“Non è più sufficiente definirli eroi” La protesta degli operatori sanitari fotogallery

Nonostante le rassicurazioni della Regione Emilia-Romagna, continua la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil “per ‘salvare’ le buste paga degli operatori sanitari”.

Per i questo i sindacati della funzione pubblica hanno promosso una raccolta firme a sostegno dell’incremento dei fondi contrattuali , che coinvolge i dipendenti del servizio sanitario regionale, e un presidio davanti a tutte le aziende Ausl per richiedere impegni precisi all’assessorato regionale alla sanità.

A Piacenza il sit in si è tenuto davanti all’ingresso dell’ospedale Guglielmo da Saliceto nella mattinata del 9 aprile.

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“In questo momento abbiamo avuto un’implementazione degli organici – fa notare Stefania Pisaroni della Fp Cgil per garantire una vaccinazione di massa ma purtroppo le risorse a disposizione non sono sufficienti, soprattutto non riusciamo ad ottenere indennità fondamentali come quella di contagio, e altre tipologie che alle condizioni attuali non sono garantite. E manca una risposta in tema di riconoscimento e sviluppo professionale con bloccati gli scatti di anzianità. Sono problemi molto sentiti dai lavoratori, non è più sufficiente definirli eroi con una pacca sulla spalla”.

Claudia Civetta della sanità pubblica Cisl ha aggiunto: “Non ci fermiamo con la conclusione di oggi della raccolta firme, vogliamo sensibilizzare il Governo a superare i limiti di spesa fissati dal Ministero dell’Economia che ci priva delle risorse sui territori e non consente di proseguire con la contrattazione decentrata. Alcune aziende non sono nelle condizioni di garantire il pagamento della produttività”. “Stiamo vivendo un paradosso – ha evidenziato Gianmaria Pighi della Uil – il personale della sanità è sotto pressione ma verso il quale non c’è quell’attenzione che meriterebbe dal punto di vista della retribuzione. A fronte delle numerose assunzioni di fronte all’emergenza non corrisponde un trattamento economico adeguato”.

Mobilitazione sindacati sanità pubblica

Come spiega la nota di accompagnamento al sit in, i sindacati dei dipendenti pubblici della sanità chiedono “risposte strutturali per il salario delle donne e degli uomini che lavorano nelle aziende, un impegno a superare vincoli di spesa assurdi che rischiano di penalizzare chi lavora e chi assume per migliorare i servizi come nel caso della nostra Regione. Le assunzioni sono irrinunciabili, lo erano prima della pandemia, visti gli anni di blocco del turnover, e lo sono ancor di più in questo momento per garantire tutti i percorsi assistenziali alla cittadinanza, ma ribadiamo con forza che se non si superano questi assurdi limiti di spesa imposti dal ministero dell’economia e della finanza e non c’è un forte investimento di risorse sui fondi della contrattazione delle aziende del servizio sanitario regionale gli stipendi subiranno un inevitabile calo”.

I sindacati ricordano che “le assunzioni sono irrinunciabili. Lo erano prima della pandemia, visti gli anni di blocco del turnover, e lo sono ancor di più in questo momento per garantire tutti i percorsi assistenziali alla cittadinanza”. Però, avvertono Cgil-Cisl-Uil, “ribadiamo con forza che se non si superano questi assurdi limiti di spesa imposti dal Ministero dell’Economia, e se non c’è un forte investimento di risorse sui fondi della contrattazione delle aziende del servizio sanitario regionale, gli stipendi subiranno un inevitabile calo”.

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