Svelato il mistero del Klimt: autentica la tela ritrovata a Piacenza il 10 dicembre fotogallery

Il “Ritratto di Signora” di Gustav Klimt è tornato a casa.

Klimt ritrovato

L’annuncio che tutti aspettavano è arrivato nel corso della conferenza stampa della Procura di Piacenza nella sede della Banca d’Italia, dopo il ritrovamento del dipinto, rubato dalla Galleria Ricci Oddi il 22 febbraio del 1997 e misteriosamente ricomparso proprio il 10 dicembre scorso nelle pertinenze della galleria stessa. L’esito delle perizie svolte sull’opera hanno dato un riscontro positivo: il quadro è autentico.

A fare gli onori di casa Carmela Lanza, direttore della Banca di Piacenza, che ha introdotto i partecipanti alla conferenza stampa: Antonio Colonna, sostituto procuratore, Ornella Chicca il Pm che ha condotto le indagini, Serena Pieri, dirigente della squadra mobile della Questura di Piacenza, il maggiore Giuseppe De Gori, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, insieme agli esperti che hanno esaminato l’opera.

Tre gli esperti che hanno analizzato l’opera: Diego Cauzzi, funzionario per le tecnologie Complesso Monumentale Pilotta (Parma), curatore dell’indagine riflettografica a raggi infrarossi; Anna Selleri, funzionario restauratore Pinacoteca Nazionale Bologna, che ha parlato dello stato di conservazione dell’opera; Claudia Collina, storica e critica d’arte, funzionario IBC specialista in Beni Culturali, che ha svolto accertamenti scientifici e storico – artistici. L’indagine stratigrafica ha confermato la presenza di un secondo dipinto, realizzato sempre da Klimt, le condizioni conservative dell’opera sono state definite “discrete”. Nel retro della tela sono stati ritrovati i 3 marchi della Ricci Oddi, anche la sfrangiatura della tela coincide con quella dell’opera trafugata 23 anni fa.

La “Signora” non tornerà immediatamente tra i piacentini: non si sono ancora conclusi infatti gli accertamenti relativi a cosa sia accaduto dal 22 febbraio del 1997 al 10 dicembre 2019. I danni comunque subiti in questi anni, spiegano gli esperti, non sono ingenti.

“Appena il quadro è stato ritrovato, quasi 23 anni, e ancora non si sapeva se fosse autentico, la Banca d’Italia si è subito messa ha disposizione – ha detto Antonio Colonna -, dando prova di vicinanza alla cultura e alle istituzioni”. La tela, infatti, è stata fin da subito custodita nel caveau dell’istituto di via Mandelli. “E’ difficile descrivere le emozioni che si prova ad essere qui oggi, vicino a un’opera protagonista di tante vicissitudini processuali, che nascono dal 22 febbraio del 1997, quando scompare dalla vista di tutti quelli che la potevano fruire – continua Colonna – e da allora sono partite innumerevoli indagini volte a recuperare il quadro. Oltre 22 anni di indagini, che sono state intense, che hanno portato a scenari diversi e complessi, quando il 10 dicembre dello scorso anno è stata ritrovata. Da lì sono partite nuove indagini, per accertamenti necessitati per capire se fosse davvero l’opera scomparsa da Piacenza. Io ringrazio tutti quelli che si sono adoperati nelle indagini in questi 22 anni, e chi si è messo all’opera dal 10 dicembre scorso”.

“Il primo e significativo atto investigativo è stato, dopo il ritrovamento del quadro il 10 dicembre scorso, accertarne l’autenticità – dice la Pm Ornella Chicca – e lo stato di conservazione. La Procura ha quindi affidato l’incarico a tre periti, che ringraziamo per la professionalità e la discrezione con la quale hanno svolto il loro compito. Hanno esaminato l’opera sia qui, presso la Banca d’Italia, sia presso la Galleria Ricci Oddi per acquisire documentazione e verificare lo stato dei luoghi. Attività che, mi preme sottolineare, è stata svolta assolutamente a titolo gratuito, senza alcun aggravio per l’erario ma solo per il grande amore per l’arte”.

“Ringraziamo le forze dell’ordine che stanno collaborando con la Procura, nel proseguo delle indagini che non si fermano qui: dobbiamo ricostruire questi 23 anni. Sono intervenute per prime alla Ricci Oddi, il 10 dicembre, ossia la polizia, nella persona della dirigente della mobile Serena Pieri, così come il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, rappresentato dal maggiore Giuseppe De Gori, memoria storica dell’indagine. Grazie alla Banca d’Italia, nella persona del direttore Carmela Lanza, perché fin dall’inizio, poche ore dopo il ritrovamento, si è messa a disposizione per custodire il dipinto, altrimenti sarebbe stato difficile per la Procura trovare un locale altrettanto idoneo per custodire un bene di incommensurabile valore”.

“E’ con non poca emozione che annuncio che l’opera è risultata autentica” ha detto la pm tra gli applausi dei presenti.

