“Storie della quarantena”, voci dal lockdown nel podcast di Letizia Bravi

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C’è chi racconta sogni per tentare di capire come questi giorni di lockdown forzato, dovuto all’emergenza sanitaria coronavirus, che tutti stiamo vivendo abbiano modificato il sub-conscio individuale e collettivo.

E poi ce c’è chi, di questo tempo sospeso e surreale – il cui seguito appare ancora da tracciare – ha raccolto storie di vita, professionale e umana, profondamente cambiate da una quarantena repentina e imprevista; straniante quanto lo shock sanitario che ne è stata la causa. Il primo è Pietro Baroni, fotografo e artista milanese di 42 anni, intervenuto sul Corriere della Sera lo scorso 20 aprile: la sua pagina Instagram, solitamente usata per postare foto o promuovere progetti estetici, è diventata un suggestivo collettore di “sogni anonimi della quarantena”, pescati qua e là tra chi ha voluto mettersi a nudo sapendo di non essere riconosciuto o giudicato. Il “sogno” futuro di Baroni, quando tempi migliori lo consentiranno, è quello di creare un'”installazione fisica”: sorta di stanza onirica dove i sogni raccolti possano avere voce, veicolare emozioni, trovare interpretazioni, diventando uno stimolante spaccato sociale del periodo d’emergenza covid- 19. Da confrontare poi, magari, con il flusso onirico del post-lockdown; quando, forse, dormiremo sonni un po’ più tranquilli.

La seconda, qui indiscussa protagonista, è l’attrice piacentina Letizia Bravi, che ha tenuto compagnia per oltre un mese al suo pubblico, stavolta distante ma non meno partecipe, con tante “Storie della quarantena”: un podcast disponibile su varie piattaforme web, da Storytel, a Spotify, fino a Spreaker, il cui ultimo episodio è uscito in rete il 22 aprile. Entrambe “terapie virtuali” quelle di Baroni e Bravi (sebbene la seconda non voglia certo fare del suo podcast una terapia colletiva, ma potremmo dir piuttosto quasi un”viaggio mitico tra gironi”, dove ogni cerchio diventa certo avversità della vita da affrontare, ma anche nuovo sguardo da cui partire), che nei giorni di emergenza costituiscono l’unica realtà possibile.

Se i teatri hanno chiuso e il settore di cultura e spettacolo è senz’altro tra più penalizzati dall’emergenza virus, la creatività di Letizia non si è affatto fermata: ha solo assunto un’altra forma. Come fare a dissipare la nebbia che d’improvviso sembra disperdere ogni capacità di orientamento nell’Italia divenuta zona rossa? Da dove partire? E come proseguire? Non c’è niente di più efficace che prendere un bel respiro e fare un tutto dentro quella stessa zona rossa che tanto smarrisce, nel tentativo di ritrovare il filo d’Arianna nascosto in quel labirinto apparentemente senza uscita. Così ha fatto appunto la brillante attrice piacentina, pensando a “nuove modalità per portare comunque avanti il suo lavoro e quello che ama fare” – ha spiegato- : “essere un tramite di storie”; lei, non a caso da anni direttrice artistica del festival piacentino “Satiri di Storie”.

“Ho contattato professionisti di ambiti diversi a cui ho chiesto di raccontare il loro isolamento, ma soprattutto di contagiarci di nuovi pensieri, visioni e punti di vista. Di aiutarci insieme a ritrovare la bussola”, spiega nel suo lavoro Letizia; un podcast che, di fronte all’impossibilità di incontrarsi, chiusi ciascuno nelle proprie case, diventa dimora collettiva, dove ognuno può entrare e ritrovarsi. Poco a poco il mosaico si compone, sulla scia dei suoni e delle musiche di Gianluca Agostini: ogni visione trova il suo posto, da quelle della pedagogista o della psicolog , alla giornalista, all’insegnante, passando per lo scrittore, proteso tra filosofia, arte e politica, senza naturalmente dimenticare lo sguardo peculiare dell’attore; fino alla gestione politica dell’emergenza, raccontata dal sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri. Ogni voce una luce, strumento prezioso a formare un’orchestra di pensieri, in un viaggio di tutti e di ciascuno, che dopo lo smarrimento iniziale giunge all’accettazione di un quotidiano inedito, nel quale si cercano e si trovano nuove possibilità di scoperta. Un cammino che dalla dimensione dell’io individuale scorre lentamente verso quella del noi collettivo.

Così dovrebbe fare l’Italia, oggi e in futuro: nessuno ha bacchette magiche o ricette vincenti in questa crisi di portata storica e globale. E’ evidentemente finito il tempo in cui tutti sanno tutto, o meglio credono di saperlo. Certamente però il nostro Paese potrà lentamente, faticosamente ripartire, solo se stavolta saprà dimostrarsi una nazione unita, solidale; che tenga conto delle differenti realtà presenti al suo interno, valorizzandole. E con l’Italia dovrà muoversi tutta l’Europa (unita e solidale). La strada da fare è lunga e tortuosa, tutt’altro che semplice o vicina, ma ora più importante che mai prima.

Trovate le puntate di “Storie della quarentena” su:

Storytel: https://www.storytel.com/it/it/list/8ad0ed938f824b8d954f502d2e7d7841-Storie-dalla-quarantena?appRedirect=true

Spotify:https://open.spotify.com/show/2bowN6RQQCOHnqqgqCitKD?si=KUIBxZ–RlGcWQBYCyv8pg

Spreaker: https://www.spreaker.com/show/storie-dalla-quarantena-storytel

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