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Vincere l’arretratezza digitale: il progetto premiato degli studenti della Cattolica

Tanti fondi in arrivo dall’Europa ma come spenderli bene per fare ripartire il Paese dopo la pandemia?

Anche la redazione di Universi, Chiara, Hassan, Micaeala, Roberta ed Alex si sono misurati con questo tema, interrogando due degli studenti vincitori dell’Hackathon organizzato dal Laboratorio Next Gen Eu di Economia Politica della laurea magistrale in Gestione d’azienda dell’Università Cattolica di Piacenza. Sotto la supervisione del professor Franco Timpano, si è svolta una vera e propria gara per presentare il progetto migliore da candidare ai finanziamenti europei per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, noto come Pnrr. A vincere è stata una proposta incentrata sulle “competenze digitali“, ideata da un gruppo di studenti con Team Leader Silvia Serventi. Proprio Silvia insieme al suo collega Francesco Volpari si sono fatti intervistare dai redattori di Universi, con il coordinamento di Fabio Franceschetti e il supporto di Davide Chiappini.

Ci potete spiegare in sintesi come è nato il progetto sulle competenze digitale e in cosa consiste? (Domanda di Roberta e Chiara, risponde Francesco)
Il progetto è stato pensato e poi si è sviluppato nel corso di Politica Economica Avanzata tenuto dal professor Franco Timpano. Per questo progetto dovevamo essere divisi in gruppi, ciascuno da circa 15 persone ed è stata a noi la possibilità di poterci organizzare e formare i gruppi autonomamente. La maggior parte degli incontri che abbiamo fatto a livello di gruppo si sono svolti a distanza, è stato interessante scoprire questa modalità alternativa di lavoro, ma soprattutto nei primi incontri non è stato facile condividere le idee. Inolte la mancanza della fisicità per poter prendere un appunto, per poter scambiare due parole ha pesato. Il professore ci ha dato massima autonomia per l’organizzazione, fissata una scaletta di quelli che erano i temi da affrontare e produrre nell’elaborato finale.

Come sono stati scelti i temi da trattare? Sono stati scelti dagli studenti oppure i professori vi hanno instradato? (Risponde Francesco)
Una bella domanda: quando è stato presentato il corso, è stato fissato sin da subito un obiettivo da raggiungere e un obiettivo attorno a cui ruotavano tutte le altre argomentazioni, ovvero “Agenda 2030”. Ci siamo accorti strada facendo che Agenda 2030 pone degli obiettivi molto ambiziosi, da alcuni di questi noi siamo molto lontani, quindi occorre più che mai investire sul livello di digitalizzazione assolutamente insufficiente. Noi possiamo contare oggi su una dotazione economica senza precedenti. una dotazione straordinaria che è stata resa disponibile per il nostro Paese, molto alta in rapporto a quelle stanziate ad altri paesi, che serve a raggiungere nel 2030 gli obiettivi prefissati. Non si può più rimandare: questo è quello che è stato più volte evidenziato durante il corso, questa è l’ultima chiamata. Siamo partiti da Agenda 2030, calati nella realtà, e abbiamo capito come le competenze digitali siano un argomento più che mai attuale, soprattutto nella situazione che stiamo vivendo.

Ci puoi dire qualcosa di più sugli stanziamenti destinati all’Italia?
La pandemia ha colpito l’economia italiana molto più di altri paesi europei. Il Pil si è ridotto del 9%, mentre la riduzione media nell’UE è stata del 6%. Le prime chiusure che ci sono state l’anno scorso, a febbraio 2020, poi a marzo e aprile, hanno fatto sì che l’Italia fosse il primo paese europeo che ha dovuto imporre un lockdown generalizzato. Quindi il Governo, prontamente, ha dovuto erogare dei sussidi, aiuti a queste realtà produttive che si erano fermate, e rispondere a una domanda di presidi medici inaspettata e la cui produzione era insufficiente. Poco più di un anno fa le mascherine erano come l’oro, si faticava a trovarle. Oggi le mascherine chirurgiche costano 0,15 centesimi l’una, un anno fa costavano 80-100 volte di più. Ad essere particolarmente colpito è stato il mondo dell’istruzione, della scuola che si è fermato. Le dotazioni economiche che sono arrivate sono state più alte di altri paesi perché avevamo un forte grado di disagio. Queste permetteranno di ripartire dopo questa fase pandemica di stallo, ma anche di superare delle difficoltà che si erano accumulate nel corso degli anni.

Come viene erogato e da dove arriva il denaro che andrà a finanziare il PNRR?
PNRR sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È un piano per il nostro paese di ripartenza dalla situazione che stiamo vivendo e sapersi piegare, adattare e non soccombere, per poter progredire. Il PNRR vale 235 miliardi di euro. Durante il corso del Prof. Timpano, ci sono stati numerosi interventi di esperti ed economisti che oggi ricoprono anche ruoli decisivi nel governo Draghi. All’unanimità, durante questi incontri, tutti gli esperti hanno convenuto su una cosa: il PNRR è quello su cui dobbiamo fare affidamento per riprenderci da questa situazione, ma al nostro Paese è chiesto un grande impegno, ovvero di rispettare dei target da raggiungere, altrimenti la gran parte dei prestiti che vengono concessi saranno richiesti, anzi i prestiti che oggi riceviamo, se il non saremo in grado di rispettare dei termini quantitativi e i tempi stabiliti, dovranno essere restituiti. Ripartendo il tessuto produttivo riparte il paese, ripartono le aziende, riparte l’indotto, il sistema Italia e la nostra economia. Due dati: le risorse addizionali degli interventi del piano sono riferiti per il 30% circa a investimenti per lavori di costruzione e opere di edilizia, il 19% di incentivi alle imprese, il 12% a prodotti informatici, elettronici e ottici, ovvero quelli che permettono di comunicare e sono alla base di qualsiasi contesto lavorativo. Mi è rimasto impresso un intervento: “Il PNRR è l’ultima chiamata”, non possiamo più permetterci di ritardare il nostro sviluppo e il nostro grado di modernizzazione. Occorre proprio che progetti ambiziosi rimandati da tempo per vari problemi è arrivato il tempo di affrontarli. Entro il 31 dicembre il governo e chi svolge funzioni governative deve preparare un dettagliato documento in cui vengono fissati obiettivi, tempi e modalità di realizzazione di questi progetti.

Come l’UE monitora l’utilizzo di questi prestiti da parte degli stati membri? (Domanda di Hassan, risponde Francesco)

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