LE REAZIONI

Il sindaco Barbieri e l’assessore Papamarenghi: “Pronti a valorizzare questo evento storico per la Città e la Comunità culturale” – “Una notizia di importanza storica per la comunità artistica e culturale e per la Città di Piacenza”, commentano il sindaco Patrizia Barbieri e l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi rivolgendo “un sentito ringraziamento alla Procura e ai periti, agli inquirenti ed alle Forze dell’Ordine che in questi anni non hanno mai abbandonato le indagini. Dopo la gioia per il ritrovamento da parte del signor Mohammed Abrjnaz e dei suoi colleghi, le indiscrezioni contrastanti di questi giorni hanno alimentato ancor più la suspense su una vicenda che ha tratti misteriosi. Questa conferma è senza dubbio motivo di gioia per Piacenza e per l’Italia; l’Amministrazione comunale è ben pronta ad attuare tutte le iniziative per valorizzare al meglio l’importante ritrovamento, la stupenda Galleria che ne è casa e tutta la Città: iniziative di carattere artistico e culturale, attività divulgative e modernissime performance virtuali che rendano Piacenza, a livello internazionale, meta obbligatoria”.

Proseguono il primo cittadino e l’assessore: “Il grosso delle risorse che avevamo previsto per la realizzazione di numerosi progetti artistici per questo 2020 saranno, fin da subito, fatte convogliare su iniziative, che dovranno vedere l’Amministrazione a fianco delle altre Istituzioni cittadine. Su questo quadro di uno dei fondatori del Secessionismo viennese, il grandissimo interesse, da sempre presente, è esploso a partire dalla data del suo ritrovamento vedendoci immediatamente attivi per preparare il territorio al riscontro internazionale che lo aspetta ma anche per una non secondarie attività di promozione, tra cui il lavoro per la redazione di un importante libro – un romanzo – che ne valorizzi la storia e renda anche nazional popolare l’appeal dell’opera e di Piacenza: notevole è infatti l’interesse da parte di editori nazionali, ma numerosi sono anche i registi cinematografici nel mondo che ci hanno contattato in queste settimane per lavorare su una così intrigante vicenda”.

Concludono gli amministratori comunali: “Questo ritrovamento vedrà pronto ed in prima linea il Comune di Piacenza per rispetto – doveroso – dell’arte e della cultura ma anche per valorizzare marcatamente la nostra Città. Un grazie di cuore, pertanto, a tutti coloro che hanno reso possibile questo straordinario risultato di importanza storica non solo per Piacenza ma anche per la storia dell’arte che viene finalmente risarcita dopo una grave perdita”.

Crotti (Coldiretti): “Straordinaria occasione di visibilità per Piacenza e le sue tipicità” – “La conferma dell’autenticità del “Ritratto di signora” di Gustav Klimt rappresenta un’opportunità incredibile per valorizzare Piacenza e il suo territorio”. Parole del presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti nell’esprimere forte soddisfazione per la notizia che finalmente risarcisce la nostra città di una perdita dolorosa.

“Come Coldiretti – afferma Crotti – da sempre insistiamo sull’importanza di valorizzare sinergicamente arte, cultura, paesaggio e tipicità enogastronomiche. Piacenza ha davvero un grande bisogno di comunicare la bellezza della città e delle vallate che la circondano e questo prezioso rinvenimento – nell’anno della vicina Parma capitale della cultura 2020 – è un’occasione importantissima per fare squadra e per dare la meritata visibilità internazionale al nostro territorio e alle sue produzioni tipiche di qualità, realizzate nel rispetto della salute dei consumatori e dell’ambiente”.

IL FURTO – Il “Ritratto di Signora” è stato – e rimane tutt’ora – un giallo per Piacenza e per il mondo dell’arte. L’opera è stata oggetto di numerose attenzioni mediatiche anche nel recente passato: ricordiamo ad esempio il servizio della giornalista Annalisa Venditti della trasmissione “Chi l’ha visto?” di Rai 3, in visita nella nostra città nel dicembre del 2016, e il libro “Il mistero del doppio ritratto di Klimt” del giornalista e scrittore piacentino Ermanno Mariani pubblicato nell’agosto del 2018; ora l’editore Skira lancia Capolavori Rubati, che rinnova l’attenzione sul caso.

Il furto venne scoperto il 22 febbraio del 1997, ma è riconducibile ad uno dei tre giorni precedenti. A ritardare la scoperta della scomparsa un trasloco in corso nella galleria per una mostra su Klimt a Palazzo Gotico. Non fu mai chiaro se il quadro venne fatto uscire dal tetto (la cornice venne trovata vicino al lucernario) o se i ladri passarono dall’ingresso principale. Le indagini dei carabinieri portarono a indagare sui custodi della galleria, la cui posizione venne però ben presto archiviata per mancanza di prove. Tante le piste seguite in più di 20 anni dagli inquirenti, fra cui anche una esoterica legata ad una misteriosa setta satanica, ma finora il quadro sembra sparito nel nulla. Oggi è fra le opere più ricercate dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.

Poco prima dalla scomparsa il quadro era stato oggetto di studi da parte Claudia Maga, all’epoca studentessa del Colombini, che avevano portato ad una significativa scoperta: dietro al “Ritratto di signora” era sempre stato nascosto ai nostri occhi un secondo ritratto, che si sovrapponeva perfettamente al primo, quello di una ragazza con cappello, probabilmente realizzato da Klimt intorno al 1910.

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