Casana (Fridays for future): “Troppe auto in circolazione, più mobilità sostenibile”

Piacenza si conferma città critica dal punto di vista ambientale. Per il secondo anno consecutivo nella graduatoria “Ecosistema urbano” di Legambiente pubblicata da “Ilsole24ore” ci piazziamo ben oltre la metà, solo al 57esimo posto tra le province italiane.

Abbiamo chiesto un commento a Luca Casana, portavoce del movimento “Fridays for Future” di Piacenza.

Purtroppo è triste constatare ancora una volta che la nostra città non è affatto virtuosa dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Il rapporto di Legambiente evidenzia alcune criticità ben note alla maggior parte dei piacentini: è dunque arrivato il momento di invertire la rotta, perché la situazione di emergenza climatica e ambientale in cui viviamo non fa sconti a nessuno e se non cambieremo in meglio ne pagheremo sempre di più le pesanti conseguenze.

L’acqua e l’aria sono le risorse più preziosa che abbiamo: le sempre più frequenti situazioni di emergenza siccità che ci troviamo ad affrontare devono spingerci in direzione di un utilizzo più responsabile dell’acqua. L’aria che quotidianamente inquiniamo viaggiando in auto è la stessa di cui poi ci lamentiamo e che è causa di numerose patologie respiratorie soprattutto nei bambini e negli anziani: da questo punto di vista occorrono scelte coraggiose da parte dell’amministrazione comunale, poiché la città è congestionata dal traffico delle autovetture e proprio anche in conseguenza di questo si verificano incidenti quasi quotidianamente e i cittadini hanno grandi difficoltà a trovare parcheggio.

Occorre investire nella mobilità sostenibile, estendere la Ztl a tutto il nucleo centrale della città e fare rispettare le regole evitando di aggirarle “all’italiana” elargendo pass comunali in eccesso come accade ora. Per quanto riguarda i rifiuti che produciamo in eccesso, mi sento di dire ancora una volta che certamente continuare ad aprire nuovi grandi centri commerciali non può fare altro che indirizzare il cittadino verso scelte di tipo consumistico con conseguente grande produzione di rifiuti pro capite, facendo inoltre concorrenza sleale ai piccoli commercianti che invece utilizzano minori quantità di imballaggi in plastica e vendono prodotti più facilmente riutilizzabili contrastando la cultura dell’usa e getta.

In conclusione ci tengo a ribadire l’importanza e la necessità improrogabile di coltivare la cultura della sostenibilità ambientale nelle scuole, dalla più tenera età fino alla fine del ciclo di studi. Occorre assolutamente un aggiornamento dei programmi scolastici dove l’educazione al rispetto dell’ambiente deve avere un ruolo fondamentale.

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