Polizia locale, i confederali replicano al Sulpl “Le armi sindacali vanno usate responsabilmente”

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Piacenza replicano alle dichiarazioni dei sindacati della polizia locale Sulpl e Csa del Comune di Piacenza.

“Ancora una volta, ma non ci stupisce, il tentativo da parte dei sindacati confederali di tenere unito il fronte sindacale, accettando di condividere un percorso anche con chi ha interesse solo per una piccola parte di lavoratori, è stato svilito da chi invece aveva come unico interesse quello di proclamare a prescindere uno stato di agitazione” si legge nella nota inviata dai confederali. Noi pensiamo che le armi sindacali, che da sempre sono state utilizzate per sostenere vertenze a favore dei lavoratori, siano una cosa seria e vadano usate responsabilmente, quando non si riesce a raggiungere un accordo con la controparte”.

“Nel caso specifico, dopo un lungo e difficile percorso di trattative, l’Amministrazione ha accettato di riconoscere nella misura stabilita le indennità dovute a tutti i lavoratori che da contrattazione ne sono interessati (polizia locale, assistenti sociali, manutentori e lavoratori che vengano individuati, per la specificità della loro professione, come rientranti nelle casistiche previste dal nuovo Ccnl per le cosiddette “indennità di condizioni lavoro”) seppure con una decorrenza diversa da quella inizialmente prevista, ma con un saldo alla pari sul biennio e con la prosecuzione, inutile dirlo, negli anni successivi”.

“La discussione sull’interpretazione di un parere dell’Agenzia negoziale per la P.A., che pure nel merito ha la sua consistente valenza politica, diventa in questo caso specifico un pretesto, dal momento che il risultato (ossia il riconoscimento delle indennità) viene comunque raggiunto. L’Amministrazione ha anche condiviso con le Organizzazioni Sindacali nuovi criteri per l’accesso alle cosiddette “progressioni economiche” (ossia quelli che una volta erano gli scatti di carriera e che da diversi anni sono attribuite secondo un procedimento selettivo) con l’intento di rendere più equo ed oggettivo tutto il processo. Terzo e non ultimo elemento, è stata condivisa con l’Amministrazione una calendarizzazione nelle prime settimane dell’anno di un apposito tavolo per la definizione di elementi non economici, ma di primaria importanza per i lavoratori e che riguardano quel “benessere organizzativo” che è viatico per una migliore resa dei servizi ai cittadini e che comprende sia le politiche degli orari di lavoro, sia la definizione/sistemazione delle sedi dei diversi servizi”.

“Questi elementi devono però essere portati a conoscenza di tutti i lavoratori, e non solo di quelli della polizia locale, e dal momento che l’assemblea odierna ha subito dei ritardi non previsti a causa del protrarsi, appunto, delle trattative con l’amministrazione, non è stato possibile avere il tempo per illustrare a fondo tutti questi aspetti, in modo che i lavoratori ne avessero sufficiente conoscenza per votare consapevolmente, né avere una platea sufficientemente vasta perché fosse rappresentativa (poiché il protrarsi dell’orario ha determinato il doveroso ritorno alle attività di ciascun lavoratore). Questa è la nostra democrazia, di cui onestamente andiamo fieri. L’assemblea è stata quindi aggiornata alla settimana prossima, e nella ripresa pomeridiana del tavolo con l’amministrazione la firma dell’accordo è stata ovviamente sospesa in attesa di questo passaggio”.

“Rispediamo, poi, serenamente al mittente il tentativo di farci passare per coloro che non rispettano l’autorevolezza delle Istituzioni, nel caso specifico del Sig. Prefetto nel suo ruolo di conciliatore, e ricordiamo a Palumbo, che pure da dirigente sindacale dovrebbe saperlo, che una singola componente della Rsu (unico ruolo nel quale la stessa può sedere al tavolo sindacale, non essendo la sua sigla firmataria del Ccnl) non è titolata a indire uno stato di agitazione. Oltre al fatto che non è ammesso trattare su altri tavoli materie che si stanno trattando nelle sedi deputate”.

“Stupisce poi che il Csa, sigla invece firmataria del Ccnl Funzioni Locali, anziché impegnarsi per gestire al meglio le trattative in corso, e magari provare ad ottenere il massimo in corso d’opera invece di correre a una mediazione prima del tempo (e si sa che normalmente le mediazioni sono sempre un po’ al ribasso), si sia prestato e si presti a sostenere queste manovre demagogiche. Stupisce anche come il Sulpl, che non ha sottoscritto il contratto (anzi, lo ha sempre svilito) ne rivendichi oggi l’applicazione (cosa che noi stiamo facendo da sempre per tutti i lavoratori convintamente, avendolo convintamente sottoscritto) e che una parte dello stesso sindacato avesse sposato nei giorni scorsi, addirittura proposto, proprio la soluzione che oggi ci è stata rivolta dall’amministrazione”.

“Infine, poiché ci viene rivolta la gravissima accusa di favorire il caporalato, nel ricordare a Palumbo e Mattia Rizzi che il Sindacato Confederale Unitario ha pagato con il prezzo di vite umane la lotta a questo fenomeno, e che le parole vanno pesate con molta attenzione sempre, ma in particolar modo quando si rivolgono a chi ha dato la vita di propri militanti per contrastare reati di questa portata, ci riserviamo di valutare un’azione a tutela della nostra onorabilità”.

