Calendasco e Sarmato insieme alle scuole per garantire riapertura e distanze di sicurezza

La riapertura delle scuole a settembre sarà soprattutto una questione di spazi: spazi più ampi fra i banchi, lo spazio di un metro fra le bocche degli studenti, spazi all’aperto da utilizzare per i momenti ricreativi e anche per pratiche educative outdoor.

Su come organizzare, allestire e utilizzare questi spazi si è discusso ieri nel corso del webinar “L’educazione all’aperto e altre possibilità”, organizzato dai comuni di Calendasco e di Sarmato nell’ambito del progetto comunitario Shaping fair cities per la promozione di una ripartenza più sostenibile dopo la pandemia. Al webinar, seguito da un pubblico di una sessantina di persone e visualizzato da quasi 2000 utenti Facebook, sono intervenuti i sindaci Filippo Zangrandi e Claudia Ferrari, la preside e la vicepreside degli Istituti comprensivi Castelsangiovanni e di San Nicolò Maria Cristina Angeleri e Federica Bassi e la ricercatrice Maja Antonietti dell’Università di Parma esperta di didattica outdoor.

I sindaci e le presidi hanno riferito dell’ampio lavoro in corso che sta coinvolgendo docenti e amministrazioni, ma anche associazioni del territorio e genitori, con l’obiettivo di riprogettare gli spazi e le prassi per una possibile fruizione della scuola al tempo del Covid. Tra le varie attività messe in campo dal tavolo – ha sottolineato la vicepreside Bassi – vi è la revisione del patto di corresponsabilità con i genitori, finalizzato alla riscrittura e alla condivisione delle regole. Mentre Angeleri, il cui istituto conta ben sette plessi, ha sottolineato la complessità di riallestire e riorganizzare così tanti spazi, un’attività che le scuole stanno affrontando anche grazie ai fondi di un Programma operativo nazionale del Miur (Pon).

A sostegno dell’attività di progettazione del futuro delle scuole concorrono le buone prassi sperimentate nei centri estivi e gli interventi di edilizia scolastica che i Comuni di Calendasco e Sarmato stanno attuando nelle aree esterne e interne delle strutture. Sul fronte più propriamente educativo e didattico, carico di spunti è stato l’intervento dell’esperta esterna Maja Antonietti, membro del gruppo interuniversitario Educazione Natura insieme a Monica Guerra, Michela Schenetti e Fabrizio Bertolino. La ricercatrice ha sottolineato come l’educazione outdoor sia un’opzione che ha una grande valenza educativa a prescindere dall’emergenza in corso: oltre a giovare alla salute e allo sviluppo fisico dei bambini, se condotta da operatori specificamente formati, genera ricadute positive sulla percezione del sé, sulla capacità di risolvere i problemi, sulla maturazione di una consapevolezza ambientale e poi su autonoma, autostima, competenze sociali. Attingendo a strumenti didattici specifici – ha sottolineato la ricercatrice -, non vi sono limiti sulle materie che si possono approfondire all’aperto, dalla fisica alla matematica, dalla grammatica alla geografia.

«La condizione primaria è che scatti nei docenti il bisogno di uscire: fuori dall’aula, fuori dalla propria zona di comfort, fuori dagli schemi a cui la didattica tradizionale ci ha abituati» ha concluso. In questo senso, la situazione di emergenza sanitaria ha probabilmente innescato in ciascuno una maggiore predisposizione a guardare al “fuori” con interesse e a comprenderne il valore e le potenzialità.

Il percorso a sostegno delle scuole promosso dai due comuni prosegue domani (16 luglio) con un workshop di co-progettazione che si terrà all’aperto, nel giardino esterno della scuola di Calendasco, al fine di individuare altre azioni concrete e sostenibili da mettere in campo per ripensare la scuola e i servizi educativi. Fino a settembre, inoltre, le idee per una ripartenza sostenibile potranno essere condivise e discusse sul sito internet calendascoesarmato2030.partecipa.online.

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