Tagliaferri (FdI) “Commercianti a rischio usura, Regione cosa intende fare?”

“Due recenti circolari della Direzione centrale anticrimine (Dac) della Polizia di Stato, inviate ai questori rispettivamente il 27 marzo e il 4 aprile, hanno allertato sulle facili infiltrazioni mafiose in conseguenza della crisi economica post Coronavirus. La situazione di emergenza con aziende a rischio chiusura, lavoratori a rischio licenziamento e famiglie che intaccano i propri risparmi si presta infatti come ottimale per le associazioni mafiose che possono trarre nuovi profitti da prestiti con tassi d’usura, incamerare aziende in fallimento e riciclare denaro sporco”.

A dirlo è il consigliere regionale piacentino Giancarlo Tagliaferri, che sul tema del rischio usura post emergenza covid ha presentato un’interrogazione alla Giunta. “Bar, ristoranti e alberghi – spiega – sono spesso obbiettivi prediletti dalla malavita quando possono essere acquisiti a costi risibili per il rischio fallimento date le perdite già registrate nel corso del lockdown o per quelle che si registreranno nei prossimi mesi per le ripartenze a regime ridotto con le misure di prevenzione sanitaria ancora in corso e la crisi economica che ridurrà profondamente i consumi nei prossimi mesi. Sos impresa, associazione nazionale contro racket e usura di Confesercenti ha già cominciato a registrare molte richieste di aiuto da aziende in difficoltà, Confindustria stima perdite fino a 100 miliardi di euro nel post Coronavirus e l’Istituto nazionale di statistica ha calcolato che il lockdown potrebbe costare un calo di circa il 10% nei consumi delle famiglie. Secondo ‘Transcrime’, Centro di ricerca sul crimine dell’Università Cattolica di Milano nel dopo Coronavirus ci si dovrà aspettare quello che è accaduto dopo alcune emergenze e calamità naturali, come il terremoto, viste come occasioni di profitto delle organizzazioni criminali”.

“Con la Legge 7 marzo 1996 n.108 è stato istituito il Fondo nazionale antiusura – prosegue Tagliaferri -, la Regione Lazio ha approvato un pacchetto di misure urgenti per contrastare l’usura a causa delle conseguenze sociali ed economiche dovute all’emergenza sanitaria, con un Fondo di emergenza di 400mila euro e in passato anche la Regione Emilia-Romagna è intervenuta a livello legislativo con iniziative dedicate al contrasto all’usura come nel caso del Progetto di Legge “Interventi regionali in materia di usura’ pubblicato nel corso dell’VIII Legislatura”.

Il consigliere di Giorgia Meloni interroga quindi la Giunta per sapere “quale sia stato lo stanziamento dedicato nello scorso triennio, e quale quello previsto nel triennio in corso, sulla Legge regionale di “Interventi regionali in materia di usura’. Se, data l’emergenza denunciata dalla Direzione centrale anticrimine, non si voglia aggiungere nelle quote dei destinatari del Fondo regionale anche contributi a fondo perduto a favore delle famiglie e delle piccole imprese più vulnerabili e vittime di usura o estorsione a seguito dell’emergenza Covid19, come previsto nella Legge regionale del Lazio”.

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