“Pulizia illegale delle cisterne per risparmiare” Due denunciati per abbandono di rifiuti speciali

Lavavano le autocisterne dai resti dei fanghi di depurazione in un normale autolavaggio per risparmiare sui costi di pulizia, due denunce della polizia locale di Piacenza.

E’ questo l’esito delle indagini condotte dagli agenti di via Rogerio, presentato nel corso di una conferenza stampa. Il comandante vicario, Massimiliano Campomagnani, ha spiegato: “E’ stata un’attività svolta attraverso l’ascolto del territorio, una indagine molto complessa su reati ambientali. La polizia locale anche in questo frangente ha dato una risposta alle segnalazione giunte dai cittadini. Nello specifico, erano stati segnalati dai residenti odori nauseabondi. Ne è nata una articolata attività di indagine che ha interessato anche la Puglia e la Lombardia. Abbiamo scoperto che diverse autocisterne dedite al trasporto di fanghi, dopo aver svuotato presso ditte apposite il carico, passavano da Piacenza e effettuavano lavaggi non conformi delle cisterne”.

L’indagine ha preso le mosse nel settembre 2019 dalle segnalazioni di alcuni cittadini che lamentavano odori sgradevoli nella zona di Strada Caorsana. La polizia locale di Piacenza, dopo alcuni controlli, ha appurato che l’origine erano i resti di fanghi provenienti da depuratori. Non essendo possibile nell’immediatezza individuare gli autori dello sversamento, tramite contolli di appostamenti anche ai caselli autostradali durati circa tre mesi, gli agenti sono riusciti a risalire alla provenienza delle sostanze nauseabonde. Il materiale era stoccato all’interno di autocisterne appartenenti a una ditta da Bari che dalla Puglia era incaricata di trasportare i fanghi derivanti dal trattamento di acque reflue in un impianto di smaltimento in Lombardia. Secondo quanto ricostruito, durante i viaggi di ritorno, dopo aver svuotato le cisterne gli autotrasportatori facevano tappa a Piacenza per lavarle in un autolavaggio self service della Caorsana.

Il nucleo della sezione polizia ambientale ed edilizia di via Rogerio ha così accertato che con queste modalità illegali venivano “ripuliti” in media tre mezzi alla settimana; in totale sono una quarantina i mezzi appartenenti alla stessa ditta pugliese monitorati durante le indagini. I liquidi dei lavaggi venivano scaricati in un normale tombino per l’acqua piovana, causando un danno all’ambiente. I rilievi effettuati da Arpae hanno permesso infatti di rinvenire negli scarichi tracce di piombo, manganese, cromo e anche idrocarburi. Alla stazione di servizio è stata pertanto interdetta l’attività di autolavaggio. Le pulizie illecite delle cisterne – evidenziano gli inquirenti – avevano lo scopo di abbattere i costi, con poche decine di euro (compravano i gettoni per lavare e il titolare dell’autolavaggio emetteva regolare fattura) si riuscivano infatti ad evitare le corrette procedure di pulizia presso le ditte autorizzate, assai più costose. Sono stati denunciati con l’accusa di abbandono di rifiuti speciali il titolare della di autotrasporto e il titolare della stazione di servizio piacentina.

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