“Lasciateci dare l’ultimo saluto a Elisa. Il processo inizi presto”

“Elisa è stata uccisa in quanto donna e in quanto lesbica. Oggi siamo qui per lei, perchè se fosse ancora viva sarebbe venuta alla manifestazione. Volevamo che attraverso di noi Elisa fosse qui”.

Sono le parole della mamma di Elisa Pomarelli e della sorella Debora. Entrambe presenti alla manifestazione “arcobaleno” sul Facsal per sostenere la il disegno di legge Zan contro l’omofobia e la misoginia. A quasi 12 mesi dall’assassinio di Elisa da parte di Massimo Sebastiani, alla famiglia non è ancora stato restituito il corpo della giovane donna, per poter celebrare i funerali, e non si conosce la data di avvio del processo. “Il corpo di Elisa non ci è stato ancora restituito – dice Debora – e dopo un anno non conosciamo nemmeno la data del processo. Ci sono solo ipotesi. Continuare a restare così senza nessuna certezza e senza informazioni aumenta il nostro dolore, ci aiuterebbe sapere che Elisa è tornata a casa e avere una tomba dove poter andare per ricordarla”.

“Lasciare le cose come se nulla fosse successo – aggiunge – ci sembra un’ingiustizia ancora maggiore verso mia sorella, che è stata uccisa; l’inizio del processo ci sembra che sia un diritto”. “La data ipotizzata è la fine di luglio, ma non ci hanno comunicato ancora niente” ha specificato la madre.

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