Scuola, i sindacati incontrano il prefetto “Bloccare il concorso straordinario”

“Stamattina (ieri 14 ottobre, ndr) dalle 8 alle 10 le sigle sindacali del settore scuola piacentino hanno tenuto un’assemblea in diretta Facebook sul profilo Sindacati Scuola Piacenza. L’assemblea, molto partecipata, si inserisce nell’insieme di azioni legate alla mobilitazione nazionale indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola Rua, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. Il video dell’assemblea sarà visibili sulla pagina FB Sindacati Scuola Piacenza”.

A darne notizia Cisl Parma e Piacenza in una nota, in cui aggiunge. “Le istanze poste riguardano le procedure di stabilizzazione dei docenti precari storici della scuola e, principalmente, il prossimo concorso straordinario che avvierà le prove dal 22 ottobre venturo. La situazione epidemiologica attuale è preoccupante e lo svolgimento delle prove, che muoverà circa 64.000 candidati, non deve essere fatto nelle modalità previste che mettono a rischio reale la salute dei cittadini. I sindacati scuola ribadiscono la proposta di modalità concorsuale fatta ai precedenti Ministri dell’Istruzione Bussetti e Fioramonti con i quali erano state firmate intese siglate anche dal Presidente del Consiglio, in cui si prevedeva una immissione nella scuola per titoli a cui faceva seguito un percorso di formazione e tutoraggio che si sarebbe concluso con una prova selettiva finale per la conferma in ruolo. Questa modalità consentirebbe la partenza regolare dell’anno scolastico con organici finalmente completi dal primo giorno di scuola e la stabilizzazione di quella fetta di personale, pari a circa un terzo del totale, che da anni consente il normale svolgimento delle lezioni e la tenuta dell’offerta formativa”.

“Tante le osservazioni emerse durante l’assemblea, tra tutte desta forte preoccupazione la grave impossibilità di ottenere prove suppletive in caso di quarantena o malattia, così come previsto dal bando di concorso. Il concorso straordinario per i precari storici è atteso da anni e si rischia di veder annullata l’unica possibilità di immissione in ruolo di docenti che lavorano da precari da troppi anni. L’assemblea – riporta la nota – è stata occasione per rilevare problematiche esistenti nelle scuole sul piano della sicurezza, soprattutto riguardo le riunioni in presenza (collegi docenti e consigli di classe) e le problematiche dei cosiddetti lavoratori fragili”.

I segretari provinciali delle cinque sigle sindacali, si sono poi recati dal prefetto di Piacenza, Daniela Lupo, alla quale hanno consegnato un documento da inoltrare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri competenti dell’Istruzione, della Sanità e dei Trasporti. “Il Prefetto – fanno sapere i sindacati – ha garantito la trasmissione delle istanze e la vicinanza e l’attenzione alle problematiche della scuola, in particolare a quelle rappresentate. Questo – sottolineano – non sarà l’atto finale di una battaglia che vogliamo vincere a nome di tutti i precari e della scuola. Le sigle sindacali hanno inviato un atto di diffida e messa in mora al Ministero dell’istruzione e stanno tenendo aperti canali di discussione con le forze politiche. Troviamo scellerati il trattamento e le parole che la Ministra riserva al personale della scuola, in particolare al personale precario: non è vero che gli organici sono completi, non è vero il rinnovo dell Graduatorie Provinciali sia stata un’operazione di successo, non è vero che a Scuola va tutto bene. E’ invece vero che il grande lavoro svolto da tutto il personale della Scuola per riavviare in presenza questo anno complesso è stata l’unica energia posta in essere per ripartire. E’ necessario tornare a relazioni sindacali aperte e collaborative; da troppo tempo le proposte e le richieste del sindacato della scuola, quindi dei lavoratori, restano inascoltate e disattese”.