SULPL E CSA “DIFENDIAMO I DIRITTI DI TUTTI I LAVORATORI” – Alla nota di Cgil, Cisl e Uil rispondono Miriam Palumbo (Coordinatore Area Territoriale Vasta Diccap_Sulpl Piacenza e Parma) e Mattia Rizzi (Segretario provinciale Csa) con l’intervento che pubblichiamo di seguito.

“Basta raccontare bufale ai Lavoratori! Per disposizione di Legge non si può stabilire la distribuzione delle risorse se non dopo averle definite. Pertanto, non essendo state definite per l’anno prossimo, le stesse non possono impegnarle da ora. Quindi, quello che raccontate ai lavoratori è solo una presa per i fondelli, infatti, nel 2020 ci sentiremo dire, grazie a voi, che le regole non ci permettono di fare ciò e che occorre ritrattare tutto! Sapete anche che corrispondere alla Polizia Locale €6 (che non verranno mai indicati nel contratto!) depaupererebbe il fondo al punto da non poter corrispondere nulla ai dipendenti comunali, e questa sarebbe una grave ingiustizia, che noi non avalleremo mai.

Va inoltre specificato, anche se non occorrerebbe, che il nostro stato di agitazione non è solo per la mancata corresponsione delle indennità a una esigua parte della Polizia Locale, ma anche agli assistenti sociali, manutentori e tutti i lavoratori a cui per Legge spettano le indennità di particolari condizioni lavoro. Ci chiediamo (ma in modo retorico) e vi chiediamo: come mai l’Amministrazione ha così a cuore l’ ampliare il più possibile le progressioni orizzontali, consci che la platea a cui si rivolgono riguarderà ancora per il 2019 forse il 10% delle eccellenze? E come mai la delegazione trattante di parte pubblica non teme l’intervento del Mef per l’eccezione fatta rispetto alla decorrenza delle progressioni a far data dal 1.1.2019?!

La litania ripetuta a chiusura di ogni anno, di condividere un ulteriore sforzo per poi calendarizzare in tempi brevi tutta una serie di incontri per la definizione del CDI dell’anno che verrà è una favola che ha stancato e che negli anni ha perso ogni significato, e l’anno che si sta per concludere ne è la prova. Noi non saremo mai complici del sistema a danno dei Lavoratori, questo deve essere ben chiaro! Perché non avete replicato sul punto a voi contestato dalle scriventi OO.SS. riguardante il fatto che avete impedito (CISL, UIL e un rsu) ai lavoratori di votare? Bisogna sempre rispettare i Lavoratori. Quei Colleghi ieri hanno dedicato a noi due ore del loro tempo e a gran voce hanno urlato di voler esprimere il diritto di voto, ma glielo avete impedito!

Per quanto attiene alle prerogative sindacali vi consigliamo di dare una rispolverata allo Statuto dei Lavoratori (che ancora non sono riusciti a modificare!): il Sulpl conosce molto bene le regole; infatti la Palumbo ha indetto lo stato di agitazione in qualità di Segretario Provinciale DiCCAP e si è seduta al tavolo in assemblea in qualità di Rsu, precisando che lo stato di agitazione era stato indetto dalle sigle sindacali di riferimento! Il Sulpl, pur non essendo rappresentativo (e qui dovremmo scrivere un libro sulla Rappresentatività!) conserva infatti tutte le prerogative sindacali sancite dallo Statuto dei Lavoratori. Ci meraviglia che ad avere la pretesa di farci formazione sindacale siano coloro che non sono nemmeno in grado di leggere attentamente i documenti, forse non li avete letti con la medesima serenità con la quale dite di aver replicato. Presto o tardi comunque vi illustreremo la teoria della rappresentatività e i buchi neri della democrazia…

Il Csa dal canto suo, pur avendo sottoscritto a livello nazionale il CCNL del 21.05.2018, a livello provinciale ha dimostrato a più riprese di avere grande onestà intellettuale, intraprendendo giuste azioni nell’interesse dei Lavoratori. Ci stupiamo di come qualche talpa, che a questo punto è venuta allo scoperto, abbia fatto in modo di far proporre al Direttore Generale una esternazione fatta di getto da una rsu del Sulpl in una riunione informale e tra pochi intimi. Il nostro è un sindacato libero, che non deve obbedire pedissequamente a ordini di scuderia, un sindacato nel quale si discute e ci si confronta. Lo abbiamo fatto, anche con i colleghi del Sulpl e del Csa, e la proposta non è stata accolta dalla maggioranza. Tutto qui.

La conclusione della vostra replica è un palese tentativo di censurare il dissenso, cosa che di questi tempi va molto di moda, cercando di intimorire la controparte. Aver ridotto i colleghi turnisti a lavorare quasi gratis durante le festività, accettare che l’amministrazione imponga gli straordinari per lavorare per soggetti privati con l’avallo di una parte sindacale come lo definireste? Quale altra definizione si può dare? Di Lavoratori costretti a lavorare in barba a tutta una serie di diritti? Sulle eventuali azioni che intenderete intraprendere a tutela della vostra onorabilità, ne discuteremo nelle opportune sedi, non certamente sulla stampa.

Il vostro CCNL, da voi sottoscritto nel 2018 è una boiata. E’ per questo che a livello decentrato si cerca di correggere le sue innumerevoli storture: potremmo usare la metafora di una minestra venuta malissimo, che tentiamo solo di insaporire per quello che ci è possibile, al fine di renderla meno sgradevole. In conclusione, deve essere ben chiaro che noi non amiamo le divisioni o fare cinema, come affermato ieri dal Direttore Generale; semplicemente siamo coerenti e se saliamo sulle barricate è solo per difendere i diritti di tutti i lavoratori, ribadiamo DI TUTTI!