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Lavoro: le figure richieste nel post Covid

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Secondo una stima elaborata da Unioncamere, nei prossimi quattro anni, quasi due milioni e mezzo di giovani in possesso di lauree, diplomi e qualifiche professionali troveranno lavoro. Un terzo riguarderà le qualifiche professionali, mentre i restanti due terzi laureati e diplomati.

La domanda di personale qualificato è in aumento, a causa soprattutto dei cambiamenti che stanno interessando il mercato del lavoro, sempre più bisognoso di nuove e qualificate competenze tecnico-scientifiche con particolare attenzione al “digitale”. Mariagrazia Bizzarri, manager di NEXI, (azienda italiana che offre servizi e infrastrutture per il pagamento digitale) concorda sul fatto che “in questo periodo abbiamo visto molti business fare una vera e propria riconversione non solo di prodotto, ma anche di processi digitali e questo può disegnare dei nuovi trend per le professioni più richieste nel futuro”.

Alcuni tra i più importanti osservatori economici internazionali, concordano sul fatto che l’attuale crisi economica, determinata dall’emergenza sanitaria, già a partire dall’anno prossimo, sarà caratterizzata dall’”effetto elastico”, ovvero dalla ripresa dell’economia dopo un periodo di recessione. E’ quanto sta già avvenendo in Cina, dove, pare, l’emergenza sanitaria sia terminata e sia già in atto una sostanziale fase di ripresa economica. Molte PMI italiane, in particolare quelle medie imprese che operano soprattutto su mercati esteri, stanno già approntando i piani di sviluppo per il prossimo triennio, anche in un clima di incertezza come quello che stiamo vivendo.

“Siamo fortemente capitalizzati – afferma un “medio” imprenditore modenese che opera nel comparto del biomedicale – se non ne approfittiamo adesso, in un momento di rilassamento del mercato, per investire in soluzioni innovative per il futuro, quando potremmo mai farlo?” Sagge parole, da chi ha una visione chiara del proprio potenziale e dei mercati in cui lavora. “Dobbiamo vedere la botte mezza piena”, afferma un altro imprenditore molto presente nei più importanti mercati internazionali.

Le figure richieste tra i laureati – Per quanto riguarda i laureati, i principali indirizzi universitari sono relativi all’ambito medico-paramedico (saranno necessarie 173mila unità) ed economico (119mila unità), al ramo ingegneria (117mila unità), ai comparti insegnamento e formazione (104mila unità comprendendo scienze motorie) e all’area giuridica (88mila unità). Purtroppo da un confronto tra domanda e offerta di lavoro si denota già uno squilibrio: carenza di disponibilità di competenze medico-sanitarie ed eccedenza di candidati negli ambiti socio-politico e linguistico.

Le figure richieste tra i diplomati – Per quanto riguarda i diplomati, a predominare è l’indirizzo amministrativo con un fabbisogno stimato di 260mila unità, seguito da industria e artigianato, turismo e ramo sociosanitario.

Le figure richieste tra le qualifiche professionali – Per quanto riguarda la domanda di occupati per gli indirizzi dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), il fabbisogno si concentrerà negli indirizzi ristorazione (155mila unità), benessere (113mila unità), meccanico (100mila unità), servizi di vendita (64mila unità) e amministrativo segretariale (51mila unità). Addirittura, l’offerta potrà soddisfare solo il 60% della domanda potenziale, con situazioni critiche per gli indirizzi meccanica, legno-arredo, logistica ed edilizia.

Il mercato del lavoro è pronto, sebbene con le solite differenze tra domanda e offerta, e le nostre imprese sono altrettanto pronte ad affrontare le sfide del periodo post Covid. Saranno pronti anche i nostri politici? Questa credo sia la grande variabile su cui si giocherà il nostro futuro, in un mercato del “lavoro”, quello del politico mestierante, dove la differenza tra aspettative della domanda e competenze dell’offerta, sono distanti anni luce.

Andrea Lodi (economix@piacenzasera.it)

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