Il testo integrale del documento portato al prefetto dai sindacati – Signor Prefetto, i rappresentanti dei sindacati scuola di FLC-Cgil, CISLSCUOLA, Federazione UIL SCUOLA RUA, SNALS-Confsal e Federazione Gilda Unams hanno inteso rivolgersi a Lei per portare alla Sua attenzione lo stato di disagio che l’intera comunità scolastica vive in una fase di estrema difficoltà caratterizzata dalle preoccupazioni derivanti dai rischi di contrarre il contagio da Covid 19. La scuola costituisce il luogo istituzionalmente dedicato all’istruzione e alla formazione dei giovani, che insieme imparano a praticare comportamenti positivi e responsabili verso sé stessi e gli altri e per questo sede di socializzazione e crescita ogni giorno per otto milioni di studenti.

Nella situazione straordinaria che siamo portati a vivere la scuola diventa motivo di preoccupazione per le loro famiglie e quelle di oltre un milione di lavoratori direttamente operanti, a cui si aggiungono i lavoratori di un indotto formato da addetti ai trasporti ed alle mense. Con grande difficoltà docenti dirigenti, collaboratori scolastici moltiplicano gli sforzi di contenimento del contagio ma a partire dal 22 ottobre e fino al 16 novembre una nuova sfida renderà più complicati i loro sforzi. A causa dello svolgimento di una prova concorsuale per titoli ed esami riservata a 64.000 docenti già titolari, da almeno tre anni, di contratti a tempo determinato, si riverseranno in orario non di lavoro nelle scuole per concorrere per uno dei 34000 posti di ruolo ad essi promesso dal Bando del 28 aprile 2020.

Molti si sposteranno da una città all’altra, da una regione ad altra, nella speranza di maggiori “chances”, coinvolgendo nelle procedure migliaia di componenti delle commissioni, gli addetti alla vigilanza individuati tra il personale scolastico ed infine gli addetti alla sanificazione dei locali e delle attrezzature tecnologiche necessarie, implementando così le possibilità di entrare in contatto con altri possibili contagiati. Le organizzazioni sindacali sono a segnalare la necessità di bloccare lo svolgimento delle prove sia per le conseguenze che l’esposizione al contagio potrebbe avere anche nelle classi di titolarità al momento del rientro nelle scuole dei candidati, sia per la mancata previsione di prove suppletive che impediscono ai candidati, alcuni già segnalati , in situazione di quarantena, in malattia con sorveglianza sanitaria o, infine, in isolamento fiduciario, di partecipare all’unica sessione concorsuale prevista, perdendo così l’ occasione di una stabilizzazione attesa da anni, dedicati con abnegazione ed impegno alla scuola.

A seguito delle previsioni legislative straordinarie assunte con i DPCM della primavera 2020 altre procedure concorsuali della pubblica amministrazione sono state bloccate, mentre su altri profili professionali si è, invece, deciso di procedere alle assunzioni dirette, laddove l’emergenza lo facesse ritenere opportuno, anche in considerazione della esperienza maturata dagli interessati in particolari situazioni.

Nella scuola esiste un precariato storico che necessita di un approccio specifico che riconosca il valore dell’esperienza pluriennale maturata, come previsto da provvedimenti legislativi entrati in vigore e poi traditi da legislature meno propense a riconoscere tale valore. Ad oggi si assiste all’adozione da parte del Governo di nuove chiusure e limitazioni legate all’emergenza sanitaria, che non sembrano in alcun modo essere considerate a tutela del personale e dell’intera comunità scolastica, alimentando un senso di disagio ed una volontà di protesta che le organizzazioni sindacali hanno inteso ricondurre ad una ordinata e civile espressione di dissenso in tutta Italia davanti alle prefetture, in data odierna. Solo il Governo e i suoi ministri possono ricondurre i concorsi scuola nell’ambito di decisioni ponderate coerenti con la gestione della difficile situazione attuale. Bisogna cominciare da ora, anche per fronteggiare la seconda tornata, quella del concorso ordinario per il quale hanno presentato richiesta di partecipazione 500.000 candidati.

L’ultima considerazione è dovuta, infine, agli esiti conclusivi delle due procedure. Nessuna si concluderà in tempo utile per dare stabilizzazione nel corso del corrente anno scolastico: lo svolgimento delle prove da fissarsi anche nella primavera del nuovo anno, consentirebbe comunque la conclusione entro l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 con buona pace di tutti, scampando il pericolo derivante dalla pandemia che i dati ogni giorno ci confermano rialzare cruentemente la testa“.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.