di questo spazio, che viene messo a disposizione della comunità di Calendasco e dell’intera collettività piacentina”.

Filippo Zangrandi, sindaco del Comune della Bassa Valtidone, spiega che sono stati finalmente venduti all’asta gli ultimi mezzi rimasti all’interno del capannone di Ponte Trebbia, confiscato alla ditta Tsa nel 2016 e inaugurato ufficialmente due anni più tardi alla presenza di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Si tratta di due camion, due camioncini e due rimorchi, messi all’asta da parte dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alla mafia, in seguito al fallimento della ditta, e acquistati da un’azienda di San Benedetto del Tronto.

 

Parte del capannone ora è diventato sede della Protezione Civile e deposito dei mezzi del Comune. Ma l’intenzione è quello di farne un luogo vivo, cuore pulsante della comunità di Calendasco e non solo. “In questi anni fin da subito in questo luogo si sono svolti tanti laboratori e percorsi di educazione alla legalità attivati nelle scuole – spiega il sindaco Zangrandi, insieme al suo precedessore Francesco Zangrandi -, con tante giornate in cui abbiamo unito la gioia di poter stare con i ragazzi alla necessità di trasmettere alle nuove generazioni concetti importanti come il rispetto delle regole e la voglia di stare sempre dalla parte della legalità. Continueremo su questa strada”.

 

“E’ stato un percorso lungo e difficile – sottolinea Antonella Liotti di Libera Piacenza -, che ha avuto un esito positivo grazie al sostegno del Comune, che non è mai venuto meno. Tengo a sottolineare che non si tratta di uno spazio dell’associazione Libera, ma sarà a disposizione di tutta la collettività piacentina”.

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