Oltre 1500 episodi di spaccio, maxi operazione dei carabinieri. Misure cautelari per 31 persone

Oltre 1500 episodi di spaccio, maxi operazione dei carabinieri. Misure cautelari per 31 persone.

E’ questo il bilancio dell’operazione “Bicycle”, avviata nel settembre 2019 dalla stazione dei carabinieri di Rivergaro (Piacenza), e chiamata così perché il primo spacciatore monitorato si muoveva in bicicletta per incontrare gli acquirenti. Alle prime luci del 5 ottobre, nelle province di Piacenza, Genova, Lodi, Milano Pavia, Sondrio e Savona, i carabinieri del comando provinciale di Piacenza e della compagnia di Bobbio – con l’ausilio dei Comandi Provinciali competenti per territorio e delle unità cinofile di Bologna, Bergamo e Padova – hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Piacenza Luca Milani su richiesta del pm Emilio Pisante con la supervisione del procuratore di Piacenza Maria Grazia Pradella.

Il procuratore e il pm hanno tenuto, nella caserma del comando provinciale di viale Beverora, una conferenza stampa per illustrare tutti i dettagli, insieme al colonnello Paolo Abrate e al comandante della compagnia di Bobbio, Antonino Barbera, e della stazione di Rivergaro, Roberto Guasco. “Si tratta di un’indagine molto complessa ed efficace sotto il profilo probatorio, condotta con metodi tradizionali – ha detto il procuratore Pradella -, intercettazioni telefoniche e capillari servizi di appostamento e pedinamento”. Le misure cautelari hanno colpito 9 italiani e 22 stranieri, ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. “L’operazione ha colpito il capillare e sistematico spaccio di sostanze stupefacenti, con rifornimenti che per quanto è stato accertato provengono tutti dalla zona di Milano. Vorrei sottolineare – aggiunge Pradella – che la stazione di Rivergaro ha accertato 1500 episodi di spaccio e oltre. Stiamo parlando davvero di un incisivo intervento dell’Arma dei carabinieri nello sconfiggere uno dei fenomeni più importanti che coinvolge la provincia. Durante l’operazione sono stati eseguiti degli arresti in flagranza e questo rappresenta un elemento probatorio importante”.

Nel corso dell’operazione, che ha visto coinvolti più di 100 carabinieri, 11 soggetti sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, 7 agli arresti domiciliari, 2 all’obbligo di dimora nel Comune di residenza e 3 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le investigazioni hanno permesso individuare alcuni gruppi di spacciatori italiani e stranieri (marocchini, egiziani, tunisini e senegalesi), che si rifornivano di considerevoli quantità di stupefacente dall’hinterland milanese, per poi cederlo ad assuntori della Provincia di Piacenza. In particolare, durante l’indagine, sono stati effettuati 12 arresti in flagranza e 3 denunce di pusher, con il sequestro di 2.250 grammi di hashish, 32 grammi di cocaina e 100 ml di metadone.

“Queste indagini, coordinate dal collega Emilio Pisante, conducono sempre a risultati importanti per la popolazione, nel contrasto allo spaccio di stupefacenti anche tra giovanissimi, perché ci danno la dimensione di quanto il territorio di Piacenza sia infiltrato da fenomeni non di grande spaccio, ma capillare e per questo più nocivo proprio per le giovani generazioni” ha concluso Pradella. La droga, come spiegato dal sostituto procuratore Pisante, arrivava a Piacenza principalmente in treno da Milano: i ‘corrieri’ se ne liberavano poco prima dell’arrivo in stazione, lanciandola dal finestrino, per poi essere recuperata da altri complici. L’attività di spaccio veniva poi svolta in maniera autonoma dalle persone coinvolte nell’indagine: tra questi però tre coppie unite da un legame sentimentale sono finite nei guai, in quanto ritenuti ugualmente intenti nell’attività di spaccio.

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